È stato per quasi un secolo il punto di riferimento per tutti i newyorkesi amanti dei dolci. William Greenberg Jr., il pasticciere famoso per le sue torte, biscotti al burro, brownies e crostate, è morto a 97 anni in struttura di riabilitazione a Valhalla.
Cresciuto nella zona di Five Towns a Long Island, Greenberg aprì il suo primo forno a Manhattan nel 1946: un piccolo punto vendita sulla 95ª Strada, vicino alla Seconda Avenue, investendo con 3.000 dollari vinti a poker durante il servizio militare.
Chiamò il negozio William Greenberg Jr. Desserts, Inc e nella zona, in poco tempo, fu apprezzato da tutti. Nel 1971 ampliò l’attività arrivando a gestire quattro sedi distinte, per lo più nell’Upper East Side, impiegando 16 pasticceri.

Diventò il maestro incaricato della decorazione delle torte, lavorando principalmente da quella che divenne il suo fiore all’occhiello, la pasticceria tra la 86ª e Madison Avenue. Decorava davanti a tutti e spesso attirava una grande folla, compresi i bambini che si riunivano dopo la scuola per guardarlo lavorare.
Lee Strasberg, regista e insegnante di recitazione, amava i brownies del signor Greenberg, così come il regista Mike Nichols, che si dice abbia convinto i suoi attori a dare il meglio promettendo in cambio uno dei suoi dolcetti.
L’attrice Glenn Close era solita ordinare torte a tema per le feste di fine riprese e si racconta che anche famose dinastie newyorkesi come i Lauder, i Tisch e i Rose celebrassero le occasioni speciali con una torta Greenberg. Per il 40° compleanno di Jonathan Tisch, sua madre ne ordinò una a forma di skyline di New York, con gli edifici Tisch evidenziati da una glassa bianca.
La scrittrice Delia Ephron aveva un debole per la crostata alla crema di cioccolato – una torta, in realtà, ricoperta di caramello e panna montata fresca. Alexa Hampton, designer d’interni, prediligeva la torta di caramelle, sormontata da cioccolato e completata ai lati da una colata verticale di panna montata.
Il suo cavallo di battaglia, però, era la torta “garage”, pensate in modo tale da sembrare a tutti gli effetti un garage occupato da una serie di auto di cioccolato.