Quando percorre il rettilineo di fronte a Central Park, l’ultimo tratto di una maratona oggi graziata dal favore delle condizioni meteorologiche, sembra quasi non fare fatica.
Lo supera leggero, Evans Chebet, toccando appena il cemento con quelle scarpe rosa shocking che difficilmente passano inosservate. Gli esperti dicono sia il segreto di chi corre bene: far apparire tutto semplice, anche dopo quarantadue chilometri.
Il keniano, che ha 33 anni e viene dalla vittoria qualche mese fa alla maratona di Boston, si aggiudica così il secondo trionfo americano dell’anno, rubando il successo al brasiliano Do Nascimento rimasto in testa fino al 32° chilometro e poi crollato a terra in preda ai crampi.
Ci aveva provato, il 24enne di Rio de Janeiro, a dare alla corsa il suo ritmo forsennato. Al 21° chilometro, la “mezza maratona”, sul cronometro aveva fatto segnare un sensazionale 1h01:22. Troppo, per un fisico che a un certo punto non ha più retto. Secondo posto per l’etiope Shura Kitata, mentre a chiudere il podio è stato l’olandese Abdi Nageeye, che fu argento nella maratona dei Giochi di Tokyo.
Tutto attorno al traguardo, un fiume di folla ha invaso la città. Si stimano oltre due milioni di spettatori attaccati alle ringhiere che costeggiano il tracciato: più dell’intera Milano. Campanellini, trombette e striscioni. Fa sorridere sentire i nomi storpiati dalla gente, che cerca di leggere le pettorine degli atleti per incitarli ad arrivare fino alla fine. Aiutarli a correre quegli ultimi metri dove il dolore si fa sentire. Per prime arrivano alle donne (partite alle 8.40), con la keniana Sharon Lokedi medaglia d’oro in 2 ore, 23 minuti e 23 secondi, davanti all’israeliana Lonah Chemtai Salpeter, superata negli ultimi chilometri e seconda a 7″ dalla vincitrice.
I corridori apprezzano l’affetto delle persone. Qualcuno sorride, altri non ci riescono. I volti sono già abbastanza tirati per riuscire a muovere qualche altro muscolo. Daniele Meucci, unico italiano tra i top runners e campione europeo nel 2014, ha chiuso in ottava posizione, facendosi superare sul traguardo dal keniano Albert Korir, vincitore della maratona nel 2021.
Ad applaudirlo, insieme ad altri che distanti qualche minuto sfilano sotto gli occhi dei presenti, sono in tantissimi. Ci sono coppie impegnatissime a scattare qualche foto, runner vestiti da corsa che guardano dall’esterno sognando probabilmente di essere lì, un giorno o l’altro. Ci sono padri con i figli piccoli sulle spalle, che ad ogni passaggio alzano le mani al cielo e urlano. Tutto in un clima di estremo ordine, assicurato dalle tante forze di polizia dispiegate ogni 100 metri.
È un giorno di festa a New York, che nella quotidianità celebra lo sport con le sue tante palestre, club e appassionati mai stanchi dell’attività fisica. Una città in cui sollevare un peso, prendere in mano una racchetta o dare un calcio a un pallone è visto come un passatempo da sviluppare e incoraggiare. Con lo sport, negli Stati Uniti, si possono aprire tante porte.
Intanto, con la vittoria di oggi, Evans Chebet oltre alla gloria si porta a casa un assegno da 100.000 dollari. 2 ore, 8 minuti e 41 secondi mai state così produttive.