Le cabine telefoniche squadrate e chiuse in vetro, un tempo onnipresenti sui marciapiedi di New York e protagoniste di film e trasmissioni televisive, sono ormai un ricordo.
Lunedì scorso i funzionari della Grande Mela hanno salutato “l’ultimo” cabinato, che ospitava due apparecchi telefonici pubblici a filo, separati da un divisorio, con tanto di logo della Bell System (nonostante di cabine se ne contino tutt’ora sei a Manhattan, uno a Brooklyn e uno nel Queens).
La cerimonia simbolica si è tenuta tra la 7th Avenue e la 50ª strada, mentre cittadini curiosi – tra cui un luddista di Woodside che non ha mai posseduto un cellulare – osservavano una gru sollevare, lentamente, la cabina telefonica sul pianale di un camion e portarla via.
Un fatto storico che segna il completamento dello sforzo quasi decennale della città per sostituire la tecnologia obsoleta con i chioschi LinksNYC. Matthew Fraser, commissario dell’Ufficio per la Tecnologia e l’Innovazione, ha descritto la rimozione come un momento agrodolce, sottolineando “l’importanza che questi telefoni hanno avuto nel paesaggio urbano della città per decenni”, pur riconoscendo che è giunto il momento di cambiare. “Proprio come siamo passati dal cavallo all’automobile, e dall’automobile all’aereo, l’evoluzione digitale è passata dai telefoni a gettoni ai chioschi Wi-Fi, per soddisfare le esigenze di comunicazione quotidiana in rapida evoluzione”, ha dichiarato Fraser a NPR.

Il telefono a gettoni è stato esposto al Museum of the City of New York (MCNY) come parte della nuova mostra Analog City: NYC BC (Before Computers), che ripercorre la vita pre-digitale della città. “Devo dire che è una vera fortuna”, ha dichiarato Lilly Tuttle, curatrice della mostra, a proposito dell’inaspettata coincidenza. “La decisione è stata una scelta obbligata”, ha aggiunto. “A pochi giorni dall’apertura ho avuto modo di apprezzare quante persone siano affascinate dalla tecnologia del passato”.
Nell’era degli smartphones, può essere difficile ricordare l’importanza dei telefoni a pagamento nella vita quotidiana dei newyorkesi, ma un tempo non si poteva camminare per trenta metri, un isolato della città, senza incontrarne uno. Nel 1905 furono installate le prime cabine telefoniche; alla fine del 1925, ne esistevano 25.000 solo a New York, e nel 1960 il telefono a gettoni della Penn Station era il più frequentato del Paese, con una media di 5.500 chiamate al mese.
Prima degli anni ’80, la New York Telephone Company era l’unica società autorizzata a installare telefoni pubblici a pagamento nella città, ma l’impresa si rivelò molto ardua. Nel 1970, gli atti di vandalismo e i furti – riempimento delle fessure per le monete con oggetti, come gomme masticate, custodie delle scatole di fiammiferi strappate e pezzi di sacchetti di plastica – facevano sì che un telefono a pagamento su dieci non funzionasse.
Nel 1984, i telefoni pubblici sono stati deregolamentati dalla Commissione federale per le comunicazioni, aprendo così il mercato a migliaia di piccoli imprenditori indipendenti che sono entrati nel business. John Porter ha iniziato la sua attività di gestore di telefoni a pagamento a New York nel 1997. Porter ricorda questo periodo come una sorta di corsa all’oro. “Ai vecchi tempi bastava fare dei buchi nel marciapiede”, ha detto. “Era una libera impresa, la gente installava cabine telefoniche ovunque”.

Dal 1995, è stato il Department of Information Technology & Telecommunications a regolamentare i telefoni a pagamento installati sui marciapiedi di New York, ad eccezione dei telefoni collegati alle stazioni della metropolitana (gestiti dalla Metropolitan Transportation Authority) e quelli su proprietà private. Fin quando, il 10 dicembre 2014, il Comitato di revisione delle concessioni e delle franchigie della città, ha approvato all’unanimità un accordo di franchising non esclusivo che ha autorizzato la società privata CityBridge LLC, a installare, gestire e mantenere strutture di comunicazione pubblica in sostituzione di tutti i telefoni a pagamento. Le nuove strutture, note come chioschi LinkNYC, offrono WiFi gratuito ad alta velocità, chiamate gratuite negli Stati Uniti, ricarica dei dispositivi mobili e accesso ai servizi di emergenza 911 e 311.
Dal 2015, l’installazione dei chioschi digitali ha segnato la fine definitiva dei telefoni a pagamento per le strade della città e della maggior parte delle società che li gestivano. Nel 2000, secondo Stanley Shor, che è stato assistente del commissario per la supervisione dei telefoni a pagamento, c’erano circa 30.000 telefoni pubblici registrati, ma negli ultimi sette anni sono stati rimossi quasi tutti.
Oggi, rimangono solo quattro cabine ( “permanent full-length Superman booths” come le definisce il comune) tra la 66esima e la 101esima strada dell’Upper West Side, in West End Avenue. Arrivate dal Canada, in sostituzione delle Airlight, la loro presenza è permanente, grazie a un accordo tra la città e CityBridge che rende omaggio al ruolo rivestito dai telefoni pubblici nell’America del XX secolo.

Mark Thomas li ha testati, domenica scorsa. Ci riporta che solo uno è funzionante, con carta di credito telefonica o chiamata a carico del destinatario, e con 15 dollari si possono effettuare 3 ore di conversazione. Gli altri due apparecchi disponibili chiedono 25 centesimi a scatto e le monete inghiottite non vengono restituite. “Una volta le chiamate locali all’interno dei cinque distretti erano gratuite” ha aggiunto. “La buona notizia è che ho individuato un’altra vecchia cabina utilizzabile, e si trova tra la 21esima e la 33esima strada, ad Astoria”.
L’azienda privata LinkNYC, ha segnato la trasformazione dei telefoni a pagamento e oggi dichiara di aver distribuito migliaia di links in tutta New York e di aver facilitato più di 3 miliardi di sessioni Wi-Fi con oltre 10 milioni di abbonati. Ma le considerazioni dei newyorkesi sui chioschi digitali sono difformi: molti li considerano poco più che cartelloni pubblicitari in miniatura, altri l’unico modo grazie al quale possono contattare il proprio Paese di origine. Inoltre sono aumentate le preoccupazioni sulla privacy dei dati, e molte delle aree più povere della città hanno pochi chioschi, o non ne hanno affatto, lamentando una distribuzione disomogenea a danno di un incremento del divario digitale.

Mark Thomas documenta meticolosamente i telefoni pubblici di New York sul suo sito web, The Payphone Project, aperto nel 1995 “con lo scopo di elencare i numeri e le posizioni dei telefoni pubblici di Manhattan per incoraggiare le persone a fare una chiamata e chiacchierare casualmente con degli sconosciuti in modo sicuro e gioioso”. Ci racconta che contrariamente “al clamore che ha suscitato nell’opinione pubblica la rimozione dell’ultima cabina, esistono ancora diversi telefoni pubblici funzionanti, per lo più all’esterno delle case popolari. E sono un servizio pubblico essenziale per molti newyorkesi”.
“Quando passo per la Penn Station c’è sempre qualcuno al telefono pubblico, lo stesso vale per quelli a Rockefeller Center”. “Le persone vogliono ancora utilizzare questi apparecchi, ma non possono. La rimozione completa dei telefoni a pagamento, dalle strade della città, è stata fatta senza sollecitare il sentimento o le preoccupazioni dei cittadini. LinkNYC, il cosiddetto “telefono a gettoni del futuro”, non è stato proposto o sottoposto a discussione pubblica, ma solo annunciato”.

E quando gli chiediamo se i chioschi digitali distribuiti per la città funzionano, risponde: “La metà delle volte”. “Spesso sembra che la linea sia connessa, ma la persona non sente o viceversa. Accade anche che il telefono squilli in eterno, ma per finta. Quando riesco a chiamare è sempre emozionante, soprattutto se devo urlare e infilare la testa nell’apparecchio pur di farmi sentire. Consiglio a tutti questa esperienza futuristica”.
In città è ancora difficile accettare un futuro senza alzare il ricevitore di un telefono pubblico, soprattutto dato che è stato il mezzo che ha permesso a molti genitori di ricongiungersi con i propri figli, vittime di smarrimenti o rapimenti. “Sono diverse le famiglie che hanno utilizzato l’elenco dei numeri su The Payphone Project per rintracciare l’apparecchio pubblico, dopo aver ricevuto una chiamata di ritrovamento o di riscatto”, dice Thomas.
Ad ogni modo, niente più monete perdute e telefonate senza risposta: il destino della cabina telefonica di New York è segnato. E malgrado la nostalgia, il ricordo spesso inganna. A sostenerlo è lo stesso Thomas: “Le vecchie cabine telefoniche erano scomode e anche nel loro periodo di massimo splendore, diciamocelo, hanno sempre puzzato”.