In tutta New York ci sono edifici abbandonati che si “nascondono in bella vista”. Ma che non sono sfuggiti a Mark Levine, presidente del Manhattan Borough, alle prese con un nuovo piano abitativo per la città caratterizzato dal recupero degli spazi non più utilizzati.
L’ex consigliere comunale ha individuato circa 171 di questi siti in tutta Manhattan dove, sostiene, si potrebbero costruire più di 73.000 case. Lo staff tecnico di Levine sta esaminando tutti i lotti per capire se possono essere recuperati totalmente, se hanno necessita’ di lavori o di cambi di destinazione: ci sono, infatti, ex uffici postali, pub, edifici universitari. Un primo studio ha rivelato che un quarto dei siti non richiederebbe nessun “cambio d’uso” e oltre il 40% delle case potrebbe essere destinato a persone con redditi bassi. Insomma, seppur non facile da attuarsi, resta una grande possibilità per sopperire alla carenza abitativa che potrebbe mettere tutti d’accordo.

L’ostacolo non facile da superare e’ che il Piano richiederebbe significativi lavori di costruzione e coordinamento tra funzionari, cittadini, statali e federali. Senza dubbio genererebbe numerose complicazioni politiche e finanziarie. Ma, come detto, la proposta del presidente potrebbe essere la risposta alla sempre più crescente richiesta di alloggi e, non ultimo, potrebbe frenare il non comprensibile e costante aumento di prezzi, per affitti e per acquisti.
Bisogna intervenire e presto. Lo dicono i dati. Si pensi che l’area metropolitana di New York già nel 2019 aveva bisogno di oltre 340.000 abitazioni (stima del 2022 di Up for Growth, un gruppo di ricerca di Washington). Una fame di case che sta mettendo gli amministratori in allerta, a caccia di siti. E il sindaco di New York, Eric Adams, ha di recente ribadito la volontà di riqualificare midtown Manhattan e costruire 500.000 case in più nel prossimo decennio.
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