Sono molte le attrazioni newyorkesi da non perdersi, quando si mette piede per la prima volta nella Grande Mela. Molte di quelle che da sempre vediamo nei film sono gratuite: la vista del ponte di Brooklyn, una passeggiata a Central Park, window shopping sulla 5th Avenue.
I prezzi della maggior parte dei musei e dei punti d’interesse della città, invece, non sono solo salati, ma continuano ad aumentare anno dopo anno.
Il primo che viene in mente è il MET: museo e location del famoso galà benefico delle star che, nel 2018, è passato dall’essere “pay as you wish” per cinquant’anni, al costare ai turisti $25 ad ingresso. Mentre, infatti, i newyorkesi muniti di documento d’identità possono ancora scegliere di pagare solo un dollaro per esplorare l’ampia collezione di statuette egizie e dipinti impressionisti, chiunque viva al di fuori di New York, New Jersey e Connecticut deve sborsare una quota fissa. Questo perché, prima, solo un terzo dei visitatori decideva di pagare la cifra suggerita.

Molti dei musei cittadini offrono alcuni biglietti gratis per dare a più persone l’opportunità di scoprire l’arte, la scienza e la storia di cui la città è pervasa. Così, anche i turisti ben organizzati possono partecipare alle affollate, ma gratuite, visite delle mostre in orari prestabiliti. Il MoMA, per esempio, ha un costo dei biglietti di $25, raddoppiato dal 2003 ad oggi, ma consente l’ingresso libero a tutti il primo venerdì di ogni mese.

Anche a New York, classificata come una delle dieci città più costose al mondo da visitare, non mancano i musei gratuiti. Tra questi, uno dei più interessanti è il National Museum of the American Indian, che fa parte della rete museale dello Smithsonian. A pochi passi dalla punta sud di Manhattan, dove gli indigeni avrebbero inconsapevolmente “venduto” l’isola agli olandesi per $24, la mostra permanente racconta la storia dei Lenape, primi abitanti della zona.
Anche la visita alla Statua della Libertà e ad Ellis Island è un classico da non perdere. Il biglietto si compra online a $24.30 e, dopo una lunga attesa in fila indiana al Battery Park, un traghetto porta prima alla grande statua in rame e poi all’isola che ha dato il benvenuto a 12 milioni di persone nel corso del ‘900. L’emozione è innegabile, ogni volta che si vede quello che è il simbolo non solo di New York, ma dell’intera identità statunitense.

Oltre alle mostre e alla storia cittadina, il turista-tipo a New York è affascinato dalla vista dall’alto sui quasi 300 grattacieli della Grande Mela. L’opzione migliore per godersela è, senza dubbio, scegliere una delle terrazze panoramiche, come quella dell’Empire State Building, del Rockefeller Center, o della moderna Freedom Tower, costruita vicino al punto in cui si trovavano le Torri Gemelle.
È però uno dei posti ancora meno conosciuti dai turisti ad offrire il miglior rapporto tra vista, prezzo ed esperienza: il modernissimo SUMMIT one Vanderbilt. Al costo di 39 dollari, i visitatori possono raggiungere il 93esimo piano, e godersi una vista a 360 gradi di Manhattan, oltre ad una mostra interattiva di Kenzo Digital e un bar che vende cocktail e piccoli snack. Il SUMMIT è il punto migliore della città dal quale osservare dall’alto sia il Chrysler building che l’Empire State.
Altra esperienza iconica in città consiste negli spettacoli di Broadway, negli antichi teatri (molti ristrutturati dalla Disney) che circondano Times Square. Le opzioni sono molte: dai classici come Chicago e il Fantasma dell’Opera, ai tanto attesi Paradise Square e A Strange Loop.
Rispetto alla stagione precedente la pandemia, in media i prezzi dei biglietti sono rimasti quasi invariati, sui $120 l’uno. Questi sono però quasi raddoppiati nell’arco degli ultimi 10 anni. Nel 2012, infatti, un ingresso costava in media solo $62.

Per trovare i biglietti più convenienti, i metodi sono due: scaricare applicazioni come TodayTix, che mostrano le offerte giorno per giorno e vendono biglietti scontati, o recarsi allo stand di TKTS a Times Square, dove il giorno dello spettacolo alcuni posti vengono venduti al 50%. Con questi metodi, si riesce ad avere accesso ai musical anche per $30 o $40 in ottimi posti.
Prima ancora delle attrazioni da aggiungere alla propria wish list, però, bisogna pensare in quale dei più di 700 hotel newyorkesi soggiornare. Si sa che il mercato immobiliare della città è diventato ancora più competitivo nel corso della pandemia, e gli alberghi si sono adeguati con il ritorno alla normalità iniziato nella seconda metà del 2021.
Il costo medio delle camere è infatti ben superiore alla media nazionale di $149 e, se non è certo una novità che gli hotel siano l’aspetto più costoso di una vacanza a Manhattan, un aumento medio di 100 dollari al giorno per le stanze base si fa sentire.
Mettendo a confronto i dati di febbraio 2019 e 2022, uno dei mesi più economici per visitare Manhattan, si nota infatti un passaggio da $175 di media a $250. Sicuramente, però, le opzioni economiche non mancano: l’International Student Center Youth Hostel, per esempio, offre letti in dormitorio a partire da $40 a notte.

Se quindi i prezzi dei musei sono rimasti invariati da inizio 2020 ad oggi, lo stesso non vale per molti altri aspetti che compongono una vacanza a New York. Il settore della ristorazione, tra quelli più colpiti da chiusure e restrizioni, ha visto aumenti drastici nei costi per i clienti. Già prima della pandemia, lo Stato di New York era il quarto più costoso per quanto riguarda il cibo in generale. Mensilmente, infatti, i locals spendono $100 in più rispetto alla media nazionale al supermercato.
Gli ultimi due anni, hanno però visto un aumento sostanziale nelle spese che ricadono sui ristoratori di tutto il Paese. Tra l’inflazione, l’aumento salariale dei dipendenti, i ritardi della catena di fornitura, il fatto che il costo di alcuni ingredienti sia quasi duplicato, i picchi d’infezione da Covid-19 e le misure di sicurezza che si sono aggiunte col distanziamento di tavoli, un pasto in un qualsiasi ristorante americano costa circa il 4,3% in più rispetto all’anno passato.
Nella Grande Mela, ormai, ci si può aspettare di spendere tra i 10 ed i 15 dollari a testa per un pranzo economico, comprato da un carretto a Central Park o in un fast food, $25 circa per un piatto mangiato stando seduti in un ristorante molto semplice, e una cinquantina di dollari a testa per un paio di portate ed un drink in uno dei ristoranti di medio livello dei cinque distretti.
Senza dimenticarsi, poi, delle mance: negli USA, infatti, oltre ai camerieri, (minimo 18% sul conto totale) è consuetudine dare la mancia agli addetti alle consegne, concierge, autisti e ai cassieri anche quando si prendono caffè e cibi da asporto. Lo standard è lasciare fino al 20% del totale speso, che andrà a integrare gli stipendi bassi dei lavoratori.

Facendo un conto tra hotel, pasti, abbonamento per i trasporti (che costa $33 a settimana), un paio di musei ed uno spettacolo a Broadway, è ormai difficile che una settimana a New York costi meno di $1500 a persona. Anche in caso si scelgano soluzioni “frugali”.