Marco Brambilla, artista italiano con base a Londra, ha presentato ieri all’Istituto Italiano di Cultura di New York la sua mostra “Approximations of Utopia” visibile fino al 30 giugno, dalle 23.57 a mezzanotte, sui grandi schermi di Times Square. Il progetto, in collaborazione con il Queens Museum e Artnet, è il terzo dell’artista esposto nella piazza iconica di Manhattan.
La serata, iniziata con i saluti istituzionali del Direttore dell’IIC di New York, Fabio Finotti, ha visto Brambilla in conversazione con Silvia Barisione, capo curatrice presso la Wolfsonian – FIU. L’artista italiano ha spiegato il concetto alla base del suo lavoro: presentare una visione di una futura esposizione mondiale, considerando attraverso un’ottica filosofica la natura della speranza umana e le nozioni di utopia attraverso lo sfruttamento delle ambizioni del passato. Secondo quanto spiegato da Brambilla, la produzione di “Approximations of Utopia” è coincisa con l’introduzione del software di generazione di immagini AI. La mostra, infatti, è il risultato di una miscela di strumenti all’avanguardia e della grafica computerizzata tradizionale.
L’artista, nello specifico, ha utilizzato alcune immagini d’archivio e altre realizzate dalla tecnologia dell’intelligenza artificiale per evocare gli ambienti architettonici di sei storiche esposizioni mondiali: New York (1964), Bruxelles (1958), Montreal (1967), Osaka (1970), Siviglia (1992) e Shanghai (2010). Quest’ultime sono state mostrate al pubblico in sala attraverso un power point che ha ripercorso, passo per passo, la creazione di un progetto che guarda al futuro e testimonia la rapida evoluzione dell’intelligenza artificiale.
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