Perdersi, girare a destra poi a sinistra e ritornare allo stesso punto, quindi cambiare strada: è il labirinto. Simbolo universale, sacro e laico. Da quello greco e romano, immagine del potere, a quello medievale, immagine di fede, fino al giocoso ed intricato Amazing Maize Maze, di New York.
Nella più longeva fattoria dello Stato, la Queens County Farm, è stato aperto ufficialmente l’unico labirinto dei cinque distretti in cui avventurarsi questo autunno. Progettato in collaborazione con con il Georgia O’Keeffe Museum, l’intricato dedalo è una sfida tortuosa, tra i filari di mais, del più grande tratto di terreno agricolo della città, iscritto nel Registro nazionale dei luoghi storici, membro dell’Historic House Trust di New York e proprietà del Dipartimento dei Parchi di New York.
Una risorsa vitale e rara che offre -oltre al complesso di serre, bestiame, veicoli e attrezzi agricoli, campi coltivati, un frutteto e un giardino di erbe- il brivido della perdita dell’orientamento in tre acri di puro divertimento. Un opera land art, aperta il venerdì, sabato e domenica fino al 29 ottobre, e lunedì 10 ottobre – a seconda della vita delle piante e le condizioni atmosferiche che determinano la durata degli ampi sentieri sterrati delimitati da fitte pareti verdi.
In origine, si credeva che il primo labirinto di mais a grandezza naturale fosse stato creato ad Annville, in Pennsylvania, nel 1993; tuttavia, labirinti di mais simili sono stati raccontati dalla stampa già nel 1982, fin quando non sono diventati popolari negli ultimi dieci anni (in Nord America), soprattutto tra le masse suburbane che desiderano vivere un’esperienza campestre fuori dal comune. Per molti newyorkesi Amazing Maize Maze è considerata una vera e propria tradizione di Halloween tanto quanto intagliare una zucca. “ Di certo un’esperienza sensoriale più impegnativa”, spiega l’ Executive Director, Jennifer Walden Weprin.
Oltre all’entusiasmo, è utile avere un buon senso dello spazio ed è importante capire dove sono il nord, sud, est e l’ovest prima di entrare. La consapevolezza direzionale di base può aiutare a trovare la strada attraverso percorsi tortuosi e ramificati anche quando la capacità di vedere è limitata da gambi di mais alti fino a 14 piedi. “Attingi a tutti i tuoi sensi, nota in quale direzione corrono i filari e ruota la mappa nelle mani finché non punta a nord, e mantieni questo orientamento come una bussola”. Prendiamo nota delle istruzioni restituiteci da Jennifer Walden Weprin quando la raggiungiamo per comprendere come un campo di mais si trasformi in un labirinto interattivo e come la psicologia gioca un ruolo fondamentale per trovare la via d’uscita soprattutto nel buio.

Quanto è importante per New York un labirinto di mais sul terreno del Queens County Farm Museum?
“È una risorsa vitale che mette in contatto le persone con la dimensione della natura. Una tradizione che dura da ben 16 anni, e riporta i visitatori e le famiglie indietro nel tempo, agli albori dell’agricoltura, con un tocco di divertimento tutto nostro. Il Queens County Farm Museum risale al 1697 e i 47 acri di terreno agricolo della Queens Farm rappresentano 325 anni di storia di coltivazioni sostenibili (la produzione sfama i newyorkesi da oltre tre secoli). Il labirinto come opera d’arte segna il territorio, che realizzato in maniera condivisa, è pensato per essere un luogo di, avventura. Un’ immersione nella vita campestre senza aver bisogno di lasciare la città”.
Quali sono state le fasi di progettazione per realizzarlo?
“È un’esperienza professionale estremamente stimolante per quanto riguarda l’aspetto tecnico. Il progetto è il culmine di molte ore di lavoro: la pianificazione inizia con la scelta del tema da rappresentare grazie all’ausilio di un consulente che attraverso sistemi computerizzati delimita il campo e taglia i sentieri a livello grafico, una volta concettualizzato il progetto segue la semina e quando le piante di mais sono pronte inizia la fase operativa di tracciamento e creazione del percorso. Vederlo nascere è stupefacente”.
Perché propio il mais? Dal punto di vista agricolo porta dei benefici alla terra?
“Il mais rappresenta la vita e il ciclo vitale. lo pianti, nasce, cresce, avvizzisce e viene mietuto, inoltre è una pianta potentissima. La coltura di copertura è effettuata all’inizio della primavera per piantarlo a giugno. È un labirinto di coltivazione rigorosamente biologica”.

Quest’anno Amazing Maize Maze rende omaggio a un dipinto iconico di Georgia O’Keeffe, “Ram’s Head, Blue Morning Glory”. Perché questa scelta e qual è il messaggio che desiderate comunicare?
“Georgia O’Keeffe era molto legata a New York ed è un’opera che simboleggia il suo rispetto per la terra e la cultura. È un nuovo modo di condividere l’arte in maniera sperimentale con l’intento di raggiungere più persone possibili. Un’artista che aveva una grande passione per il giardinaggio, la coltivazione e l’educazione ambientale: capisaldi del Queens County Farm Museum. Osservare l’opera – riprodotta in un luogo che ne esalta gli stessi ideali- è una delizia per chiunque la visiti”.
È un percorso difficile? Quanto tempo occorre per attraversarlo?
“È un’avventura tortuosa e piena di enigmi di circa due ore. I nostri labirinti sono pensati per essere impegnativi, ma non pericolosi. Per risolverlo occorre girare e rigirare attraverso tre acri di coltivazioni di mais densamente piantate. Una breve sessione informativa, due importanti regole (non si corre e non si tagliano gli steli) e diversi indizi aiutano ad orientarsi, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: trovare l’uscita. Non bisogna farsi scoraggiare, le dimensioni sono gestibili e occorre una buona concentrazione. La ricompensa una volta completato è la spettacolare vista a 360 gradi del labirinto dal Victory Bridge. Ma la sfida più grande è inoltrasti di notte. Il bagliore della luna? Non aiuta, ci vuole coraggio e una buona torcia”.

Non tutte le persone sono dotate di capacità di mappatura naturali, alcune compensano con strategie di tipo metacognitive (come posizionare un mucchio di pietre lungo un sentiero che si è già preso), ma c’è anche chi soffre il panico da disorientamento. Quali sono i trucchi per coloro che ruotano su se stessi e non trovano la via d’uscita?
“Alcune persone sono semplicemente più attrezzate di altre per affrontare i labirinti e non tutti riescono a navigare con successo. Nonostante sia un luogo di divertimento capita di rimane intrappolati. In questi casi ci sono gli addetti al recupero seduti su torri di controllo e mentre si sventola una bandiera si può parlare con loro attraverso un lungo tubo nero. È impossibile vedere oltre gli steli, quindi in caso di disorientamento è una strategia che sconsiglio”.
Cosa accade quando con il tempo Amazing Maize Maze perde della sua vitalità?
“I labirinti di mais, per loro natura, non sono costruiti per durare. A questo punto i gambi di mais diventano secchi e logori, e si delimitano i percorsi calpestati nella confusione da settimane di traffico intenso. Finita la stagione, finisce la magia: giriamo i campi e compostiamo”.
È una magia che attrae tanti newyorkesi. Perché piace così tanto?
“È un evento autunnale imperdibile. Decine di migliaia di visitatori percorrono L’Amazing Maize Maze. Chi non è attratto dalla sfida e dal divertimento in un contesto agro urbano? Inoltre molti sono i newyorkesi che grazie al labirinto visitano per la prima volta un’azienda agricola in attività ed il nostro obiettivo primario rimane quello di educare i cittadini affinché diventino loro stessi amministratori dell’ambiente”.
L’Amazing Maize Maze così come ogni labirinto sono la metafora perfetta dell’esistenza. Un suggerimento per viverlo al meglio.
Non perdetevi!
