Lo ha detto, ribadito e sottolineato più volte: “Siamo a un breaking point, stiamo per cedere”.
Un punto di rottura a cui New York forse non si aspettava di arrivare, o almeno non in questi tempi. Nella Blue Room di City Hall, la Deputy Mayor for Health and Human Services Anne Williams ha tenuto un briefing insieme al Dottor Ted Long per dare numeri, informazioni e risposte alla crisi che sta investendo la città.
“Quasi il 50% delle camere d’hotel sono occupate da migranti richiedenti asilo – aveva detto poco prima Eric Adams – e le stiamo pagando con i soldi dei cittadini. Così, invece delle persone che normalmente ci visitano e spendono, ora siamo noi a usare quegli alberghi”.
Una situazione incredibilmente grave, ben descritta dalle statistiche presentate oggi a City Hall. Solo negli ultimi sette giorni, tra le vie di New York sono arrivate 4.300 persone. Un dato che si moltiplica per dieci, se si vanno a considerare i richiedenti asilo che il comune si trova attualmente a dover gestire: 41.500.
L’amministrazione ha finora aperto 150 siti d’emergenza, andando a costruire letti e centri di cura nei luoghi più disparati, dai campi di Randall’s Island alle palestre scolastiche.
“Stiamo affrontando una delle crisi umanitarie più significative di sempre – ha continuato Williams – e siamo al lavoro per garantire la sicurezza delle famiglie e dei bambini. La mia priorità? Fare in modo che meno persone possibili siano costrette a dormire per strada”.

Una missione che però, ammette, New York non è in grado di gestire. O almeno non da sola. “La nostra compassione è infinita – ha aggiunto Long – ma lo spazio che abbiamo a disposizione non lo è. Abbiamo bisogno di supporto: altre città e altri stati dovrebbero alzare la mano e dirsi pronti ad ospitare alcuni dei nostri migranti”.
Non bastasse l’indifferenza di altri sindaci e governatori, l’amministrazione Adams si trova anche alle prese con l’ostilità delle contee limitrofe ad accogliere gli immigrati che New York non è in grado di gestire. Orange e Rockland, per tutelarsi, hanno scelto le vie legali, ma pare che il sindaco non si sia fatto spaventare. “Stiamo valutando ogni singola contea”, ha detto Williams. “Anche Orange e Rockland?”, le domandano. Risposta secca: “Ogni singola contea”.
Un problema, quello dei migranti, che ha anche pesantissime ricadute economiche sulla città. Il comune ha già speso più di un miliardo di dollari per cercare di trovare una sistemazione a chi a New York è arrivato in cerca di un futuro, e ad ogni nuovo ingresso il costo diventa più salato.
“È per questo che continuiamo a dire di volere più assistenza – ha ribadito Williams – Abbiamo finito le opzioni: stiamo continuando ad andare avanti aprendo centri temporanei, ma non possiamo continuare così ancora per molto. La verità è che il problema non può essere risolto senza un intervento federale, servono sostegni finanziari e logistici. Abbiamo bisogno di una politica di lungo termine e se ciò che stiamo facendo non piace a qualcuno, siamo felici di accogliere ogni suggerimento. Ma ci servono critiche costruttive, proposte e soluzioni fattibili, non slogan ideologici”.