Al pranzo di venerdì del GEI a New York in cui l’ospite d’onore era Paolo Scaroni, ex presidente dell’ENI e ora del Milan AC, che rispondeva alle domande di Mario Calvo Platero sulla geopolitica e lo stato del mondo influenzato da una sempre più confusa corsa a nuove fonti energetiche, ad ascoltare c’era anche Marco Tardelli, campione del mondo con l’Italia nei Mondiali di Spagna 1982. L’indimenticabile centrocampista della Juventus di Trapattoni, è qui a New York con Scaroni per partecipare alle Nazioni Unite, dal 24 al 26 marzo, al forum mondiale dedicato al ‘Change the World Model United Nations’, manifestazione-laboratorio che ha lo scopo di educare gli studenti – universitari e delle scuole superiori di primo e secondo grado – alla convivenza con altre culture, esercitando e perfezionando la loro capacità al dialogo secondo i principi del modello Onu.
Uno dei temi principali dell’edizione 2023 sarà l’IA, l’intelligenza artificiale. L’evento è organizzato dall’Associazione Diplomatici, una ong impegnata nella formazione internazionale dei giovani di tutto il mondo, attraverso l’organizzazione di percorsi formativi altamente specializzati.
Marco Tardelli, è Goodwill Ambassador di CWMUN, e Partner di questa edizione è la Fondazione Milan, a suggello della forte connessione tra sport e la formazione delle generazioni future.
Alla fine del pranzo del GEI, abbiamo posto alcune domande a Tardelli ed è stata una grande emozione avere difronte il campione dell’estate del 1982, quando fece esplodere di gioia tutta l’Italia e gli italiani nel mondo con quel gol a Madrid nella finale con la Germania.
Tardelli, gli italiani anche a New York si chiedono cosa sia successo alla Nazionale di Mancini che continua a perdere, ultima la partita di Napoli con l’Inghilterra di ieri per le qualificazioni europee. Prima l’abbiamo sentita dire che non funzionano più abbastanza i vivai, come invece accadeva ai suoi tempi…
“Non è che non stanno funzionando, ci sono giocatori importanti che vengono dal vivaio che giocano nella Juventus per esempio. Diciamo che il vivaio non è visto più come prima. Poi i ragazzi ai miei tempi crescevano giocando per strada, adesso ci sono le accademie, dove bisogna pagare, coinvolgere i genitori etc. Noi crescevamo in maniera diversa. E’ un mondo diverso, però mi auguro che pian piano si guardi più ai giovani italiani nelle nostre squadre per farli arrivare alla Nazionale. Altrimenti la Nazionale va in difficoltà”.
I prossimi Mondiali saranno negli USA-Canada-Messico. Non è che gli Azzurri alle qualificazioni fanno un altro tonfo come accade da otto anni?
“Mi auguro di no. Ora siamo partiti male con l’Europeo però credo che la qualificazione possiamo raggiungerla lo stesso”.
Ma un consiglio per Roberto Mancini?
“Mancini è bravo e non ha bisogno dei miei consigli”.

L’Italia del 1982, resta la squadra azzurra più forte degli ultimi 50 anni, anche di quella del 1970 e del 2006?
“E’ difficile rispondere. Io per esempio credo che nel 1978, in Argentina, eravamo più forti che nel ’82, però non abbiamo vinto il Mondiale. E’ difficile dire quale è stata la squadra o il giocatore azzurro più forte del mondo. Ogni tempo ha il suo giocatore e ogni tempo ha la sua Nazionale”.
Nel 2006 aspettavamo di vincere un mondiale dal 1982. Ora, quando sarà il 2026, saranno passati vent’anni dall’ultima nostra vittoria… Ci siamo quasi per il turno dell’Italia di rivincere la coppa del mondo. Lei dice che Mancini non ha bisogno di consigli, ma noi insistiamo: cosa si dovrà fare per gli Azzurri tornare a vincere?
“Bisogna trovare il fuoriclasse che manca. Adesso non abbiamo fuoriclasse. E poi coltivare il vivaio. Insomma bisogna che le mamme italiane siano brave, e anche i papà, che regalino al calcio italiano ancora grandi giocatori”.
Ma quel suo urlo nella notte di Madrid, veniva forse anche dalla mamma?
“Mi ha fatto lei, di conseguenza…”

La Champion europea per squadre, questa volta abbiamo tante italiane ai quarti: Napoli, Milan, Inter. Un pronostico?
“Io sono molto orgoglioso in questo momento di come le squadre italiane siano andate in Europa. E’ uscita una statistica che indica che le nostre squadre hanno la metà nel tetto ingaggi rispetto alle grandi squadre, come Real Madrid, Manchester United. Ma noi ne abbiamo ancora tre in corsa”.
Domani all’ONU, quale messaggio darà ai giovani sullo sport e su cosa può fare lo sport per la pace nel mondo?
“Lo sport può fare tanto. Io credo che tutti debbano fare sport anzitutto perché fa bene alla salute. E poi perché ci sono delle regole nello sport importanti, e la principale è il rispetto dell’avversario. Di conseguenza questo sarà il mio messaggio: avere passione per lo sport e quindi rispetto per l’avversario”.