Per i 64.000 migranti che vivono spostandosi continuamente tra i rifugi di New York ricevere la posta è diventato un vero e proprio problema. Spesso, questo comporta che vengano persi documenti relativi al permesso di soggiorno, di lavoro o per richiedere numeri di previdenza sociale essenziali per rimanere legalmente negli Stati Uniti.
I migranti “mancano scadenze e appuntamenti importanti importanti”, ha detto Allison Cutler, avvocato supervisore dell’unità di protezione dell’immigrazione presso il New York Legal Assistance Group. “Se si tratta di un colloquio in tribunale, può succedere che il permesso di soggiorno non venga certificato se non si presentano. Una cosa che si è già verificata e a cui abbiamo assistito per molte di quelle persone che risiedono in un rifugio e non ricevono gli avvisi di udienza dal tribunale”.
Negli hotel o nei vecchi uffici risistemati per l’accoglienza dei migranti, le cassette per la raccolta della corrispondenza sono improvvisate e spesso quello che arriva si smarrisce. Inoltre, l’ultima legge approvata dal sindaco di New York richiede ai migranti che vi soggiornano di rinnovare la domanda per accedere ai posti letto ogni trenta o sessanta giorni. Di conseguenza, il servizio postale cittadino ha stabilito che la posta non può essere consegnata presso alcuni rifugi, come il dormitorio sull’isola di Randall.
Il fatto che i migranti possano ricevere la posta relativa alla documentazione per vivere legalmente a New York si rivela utile e importante anche per l’organizzazione delle risorse interne alla città. In questo senso, i funzionari che si occupano di immigrazione sostengono che aiutarli a richiedere asilo e permessi di lavoro, ottenere carte d’identità e iscrivere i loro figli alle scuole li aiuterebbe a diventare finanziariamente indipendenti e a pesare meno sull’economia e sulla la gestione della Grande Mela.
Dato che il sistema è così inaffidabile, c’è chi consiglia ai migranti di trovare altri indirizzi più “sicuri” dove la loro posta può essere inviata senza essere smarrita. Per risolvere il problema, alcuni gruppi di volontari hanno iniziato ad accettare la corrispondenza presso le loro sedi e centri comunitari, mentre altri hanno offerto i propri indirizzi di casa per ricevere la posta dal Governo.