C’è un pittoresco community garden di South Manhattan, sconosciuto persino a molti newyorchesi, che sta lottando strenuamente da dieci anni per sopravvivere al motto: “Non perdere la magia”. Ora ha spuntato un’importante vittoria.
La giudice della Corte Suprema Debra James, dopo due anni di attesa, si è espressa a favore di Elizabeth Street Garden, avallando la richiesta dell’associazione non profit che gestisce il piccolo parco e bloccando, così, idealmente le ruspe che avrebbero dovuto abbatterlo, per lasciare spazio a un nuovo progetto di edilizia residenziale sociale da 123 appartamenti destinati ad anziani a basso reddito.
Un successo per gli attivisti di Elizabeth Street, che si sono visti riconoscere la richiesta di annullare la dichiarazione d’impatto ambientale presentata dalla municipalità di New York – proprietaria dell’area e promotrice del nuovo progetto edilizio denominato Haven Green – con cui si certificava che la costruzione dell’edificio non avrebbe avuto effetti negativi sull’area circostante.
Elizabeth Street Garden è un luogo peculiare e affascinante, non facile da definire. Qualcuno direbbe unico. I suoi 1.800 metri quadrati di dimensione sorgono tra Prince e Spring Street; un minuscolo polmone verde nel mezzo di Nolita.
Lasciando gli edifici di mattoni e i clacson che rimbalzano tra le strade ed entrando nel giardino sembra di varcare la porta di un altro mondo. Si supera il cancello e si passa accanto a una sfinge di pietra. Esplorando il giardino sono tanti gli elementi stranianti che non ci si aspetta di trovare nel mezzo di Lower Manhattan, a pochi metri da Little Italy e Chinatown. Tra i vialetti in ghiaia e i cespugli che creano angoli nascosti, appaiono una moltitudine di sculture neoclassiche: leoni, nicchie, statue di bellissime dee, colonne, una terrazza balconata, persino una piccola fontana in cui nuotano pesci rossi.
Qualcuno viene qui per leggere, qualcuno per partecipare alle attività del parco come lezioni di yoga o piccoli concerti. Altri semplicemente vogliono godersi un raro angolo di quiete, una pausa dalla città.
E’ questa la magia che chi ama Elizabeth Street Garden vuole impedire vada perduta. Per ora i sostenitori possono tirare un sospiro di sollievo dopo ben dieci anni.
Il progetto di edilizia sociale Haven Green era stato, infatti, introdotto per la prima volta nel 2012 dall’allora membro del New York City Council Margaret Chin. E’ stato approvato definitivamente dal City Council nel 2017 e sviluppato dallo studio di Filadelfia specializzato in housing sociale Pennrose, insieme a Habitat for Humanity (di cui il nuovo edificio dovrebbe ospitare anche gli uffici) e RiseBoro Community Partnership.
Fin dalle prime battute la onlus che gestisce il giardino e la comunità di cittadini che lo amano si sono mossi per bloccare il progetto, sostenendo che la municipalità di New York City non avesse valutata correttamente l’impatto ambientale della distruzione di uno dei pochi spazi verdi tra Nolita, Little Italy e Soho.
Questo pur ammettendo che il progetto residenziale avrebbe provveduto alla creazione di un nuovo spazio verde ad accesso pubblico, ritenuto comunque troppo piccolo e non comparabile a quello attuale.
La vittoria arrivata dopo una lunga attesa ha fatto esultare in primis Joseph Reiver, executive director dell’associazione Elizabeth Street Garden e figlio del creatore del giardino, Allan Reiver, scomparso nel 2021.
Fu lui, negli anni Novanta, a dare al giardino questo aspetto peculiare ed eclettico. Il lotto pubblico – su cui prima sorgeva una scuola, poi abbattuta – era abbandonato e trascurato da oltre dieci anni e versava in pessime condizioni. Reiver, che era proprietario dell’adiacente negozio di antiquariato Elizabeth Street Gallery, ricevette l’autorizzazione a occuparsi dell’area, che sistemò e trasformò curandone la vegetazione e adornandola con sculture provenienti dalla sua collezione. Si avviò, così, il rinascimento di Elizabeth Street Garden, apparso poi anche nella guida “36 Hours in New York” del New York Times e nella serie “Modern Love” prodotta da Amazon Studios.
Quella vinta, per ora, è la battaglia e non la guerra. Per bocca del portavoce William Fowler, il City Department of Housing Preservation and Development ha già annunciato che ricorrerà in appello con la volontà di costruire: “Con 100.000 anziani attualmente in lista d’attesa per accedere a una casa popolare, non possiamo permettere a poche voci anti-costruzioni di continuare a intralciare progetti di cui la nostra città ha un disperato bisogno”.
I difensori di Elizabeth Street Garden hanno proposto di ricollocare il progetto in altri siti di Lower Manhattan ritenuti più idonei, come il 388 di Hudson Street, ma finora l’idea è stata rigettata dal City Council. Promettono, comunque, di non demordere e si preparano a continuare a difendere il giardino e la sua imperdibile magia.