Per 40 anni esatti, Dario D’ambrosi ha portato il suo “teatro patologico” sui palcoscenici del La Mama, il piccolo tempio del teatro sperimentale di New York conosciuto in tutto il mondo. Ellen Stewart, la fondatrice che lo ha creato nel 1961, quando vede per la prima volta d’Ambrosi nel 1982, senza conoscenza dell’inglese, senza soldi e con uno spettacolo sui pazzi lo mette alla porta.
Ma lui la incanta con una semplice domanda: “quand’è che il vostro teatro è chiuso?“ e la Stewart, ex modella, attrice, regista e filantropa, risponde secca: “lunedì martedì e mercoledì….”. “Allora – disse D’ambros – se me lo presti, il lunedì faccio le prove, il martedì presento il mio spettacolo e il mercoledì lo ripuliamo e ti restituisco il teatro La Mama per la normale programmazione…”.
La Stewart, che sapeva fiutare i talenti e gli ingegni, accettò subito: gli diede anche qualche soldo per le scenografie e 20 anni dopo consegnò a Dario D’Ambrosi un premio alla tenacia, trattandolo come uno dei suoi più cari amici.

La leggendaria Ellen, con la sua aria altezzosa e intimidente e una montagna di capelli ricci, era solita avere tra il pubblico Andy Warhol e Spike Lee, ma anche tanti divi di Hollywood a caccia di nuovi fenomeni che cercavano di sbarcare il lunario con i loro progetti sperimentali.
Dario D’ambrosi di progetti ne ha sempre avuto uno solo in testa: “Il teatro patologico”, l’esplorazione in scena delle varie manifestazioni della follia umana e il teatro come collante benefico per il suo contenimento non violento.
Lui stesso, dopo essere stato legato per mesi al letto di un manicomio, venne “ liberato” dalla famosa legge 180 del professor Basaglia, che aprì le porte ai sepolti vivi e trasformò l’Italia in uno dei paesi più avanzati nella cura e nell’integrazione dei portatori di malattie mentali.
Oggi d’Ambrosi nel suo centro romano al “Teatro Patologico” ha 60 ragazzi speciali, 15 insegnanti e tanti assistenti volontari. È un piccolo nucleo di attori per caso che il regista e terapeuta da quasi 4 decenni sta portando in giro in tutto il mondo: in questi giorni vanno in scena a Los Angeles e San Francisco. A New York, nello storico Cafè La Mama, Ellen Stewart non c’è più. Se n’è andata da oltre 10 anni, ma ha voluto che la preziosa eredità del La Mama passasse alla dolce Mia Yoo, attrice e regista. È stata lei, con una semplice cerimonia, a consegnare a Dario D’Ambrosi una grande placca d’argento per i suoi 40 anni di palcoscenico al La Mama.

Dario commosso tenace come sempre, dopo una tirata sui politici italiani che non sostengono a sufficienza le esperienze uniche come il “Teatro Patologico” aspetta adesso la visita del presidente Mattarella nella loro sede romana affinchè aiuti la causa di questi incredibili attori e portatori di handicap psicologici a malapena frenati dai farmaci.
La ricerca di D’Ambrosi questa volta però è andata oltre al palcoscenico ed è arrivata sui tavoli dell’Onu, presentando l’Italia come un paese pilota in questa ricerca sperimentale. “Stiamo cercando di dimostrare – dice il regista attore – che attraverso i nostri studi scientifici documentati di anno in anno arriveremo a stabilire che la pratica teatrale liberatoria che si sperimenta nel ‘teatro patologico’, con la routine di ogni giorno e degli spettacoli, porta benefici enormi a e abbatte l’uso dei farmaci che gli speciali-attori sono costretti a prendere per contenere le loro turbe psichiche…”.

E al pubblico “storico” e molto intimo del LaMama che ha fatto da cornice alla consegna del premio alla carriera, D’ambrosi oltre ad un monologo improvvisato e spericolato, non poteva lasciare testimonianza migliore del suo ultimo film-documentario, dove sono raccolte da Bruxelles a Tokyo, da New York a Londra, non solo le scene di un’originale e intensa Medea, ma anche gli spettacoli minori realizzati nel suo programma teatrale per i ragazzi portatori di handicap, che adesso sono diventati anche materia di studio e di insegnamento in diverse cattedre umanistiche scientifiche delle università italiane.
Le difficoltà, soprattutto durante la pandemia, non sono mancate, ma adesso la ripresa è iniziata.
Dario d’Ambrosi, pur avendo 40 anni di scena anche a New York, non li dimostra. E tornerà al La Mama nel 2023 con un nuovo spettacolo.