Monumentali e spettacolari, poco sappiamo degli alberi che immobili, dall’alto del loro tempo, ci sovrastano nelle metropoli, nei parchi o nelle foreste. Un arancio di 800 anni è l’esemplare più antico d’Europa, in California esistono le sequoie più alte del pianeta e solo a Roma ci sono più cedri del Libano che in tutto il Medio Oriente: aneddoti, storie e leggende testimoniate da questi giganti, sopravvissuti a incendi, fulmini e nevicate, che incessantemente ripuliscono l’aria e donano ossigeno, senza chiedere nulla in cambio. Sia come sia, l’albero ora più che mai è al centro del dibattito sul futuro. Ce ne parla Fred Breglia, arborista pluripremiato di New York e direttore esecutivo del Landis Arboretum di Esperance. Da sempre appassionato di alberi secolari e di conservazione (da qui il soprannome di “Tree Man”), dopo anni di spedizioni e due settimane di cammino nella periferia rurale della contea di Rensselaer, ha identificato l’albero più alto mai trovato nello Stato di New York. Ci racconta l’importanza dendrologica di “questo sogno diventato realtà”.
Come lo ha scoperto?
Ho dedicato la maggior parte della mia vita a catalogare alberi maestosi per il registro statale di New York e, solo di recente, durante una delle mie fughe botaniche mi sono imbattuto in questo tronco unico e gigante (molti alberi sono spesso fusioni di arbusti), che ha anche il potenziale per essere incoronato come uno dei più grandi della sua specie (pioppo orientale) nel mondo. Riposa in una pianura alluvionale, protende i suoi rami verso il fiume Hudson e si confonde con la chioma degli alberi circostanti. Una reliquia.
Che tipo di albero è il pioppo orientale?
Populus deltoides è una specie originaria del Nord America, che si è diffuso negli Stati Uniti orientali, centrali e sud-occidentali. È un albero a crescita rapida e ha la corteccia bianco argentea, liscia o leggermente fessurata (da giovane), che diventa grigio scura e profondamente fessurata sugli alberi vecchi. Nonostante le dimensioni il legno è spesso fragile e si spezza prematuramente, non è il caso di questo che è in salute ed è una qualità rara. Le foglie sono dentate molto grossolanamente, di colore verde scuro e a causa del gambo piatto hanno la tendenza a tremare anche alla minima brezza.

Come è nata la sua passione per gli alberi patriarcali?
La caccia ai grandi alberi risale alla mia infanzia quando mia madre mi portò a vedere la quercia gigante che dominava Beards Hollow a Richmondville, la protagonista della fiaba che più desideravo farmi raccontare. L’incontro con quel vecchio albero è indelebile e mi ha impressionato talmente tanto che ho intrapreso gli studi sulla scienza delle piante. Nel1999 ho iniziato la missione per identificare l’albero più grande dello Stato e non ho più smesso. Trascorro la vita fuori dai sentieri battuti, alla ricerca di vestigia del passato tra gli imponenti paesaggi arborei.
Come può essere così sicuro che questo sia il più grande? Esiste una formula per calcolare le dimensioni complessive?
Se lo si confronta con qualsiasi altro tronco e con qualsiasi altra specie, non c’è nulla di simile. È alto quasi 33 metri con un tronco di quasi 11 metri di circonferenza, ha un’età compresa tra i 200 e i 300 anni (a riprova della sua forza, dato che si tratta di una specie che in genere sopravvive in media solo tra i 70 e i 100 anni). Alcuni arti, più grandi della sua chioma, sono andati perduti a causa del tempo e degli agenti atmosferici, ma nonostante l’età avanzata, l’albero è ancora vivo. Esiste una formula utilizzata per misurare tutti gli alberi pubblicata negli anni ’40 dall’American Forests (un’organizzazione no profit per la conservazione delle foreste): si tratta di sommare la circonferenza in pollici, l’altezza in piedi e 1/4 dell’estensione della chioma. Dopo un’attenta misurazione, e un confronto con l’elenco dei grandi alberi tenuto dal Dipartimento per la conservazione dell’ambiente di New York, non c’è dubbio che sia il numero uno, indipendentemente dalla specie.
Pensa che ci siano alberi più grandi nello Stato ancora da scoprire?
Ogni scoperta può aprire nuove porte e, quest’anno per incoraggiare le ricerche, il Landis Arboretum ospiterà una vera e propria competizione su tutto il territorio dello Stato, così da verificare l’eventuale esistenza di esemplari ancora più grandi. I concorrenti sono professionisti e dilettanti appassionati che provengono da tutto il mondo, e vanno a caccia degli alberi più maestosi con forte spirito di competizione.

Perché è importante documentare questi esemplari incredibilmente vecchi?
Sono i custodi di materiale informativo prezioso per il futuro. Un tempo alberi così grandi erano comuni, oggi sono un reperto. Lo sviluppo e l’agricoltura hanno annientato molti terreni e la maggior parte delle vecchie foreste sono state disboscate e prosciugate delle loro risorse. Le foreste secolari costituiscono meno dell’1% delle foreste del mondo e meno del 3% delle foreste degli Stati Uniti. Più ne veniamo a conoscenza, più ci rendiamo conto di quanto siano esemplari di particolare pregio naturalistico, per rarità botanica e peculiarità della specie, recano un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale e ambientale.
Questo albero, così come molti altri esemplari nello Stato, si trova in una proprietà privata e non è protetto dalla legge. Questo la preoccupa?
Sì. Nel 2007 ho contribuito a far approvare il Bruce Kershner Heritage Tree Preservation and Protection Act per la protezione delle foreste secolari (incluse nelle riserve naturali e storiche dello Stato) dal taglio del legname, ma la legge non riguarda i terreni pubblici. Bisognerà apportare delle modifiche, e fino ad allora spero che i proprietari si mettano una mano sul cuore e non lo abbattano.
Come sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza ecologica della protezione delle foreste secolari?
È da sempre la mia missione. Le foreste ospitano circa l’80% della biodiversità terrestre del mondo, con oltre 60.000 specie di specie arboree. Eppure, nonostante gli inestimabili benefici ecologici, economici, sociali e sanitari, la deforestazione a scala globale continua ad essere allarmante. La gestione sostenibile di tutti i tipi di foreste è al centro delle sfide dei paesi in via di sviluppo e sviluppati, a beneficio delle generazioni attuali e future. Negli ultimi anni ho aperto una serie di account sui social media per contribuire a promuovere l’apprezzamento degli alberi patriarcali e delle foreste più antiche. I tassi di crescita degli account dimostrano che il pubblico è molto interessato all’argomento. La comunità di Big Tree Seekers, è il punto di riferimento mondiale per tutto quello che riguarda gli alberi secolari, per oltre tre settimane è stata pubblicizzata su un cartellone gigante a Times Square con l’intento di soddisfare le esigenze di sviluppo, preservando le foreste antiche esistenti, ricche di biodiversità creatasi durante secoli e a volte millenni. Ha risolto il problema? Risolveremo il problema da soli? No. Siamo una parte importante della soluzione? Sì, siamo i protagonisti.