Le luci brillano a New York. Eppure, da qualche settimana, gli obiettivi di un’economia e di una società più ”verdi”, inseguiti dall’amministrazione Biden, dividono la città.
Le regole messe a punto dal Dipartimento dell’Energia richiedono, dal prossimo anno, di produrre e vendere solo lampadine a basso consumo energetico. Questo comporta la scomparsa definitiva delle vecchie lampadine incandescenti a basso wattaggio (quelle superiori a 40 watt sono già vietate) e il malcontento dei newyorkesi che non vogliono abbandonarle.
Più economiche e di durata maggiore, perfette sulla carta, le vecchie lampade a filamento sono le protagoniste di una rivoluzione a basso impatto energetico che scuote, da qualche anno, gli animi dei clienti di Just Bulbs, lo storico negozio di lampadine sulla 58ª strada nell’East Side.
Nel 1982, David Brooks, lascia il suo lavoro di consulente gestionale a St. Louis, per inseguire la passione delle sorgenti luminose tramandatagli dal nonno e inizia a gestire l’attività di famiglia, aperta nel lontano 1945. Il negozio, da sempre posizionato in una stretta vetrina sulla East 60th Street, si trasferisce nel 2017 al 237 East 58th Street – dove oggi si trova – proprio a causa della tecnologia a LED che ha raddoppiato le offerte e costretto David Brooks a fare scorta delle vecchie lampadine fuori produzione. Oggi, con le sue 36.000 lampadine, è un vero e proprio museo storico dell’illuminazione.
Quella della luce gialla è un’idea romantica, superata e costosa. Un grosso cambiamento. Di umore, di ispirazione, di slancio. Togliere la poesia della luce gialla non è una piccola decisione senza conseguenze: la luce costruisce l’anima della Grande Mela. E nessuno meglio di David Brooks ci può spiegare i timori che si vivono per questa inevitabile evoluzione.

Una lampadina ha caratteristiche di costo, durata, spettro, efficenza ed impatto ambientale. Lei è la fonte, in città, di tutto questo sapere tecnico e molto di più. Cosa significa svolgere un mestiere così indispensabile al servizio della comunità?
“Sono la terza generazione alla guida dell’azienda di famiglia. Mio nonno è entrato nel settore durante la Seconda guerra mondiale, quando le lampadine erano carenti e le vendeva porta a porta. Il primo negozio lo ha aperto a Midtown e solo nel 1980, mia madre- Shirley Brooks – e mia zia – Judi Brooks – hanno inaugurato Just Bulbs a Chelsea. Inizialmente vendevamo ogni genere di cose (lampade, lampade da tavolo, ventilatori da soffitto), ma la maggior parte delle richieste si concentrava sulle lampadine e così abbiamo capito che era l’oggetto di cui le persone avevano veramente bisogno. La lampadina non passa mai di moda, è un prodotto prodigioso, molto amato e a cui ci si affeziona”.
Per questo i newyorkesi non sono soddisfatti del passaggio alle luci LED e preferiscono le lampadine a incandescenza?
“Nel corso degli anni, i newyorkesi non hanno sempre accolto con favore i cambiamenti del settore. Quando l’illuminazione a LED è decollata, molti sono rimasti aggrappati al piacevole calore delle lampadine a incandescenza e la domanda si è scatenata. Il vero motivo è che non vogliono cambiare anche se comprendono i vantaggi della nuova tecnologia. Non hanno alcuna intenzione di modificare le loro idee”.
E non prova a convincerli del contrario?
“Sì, ma è quasi impossibile perché per molti è un cambiamento emotivo: il bagliore giallastro evoca il caldo e il focolare. E così trovano sempre una scusa. Inoltre, in tanti si interrogano sull’effetto di questa luce sulla salute. Le perplessità sono soprattutto per il naturale ciclo del sonno e per le conseguenze che la pelle può subire dalle radiazioni ottiche da LED. Ma l’utilizzo diffuso dei LED è relativamente recente. Per questo, non esistono molti studi sugli effetti delle luci LED rispetto a quelli di altre sorgenti luminose naturali”.

I clienti non si arrendono. Per far fronte a questa resistenza ha trovato soluzioni alternative?
“Sono anni che setaccio tutti gli angoli della terra per trovare le vecchie lampadine a incandescenza che la gente si ostina a chiedere. Ho riempito le mie scialuppe di salvataggio fin dove ho potuto, tanto che ho avuto bisogno di un magazzino più grande per ospitare più lampadine. Ma in breve tempo le ricerche diventeranno sempre più infruttuose e quando finiranno le scorte l’unico modo per sostituire una lampadina fulminata sarà comprarne una nuova a risparmio energetico. Molti clienti hanno accumulato lampadine incandescenti per il resto della loro vita. Alcuni le nascondono sotto i letti o negli armadi”.
C’è una lampadina uscita dal mercato che ha spezzato i loro cuori?
“Si. La lampadina a incandescenza rosa tenue. Le signore bianche e anziane la amavano perché era l’unica luce che rendeva le loro carnagioni rosee e faceva sparire le rughe. Quando l’articolo è uscito fuori produzione ha causato un forte allarmismo, così abbiamo dovuto escogitare una soluzione che si è dimostrata vincente. Abbiamo dipinto le lampadine di rosa e ne hanno comprate a centinaia”.

Il suo negozio è il “# 1 Light Bulbs Store di New York”. Com’è riuscito a rendere l’acquisto di lampadine un’attività divertente e non noiosa?
“Quasi tutti i miei concorrenti in città hanno spento le luci, per sempre ,negli ultimi due anni e sento la responsabilità di illuminare nel giusto modo questa città, che il più delle volte fatica a scegliere le lampadine giuste. Con l’avvento degli e-commerce, la maggior parte degli acquisti sono fatti senza competenza e così molte persone hanno in casa una luce che non vogliono veramente. Io ho 40 anni di esperienza e il mio personale oltre 20, risolviamo tutti i problemi. Ci basta un piccolo suggerimento per capire cosa occorre al cliente. Siamo grandi indovini e la nostra preparazione sorprende”.
C’è un errore comune che le persone fanno quando acquistano le lampadine?
“Ebbene sì, il più grande errore che commettono è la scelta dell’attacco sbagliato. Tendono a comprare sempre la forma standard, ma non è universalmente giusta. È importante che la lampadina abbia il diametro corretto per cui è stato progettato l’apparecchio. Questo consente di direzionare bene la luce, in modo che venga proiettata funzionalmente verso lo spazio che ne ha più bisogno. Ogni lampadina – alogene, fluorescenti, a LED, al mercurio e al sodio – ha una sigla composta da lettere e numeri che tende a disorientare se non si conoscono.”

Sa tutto sulle lampadine. Quali sono stati i cambiamenti più significativi nel settore?
“Sicuramente il colore. Il giallo del filamento sottile, brevettato nel 1879, da Thomas Edison, oggi è intercambiabile con qualsiasi colore. Sono in molti a non rendersi conto che il colore della luce è molto importante. La maggior parte delle persone acquista una lampadina tradizionale calda perché è quella con cui sono cresciute e a cui gli occhi sono abituati, ma in realtà rende tutto giallo. I colori tradizionali funzionano bene solo se hai l’ambra o il mogano nella stanza, ma non con altre cromature. E un altro cambiamento -ancora poco conosciuto- è il LED integrato nella lampada: il corpo illuminante è inserito all’interno dell’apparecchio stesso, e non risulta pertanto sostituibile”.
Quale pensa sia il futuro delle lampadine e dell’illuminazione di New York?
“Penso che le nuove lampadine sono meravigliose, aiutano il pianeta e rispettano l’ambiente. Le lampadine fluorescenti compatte e LED durano da 25 a 50 volte più a lungo di quelle a incandescenza. Il programma di transizione energetica mira a far risparmiare i consumatori quasi 3 miliardi di dollari all’anno sulle bollette, spero che alla lunga le persone si abituino alla luce del futuro. E soprattutto spero che i fruttosi cambiamenti non disabituino i newyorkesi a comprare le lampadine con la stessa frequenza ed entusiasmo. Sarebbe doloroso essere buttato fuori dal mercato”.

Com’è diventato bravo in questo lavoro e cosa le ha insegnato sulle persone?
“Quando ho iniziato conoscevo solo tre tipi di lampadine. Questo è un mestiere che si affina sul campo e con l’esperienza. Le esigenze delle case dei newyorkesi sono state le mie maestre e ho imparato che le persone quando vogliono veramente una cosa, anche se è poco giudiziosa e senza senso, la ottengono. Così offro consigli senza impormi. Questo comporta che vendo lampadine sbagliate contro il mio volere, ma spesso anche i più testardi tornano per darmi ragione”.
Ha una lampadina preferita?
“La mia lampadina preferita è la Chromolux a spettro completo. È disponibile in qualsiasi dimensione e forma. È ancora incandescente e fornisce un colore di 3850 k che si avvicina all’illuminazione esterna. Mi piace perché rende felici le persone!.”
E qual è, invece, la lampadina che meglio rappresenta New York?
“Le lampadine antiche, quelle con i filamenti che ricordano l’inizio del secolo. Sono disponibili in dozzine di varianti. Incarnano lo stile che i newyorkesi usavano una volta. Hanno un richiamo particolare, come quello della luce di New York, che invita a vivere senza fermarsi”.