Si urlano in faccia da questa mattina, divisi soltanto da qualche transenna che la polizia non perde mai di vista. I sostenitori di Donald Trump e quelli che lo vorrebbero incarcerato sono arrivati a Center Street, davanti al tribunale dove l’ex presidente sta per essere processato, già nelle prime ore del giorno.
“Let’s go Trump! Trump 2024! F**k Biden!” gridano in coro i repubblicani più agguerriti. Alcuni indossano la bandiera a stelle e strisce, altri la fanno sventolare in cielo e altri ancora tengono tra le mani cartelloni scritti a mano con il pennarello nero, su cui si leggono messaggi d’amore per quello che definiscono “il loro presidente”. Tra la folla, distinti dagli altri perché portano un cappellino rosso con un logo ben visibile, ci sono anche i MAGA, i temutissimi estremisti di destra che prendono il nome dallo slogan di Trump “Make America Great Again”.
Dalla loro parte della barricata si parla di caccia alle streghe. “È incredibile l’uso politico della giustizia che c’è in questo paese – racconta Peter, un uomo di 40 anni che sul petto porta una spilla con la faccia di Trump – quella contro il nostro presidente è una vera e propria persecuzione”.

I repubblicani radunati a due passi dall’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg, da cui Trump dice di essere odiato, sono rumorosi e incontenibili. Urlano i giovani con le spalle larghe, i neri vestiti di rosso bianco e blu, gli anziani con la visiera per ripararsi dal sole ma il megafono in mano per farsi sentire meglio. Tutti indirizzati contro l’altra parte della piazza, quella degli anti trumpiani che sperano di vedere l’ex presidente presto dietro le sbarre.
In alcuni punti, le persone sono talmente tante che muoversi diventa complicato. I “No Trump” spiccano per fantasia. In quei pochi metri di spazio cammina un uomo con la maschera dell’ex presidente, i capelli arruffati e una divisa arancione da prigioniero. Non dice nulla, ma fa foto con tutti e ogni tanto si affaccia alle transenne per guardare negli occhi i suoi oppositori, che appena lo vedono iniziano a urlare. “Questo è solo l’inizio”, dice il cartello esposto da due donne, Anna e Melanie, secondo cui le prove contro Trump sono talmente evidenti da non servire nemmeno un processo. “Finalmente!”, esclama un gruppo di ragazzi che tengono tra le mani la foto dell’ex presidente rinchiuso in una cella.
I due schieramenti sembrano non stancarsi mai, continuano ad attaccarsi come fossero sulle sponde opposte di un fiume che non possono oltrepassare. Tutto intorno, una fila infinita di telecamere, forze dell’ordine e semplici turisti osservano da lontano l’arena dello scontro, aspettando il momento in cui Trump, terminata l’udienza, uscirà dal palazzo e forse si fermerà a rilasciare qualche brevissima dichiarazione.
Qualcuno dice di aver visto i cecchini sui tetti, pronti a intervenire nel caso in cui la situazione sfuggisse di mano. La polizia, ovviamente, non conferma, ma la sicurezza con cui gli agenti si muovono nella zona fa capire quanto stavolta, dopo lo shock del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill, siano pronti a tutto.