È scattata ufficialmente l’emergenza senzatetto a New York, che nelle ultime settimane ha esaurito la capacità delle sue strutture di accoglienza a causa dell’afflusso di circa 2.800 richiedenti asilo provenienti dal confine USA-Messico.
Alla fine della scorsa settimana, più di 50.000 persone risiedevano nei rifugi gestiti dal Department of Homeless Services (DHS), in netto aumento rispetto ai 46.591 registrati all’inizio del 2022.
Gli shelters sono ormai saturi, e diventa perciò impossibile fornire alloggio a tutte le persone in difficoltà. Un obbligo di ospitalità, beninteso, che non è solo di natura morale ma soprattutto legale – dato la Grande Mela è l’unica città d’America ad aver sancito il “diritto all’alloggio“, ovverosia il diritto (e il conseguente dovere di City Hall) a fornire un alloggio dignitoso e adeguato a chiunque sia senza fissa dimora e non abbia altri posti dove andare, come sancito nel landmark case del 1981 Callahan vs. Carey.
Secondo la Legal Aid Society, che si occupa proprio di fornire assistenza ai senza fissa dimora, era almeno dal 2014 che la città sull’Hudson non contravveniva al suo obbligo di fornire un letto e un tetto. Cosa che non sarebbe invece avvenuta per circa una dozzina di famiglie, che nei giorni passati sarebbero state costrette a passare la notte in una struttura di accettazione nel Bronx, con alcuni neonati al seguito.
La questione è stata ripresa anche dal sindaco Eric Adams, che all’inizio della scorsa settimana si è appellato al Governo federale per affrontare il problema. “Attualmente New York sta osservando un forte aumento del numero di richiedenti asilo provenienti dall’America Latina e da altre regioni”, ha dichiarato il primo cittadino martedì. “In alcuni casi, le famiglie arrivano su autobus inviati dai governi del Texas e dell’Arizona, mentre in altri casi sembra che gli individui siano inviati dal Governo federale“.
Accuse che sono state prontamente respinte dal governatore del Texas, Greg Abbott, e da quello dell’Arizona, Doug Ducey, entrambi repubblicani anti-immigrazione. Ricordando come la messa in sicurezza del confine meridionale rientri nelle competenze del Governo federale, i due hanno escluso di aver organizzato convogli di immigrati verso New York – mentre proseguono i trasferimenti in autobus degli immigrati clandestini (circa 5.000 fino ad oggi) dai due Stati meridionali verso Washington, ufficialmente in segno di protesta da parte dei governatori repubblicani contro le “disastrose” politiche migratorie dell’amministrazione Biden.
“(Abbott e Ducey) possono dire quello che vogliono”, ha risposto il sindaco. “Hanno sbagliato. (I migranti) sono finiti qui perché non hanno avuto il sostegno da parte loro”. Buona parte di loro, secondo i dati della Legal Aid Society, proviene da Colombia, Honduras, Venezuela, Haiti e Messico. “New York è pronta a mostrare la sua solidarietà e compassione umanitaria, ma dobbiamo ricevere le risorse necessarie per farlo”, ha chiosato il primo cittadino.
Lo stesso Adams, intanto, ha lasciato intendere che tra le possibilità allo studio di City Hall c’è quella di alloggiare circa 3.000 persone in alcuni hotel della Grande Mela.