Si sono tenuti mano nella mano per tutto il tempo della conferenza stampa, trattenendo a stento quelle lacrime che alla fine hanno avuto la meglio. Prima fermandosi nella rete delle ciglia, poi finendo sui loro visi.
Elisabetta e Mauro Mandia hanno ascoltato, ancora una volta, i dettagli degli ultimi giorni di vita del loro figlio, Claudio, morto suicida in una stanza della EF Academy di Thornwood, scuola internazionale nella contea di Westchester, Stato di New York, il 17 febbraio scorso. In un silenzio surreale, l’avvocato George Bochetto ha ricostruito la penosa vicenda incontrando per la prima volta la stampa presso il suo ufficio, a White Plains, per annunciare la svolta nelle indagini che porta dritta dritta all’avvio della causa civile nei confronti della scuola per “trattamento inumano”.
L’esposto è stato presentato alla Corte Suprema della Contea di Westchester per pertinenza territoriale. Sotto accusa, tra gli altri, il direttore dell’istituto, Vladimir Kuskovski, il preside Wayne Walton e la psicologa Chelsea Lovece, che conosceva i problemi di fragilità psicologica del ragazzo a rischio espulsione per essere stato ‘pizzicato’ a copiare un compito di matematica e perciò messo in isolamento. Con notevoli restrizioni anche di cibo.
Ma il risarcimento lascia il tempo che trova. Non ci sarà mai una cifra capace di restituire alla famiglia di imprenditori italiani di Battipaglia, in provincia di Salerno, quel ragazzo dal sorriso contagioso e solare. E così, Mauro ed Elisabetta hanno deciso di andare oltre. Sanno che non possono concedersi il ‘lusso’ di crollare. Adesso è il momento di raggiungere l’obiettivo importante, non facile, ma percorribile. Arrivare ad avere una nuova legge, la “Claudio’s Law”, capace di cambiare l’intero sistema delle scuole private americane per renderle più responsabili del trattamento degli studenti ed impedire la ripetizione di simili tragedie.
“Sono sconvolto da quanto accaduto, è una situazione assurda, orribile. Percorreremo la strada per far sì che il protocollo interno delle scuole private venga rivisto. La condotta di tutti i denunciati, secondo noi, è colposa e causa di quanto avvenuto”, spiega l’avvocato Bochetto.
L’isolamento al quale Claudio sarebbe stato costretto lo avrebbe indotto a togliersi la vita. Un suicidio tentato due volte, come provano i segni evidenti intorno al collo denunciati da alcuni compagni di corso ai responsabili della scuola.
Una situazione di forte disagio, quella vissuta dal 17enne, sotto stress per la possibile espulsione. Emozioni forti che si sono aggiunte al dolore di un importante lutto in famiglia. Poi il Covid-19. Insomma, un mix esplosivo che Claudio non ha retto. Ma ha provato a chiedere aiuto, fino alla fine. Anche in una video-chiamata ai genitori, il battipagliese mostra una stanza dalle pareti bianche con una finestra che affaccia sul cortile, vuoto. Lui solo nella stanza, emaciato, provato. Impossibile, e inspiegabile, le reiterate richieste dei genitori alla scuola di farlo uscire dall’inferno che stava vivendo.
“Quella di mio figlio è stata una morte inutile, poteva essere evitata. Nessun altro genitore dovrà ricevere una notizia simile come quella che ci raggiunse appena atterrati a New York. Doveva essere una giornata di festa per i 18 anni di Claudio. Invece ora ci ritroviamo a ricercare le responsabilità, importanti, di chi ci ha tolto nostro figlio. Questi trattamenti non dovrebbero esistere in nessuna scuola, luogo deputato a prendersi cura degli studenti, allo sviluppo culturale ma non solo”, spiega Elisabetta, madre di Claudio. Mauro, sempre accanto alla moglie, chiosa: “Chiediamo solo che questo non capiti più. Ma mi sia consentito di ringraziare le Diplomazie italiane che fin dall’inizio ci sono state vicino. Sempre”.
Alla conferenza stampa era presente anche il console italiano a New York, Fabrizio Di Michele, visibilmente scosso dalla vicenda, che in prima persona ha seguito. “Abbiamo cercato di accompagnare la famiglia in questo difficile percorso della loro vita, spiega il console e aggiunge. Siamo stati in contatto, sempre, facendo anche da ponte con l’Italia. E continueremo a farlo”.