Chi a New York nell’ultimo periodo ha notato un aumento di starnuti e colpi di tosse non si è sbagliato. Il monitoraggio delle acque reflue lo dimostra: il covid è sempre più presente in città.
Secondo la NYS Wastewater Surveillance Network, tutti i 14 impianti di trattamento delle acque reflue di New York riportano alte concentrazioni di SARS-CoV-2. Una classificazione “alta”, che si traduce cioè in almeno 50 casi di positività ogni 100.000 persone.
Il cruscotto fornisce anche una lettura delle tendenze a due settimane. L’attuale aumento risale alla fine di aprile per la maggior parte dei bacini fognari della città, anche se quelli che coprono Brooklyn, Staten Island, Queens e parte del Bronx hanno registrato l’aumento più marcato negli ultimi 15 giorni. Anche le acque reflue di Yonkers, New Rochelle e di alcune parti della contea di Rockland dimostrano una tendenza all’aumento della malattia.
I siti delle acque reflue condividono regolarmente i dati con il cruscotto statale. L’ultima tranche di registrazioni di NYC risale al 21 maggio, il che significa che l’aumento è avvenuto prima delle celebrazioni del Memorial Day. Il Dipartimento di Sanità dello Stato ha dichiarato a Gothamist che anche la positività ai test – la percentuale di test diagnostici che mostrano un’infezione – è leggermente aumentata, anche se gli esperti sostengono che questa misura sia più difficile da valutare ora che i test sono meno comuni.
Il commissario alla sanità di New York ha confermato l’aumento di covid nelle acque reflue, ma anche i ricercatori della sanità pubblica hanno spiegato come sia ancora troppo presto per dire se l’incremento dei valori indichi l’inizio di un’ondata vera e propria. Il cambiamento potrebbe essere solo un’anomalia causata da un maggior numero di contatti interpersonali dovuti al miglioramento del tempo o da una nuova variante di omicron che trova luoghi in cui prosperare.
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