Il Covid-19 non ne vuole sapere di abbandonare New York. Al contrario, con 42.000 casi solo la scorsa settimana, la Grande Mela si trova nel pieno della sesta ondata del coronavirus, causata da una sottovariante altamente infettiva di Omicron (BA.5) che alcuni hanno definito “la versione peggiore” del SARS-CoV-2 in quanto sorprendentemente resistente ai vaccini.
Secondo i dati del Dipartimento della Salute di City Hall, il tasso di trasmissione nei cinque boroughs è aumentato del 25% nelle ultime due settimane, in maniera equivalente alla media mobile di nuovi casi sullo stesso arco temporale. La situazione sanitaria peggiore è quella di Long Island City, nel Queens, con una media di nuovi positivi pari al 25,3%. Non è messa molto meglio Central Harlem, a Manhattan, che è seconda con un tasso del 20,9%.

La sottovariante BA.5 è ormai responsabile di oltre il 40% dei tamponi positivi nello Stato di New York e, secondo un recente studio della Columbia University, è più resistente alla vaccinazione rispetto alle altre. Ciononostante, gli esperti ritengono che chi abbia recentemente contratto la variante Omicron del Covid conservi una certa immunità (malgrado non totale).
Sulla ripresa dei contagi è intervenuto anche il sindaco di New York, Eric Adams, che si è detto tranquillo della capacità della metropoli di contrastare quello che è il maggiore aumento di infezioni da gennaio. “Nuove varianti si stanno facendo strada in città. E man mano che affiorano, noi continuiamo a spostarci e ripartire”, ha detto il primo cittadino, che ha inoltre lasciato intendere che il ritorno della mascherina obbligatoria non sia all’ordine del giorno.