I colleghi lo conoscevano come un giovane giudice amministrativo, un esperto di piccolo contenzioso laureatosi all’Università della Georgia e a quella di Syracuse. Il popolo della rete, invece, lo seguiva per le sue esibizioni a luci rosse su OnlyFans.
Gregory A. Locke, 33 anni, ha infatti pubblicato più di 100 post a sfondo erotico da quando ha aperto il suo account – nel novembre 2020 – facendo pagare ai fan 12 dollari al mese. Su un’altra piattaforma invece – Justfor.Fans – il prezzo dell’abbonamento scende a 9,99 dollari.
A differenza di molti altri, Locke non ha mai nascosto la sua doppia vita. Nella sua descrizione si definiva infatti un “professionista dal colletto bianco di giorno… molto poco professionale di notte. Sempre amatoriale, sempre crudo, sempre porco”. Coerentemente, l’account di Locke conteneva un gran numero di foto e video pornografici estremi, oltre a occasioni in cui beveva il contenuto di quelli che sembravano preservativi usati.
A mettere nei guai la carriera di Locke non sono stati solo i contenuti a luci rosse, ma anche qualche commento non proprio amichevole contro i protagonisti della politica newyorkese. A partire dal sindaco: “Eric Adams può succhiarmi il c***o”, aveva twittato Locke in un post del 1° marzo, dopo che il sindaco aveva fatto commenti che criticavano la separazione tra Chiesa e Stato.
Ma tra i bersagli di Locke c’è stata pure la consigliera comunale Vickie Paladino, a cui la scorsa domenica ha augurato di “strozzarsi con un c***o”, in risposta alle critiche della councilwoman repubblicana sulla opportunità di parlare di drag queen nelle biblioteche e nelle scuole pubbliche della Grande Mela.
Ed è stata proprio Paladino a lamentarsi pubblicamente della doppia natura del giudice-pornostar. “Questa città deve avere assoluta fiducia nei suoi tribunali a tutti i livelli, e l’impiego di individui come il signor Locke in posizioni di autorità legale non fa che corrodere la fiducia dei cittadini nella professionalità e nell’imparzialità delle nostre istituzioni”, ha dichiarato Paladino al New York Post.
Dichiarazioni che hanno portato a un’indagine interna e, martedì scorso, al licenziamento di Locke per “condotta non professionale”.
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