Edward A. Caban ha deciso di interrompere in anticipo il suo mandato come commissario della polizia di New York, annunciando le proprie dimissioni tramite email.
La decisione arriva pochi giorni dopo il blitz domiciliare degli agenti dell’FBI che gli hanno sequestrato il telefono nell’ambito di un’indagine penale. La pressione su Caban, 57 anni, è stata alimentata anche dalle sollecitazioni dell’amministrazione del sindaco Eric Adams, che lunedì gli aveva esplicitamente chiesto di farsi da parte, come confermato da fonti vicine alla questione.
Nella sua lettera di addio, Caban ha spiegato che i problemi legali non gli consentono più di dedicarsi a tempo pieno al dipartimento che ha servito per oltre tre decenni – una carriera iniziata nel South Bronx nel 1991 e culminata con la sua nomina a primo commissario di origini latine nel luglio del 2023.
“Il NYPD ha bisogno di una guida che possa concentrarsi esclusivamente sulla sicurezza di New York,” ha scritto.
Gli avvocati di Caban, Russell Capone e Rebekah Donaleski, hanno dichiarato che, secondo i procuratori federali, il loro assistito non sarebbe l’obiettivo principale dell’inchiesta. Entrambi ex responsabili della divisione anti-corruzione presso la stessa procura che sta guidando l’indagine, hanno ribadito la piena disponibilità del commissario a collaborare con le autorità.
Nel mirino degli inquirenti c’è anche il fratello gemello di Caban, James, ex poliziotto licenziato nel 2001. Attualmente, James Caban gestisce un’attività di sicurezza per locali notturni, e anch’egli ha subito il sequestro del suo telefono, come confermato da una delle fonti vicine all’inchiesta.
Nessun funzionario coinvolto è stato formalmente accusato di reati, ma gli ultimi sviluppi hanno sollevato pesanti interrogativi sulla gestione di City Hall da parte del sindaco Adams, e sulle implicazioni che ciò potrebbe avere sulla sua amministrazione – che è attualmente al centro di quattro distinte inchieste federali che coinvolgono diversi funzionari di alto rango.