“Bisogna credere nei propri sogni perché, prima o poi, si realizzano”. È questo il messaggio che il pittore e scultore Gianfranco Coccia ha trasmesso al pubblico ieri sera, in occasione dell’inaugurazione della sua mostra “Beyond Imagination”, all’IIC di New York.
Una carriera da economista e poi l’esplosione di una passione inaspettata: la pittura. Tutto è nato esattamente 24 anni fa, all’inizio del nuovo millennio quando, dopo aver passato alcuni giorni a casa con una pesante influenza, Coccia ha iniziato a dipingere su una tela che utilizzava sua figlia a scuola. Da allora non si è più fermato e ora l’arte è una parte fondamentale della sua vita. “Qualche tempo dopo ho portato la tela nel mio studio e l’ho messa alle spalle della mia scrivania – ha commentato Coccia. – Un giorno è passata una mia cliente che è una cultrice, storica dell’arte e collezionista e continuava a guardare estasiata questo quadro. Io le ho detto che era mio, lei non ci credeva e un anno dopo ha allestito la mia prima mostra presso un antiquario di Padova dove io vivo”. A oggi l’artista ha preso parte a ben 102 mostre, sia collettive che individuali, in Italia e in giro per il mondo: da Dubai a Chicago fino ad arrivare nella Grande Mela.

L’inaugurazione di “Beyond Imagination”, avvenuta ieri sera all’IIC in Park Ave, è stata aperta dal direttore Fabio Finotti che non solo ha elogiato il lavoro di Coccia, ma anche l’importante ruolo che l’arte riveste nella società e nella vita.
Spazio poi al costumista e attore Luca Mosca che ha introdotto la mostra attraverso un’intervista al pittore che ha così potuto raccontare al pubblico la sua passione e il processo artistico delle sue opere. “Quando mi trovo la tela davanti prima di tutto decido i colori da utilizzare e poi inizio a dipingere. Devo avere il brivido artistico quando guardo il mio lavoro finito, se non lo sento lo distruggo”, ha dichiarato.
Per Coccia, che ha iniziato a dipingere un po’ per caso, ritrovarsi all’Istituto Italiano di Cultura di New York è un sogno che si realizza. “Sono emozionatissimo, per me è come aver vinto l’Oscar. È un sogno”, ha confessato.

I suoi quadri, composti da linee libere e fluide, sono realizzati con tanti colori diversi ma tra questi spicca sempre il nero. “Sono stato influenzato da artisti come Emilio Vedova – ha spiegato Coccia, – ma cerco di metterci anche qualcosa di personale. La mia pittura è molto gestuale, non parto mai con uno schema ma va tutto in divenire”. L’artista ha inoltre deciso di utilizzare la pittura per aiutare chi ha più bisogno: “Ho avuto successo nella mia attività personale di economista e quando è comparsa questa passione mi sono detto: Devo restituire qualcosa agli altri”. Il ricavato delle vendite dei suoi quadri, infatti, viene sempre donato a coloro che si trovano in difficoltà. Un grande esempio di altruismo, ma anche la dimostrazione vivente che le cose belle della vita arrivano all’improvviso, quando meno te l’aspetti.
