Emma Straub è una delle donne più coraggiose della scena letteraria newyorkese. Ha fondato “Books Are Magic”, il paradiso delle librerie indipendenti a Cobble Hill, con il marito Michael Fusco, cinque anni fa e lo scorso 6 novembre, ha aperto una seconda sede nel cuore di Brooklyn Heights.
Il negozio, con il suo iconico murale nero e rosa che si affaccia su Butler Street, è diventato un appuntamento fisso nel quartiere: ospita eventi per i giovani lettori, presentazioni con autori e resiste alle difficoltà dei tempi. “Non vedevamo l’ora”, spiega una Emma Straub, piena di energia, con indosso una collana multicolore (da lei realizzata) e i tondi occhiali tartaruga che, insieme alla scrittura calorosa e incisiva, sono la sua cifra distintiva.
Autrice di cinque romanzi best seller del New York Times –All Adults Here, di cui sarà presto tratta una serie televisiva, Modern Lovers, L’ultima diva (Mondadori), I vacanzieri (Rizzoli) e la raccolta di racconti Other People We Married-, nonché figlia di Peter Straub, scrittore di horror e fantasy, amico di lunga data di Stephen King, con cui scrisse il libro The Talisman a metà degli anni ’80, e scomparso il 4 settembre 2022, all’età di 79 anni. Emma Straub dopo il doloroso addio e impegnata nel tour promozionale per il nuovo romanzo, “Domani a quest’ora” (edito da Neri Pozza, nella traduzione di Alessandra Maestrini), non ha esitato a raccontarci la sua doppia vita di scrittrice e libraia.

La decisione dell’apertura della nuova libreria è coincisa con la pubblicazione del suo ultimo libro (Domani a quest’ora– una commovente lettera d’amore per un’epoca passata nell’Upper West Side e un legame familiare senza tempo). Essere una scrittrice-libraia è un gioco di destrezza tra due mestieri uniti dal potere delle parole?
Certo che lo è, e credo che la libreria sia sempre stato il lavoro preferito dagli scrittori perché è così stimolante essere circondati dai libri tutto il giorno. Nelle grandi città come New York, lavorare in una libreria significa anche avere accesso a molti autori e persone che si occupano di editoria, quindi credo che questo sia un altro motivo per cui i giovani scrittori lavorano spesso nelle librerie.
Aprire una libreria è un atto di amore e insieme di fiducia nei confronti della cultura, e in particolare di quel bene unico, meraviglioso e insostituibile che è il libro. Il vero librario quali valori non dovrebbe mai perdere di vista, per proteggere l’autenticità del suo mestiere, pur rimanendo al passo con i tempi?
Credo che tutti i librai debbano tenere il cuore e le orecchie aperte: ho imparato moltissimo dai miei giovani librai.
Aprire scatoloni, fare la spunta con le fatture, compilare inventari, firmare e spostare pile di libri, spolverare, rispondere con garbo ai clienti più difficili. Il lavoro in libreria non è solo quella idea romantica fatta di vivacità intellettuale: quanto costa rendere invisibile la fatica della gestione di una piccola impresa?
Giusto. La libreria è piena di lotte! Abbiamo una ventina di dipendenti e quindi ci sono sempre cose in ballo. Abbiamo una grande squadra, ma sì, la lotta fa sempre parte dell’equazione.
Alice, la protagonista di Domani a quest’ora, insegna che la possibilità di consultare il passato e di interrogarlo, mantiene alta la consapevolezza sorridente di chi siamo. La lettura ha il potere confortante di rimettere in piedi quella parte dell’essere umano che inevitabilmente è destinata a inciampare nei dolori della vita?
Non posso parlare per tutti, ma per me sì: la lettura è la mia fuga e il mio conforto più affidabile. C’è una frase nel libro che dice: “nella famiglia di Alice la narrativa è la loro religione”, e questo è certamente vero anche per la mia. I libri aiutano, l’arte aiuta. Grazie a Dio.

“Verso il futuro!” è lo slogan di Fratelli nel tempo, il romanzo scritto da Leonard Stern (il padre di Alice): qual è lo slogan che Emma urla per il futuro delle sue amate librerie?
Beh, i libri sono magici, naturalmente.