Dopo mesi di collegamenti virtuali dovuti al covid-19, il Gruppo Esponenti Italiani è tornato a organizzare un incontro in presenza, ospitando l’Amministratore Delegato del Gruppo Generali Philippe Donnet al Racquet and Tennis Club al 370 di Park Avenue.
Intervistato dal Presidente del GEI Mario Platero, Donnet ha raccontato di aver avuto “incontri molto positivi con gli investitori, che si sono detti particolarmente soddisfatti dei risultati del 2021, del piano che abbiamo presentato e della lista per il prossimo consiglio di amministrazione che sarà sottoposta all’assemblea generale il 29 aprile. Sappiamo da tempo che gli Stati Uniti sono un’area in cui guardare per opportunità di M&A nello spazio dell’Asset Management, seguendo il nostro approccio disciplinato e rigoroso per creare valore per tutti gli stakeholder. Il nostro piano “Lifetime Partner 24: Driving Growth”, lanciato a dicembre, è ambizioso, realistico e credibile: promettiamo i migliori rendimenti per gli azionisti”.
In ogni caso, per Generali l’obiettivo rimane lavorare nell’interesse del mercato, della trasparenza e di tutti gli stakeholders, tenendo fede al principio guida che muove la società da 190 anni, da quando cioè venne fondata la divisione di Venezia che, un anno dopo quella di Trieste, adottò il Leone di San Marco come suo simbolo, scegliendo il nome “Generali” per indicare il fatto che la compagnia si occupasse di ogni ramo assicurativo.

“La governance e la sua trasparenza sono sempre state centrali nella storia di Generali. E lo stesso è vero anche oggi: è fondamentale assicurare che la società rifletta i bisogni del mercato. Il consiglio di amministrazione ha fatto molti progressi negli ultimi anni per migliorare e riflettere i requisiti di una società quotata, moderna e del 21° secolo”.
Ma il mercato, dopo la pandemia, deve prestare attenzione anche alla guerra in Ucraina e ai suoi possibili effetti sulla crescita economica. Donnet, su questo, è sicuro: lo scontro a fuoco avrà un impatto negativo e produrrà un’inflazione alta. “Questo conflitto è devastante dal punto di vista umano. Ci sono già milioni di rifugiati nell’Europa centrale e dell’Est e dobbiamo organizzarci per accogliere questi rifugiati. Detto ciò, la guerra avrà sicuramente un impatto negativo sull’economia. Noi ci aspettavamo la ripresa dopo il Covid, invece questo conflitto avrà come conseguenza un rallentamento della crescita, in particolare in Europa. Ci sarà anche un impatto sull’inflazione, che sarà molto più alta del previsto”.
Problemi arriveranno anche con la transizione ecologica, nemica per eccellenza di un conflitto che porta le aziende ad avere scarsità di risorse. Oggi, con le bombe che scoppiano in Ucraina e gli aumenti dei prezzi dell’energia, affidarsi a nuove forme di approvvigionamento è più urgente che mai, ma per processi di questo tipo la fretta è un avversario tenace. “Non si può andare dal brown al green in poco tempo – ricorda Donnet – ci vuole una vera transizione. Deve essere una priorità europea immediatamente”.

Si è poi parlato di Russia e lì l’Ad è stato particolarmente fiero di ricordare al pubblico come Generali sia stata tra le prime a chiudere l’ufficio di rappresentanza a Mosca e l’attività di Europ Assistance nel Paese, dimettendosi anche dal consiglio di amministrazione dell’assicuratore russo Ingosstrakh.
Sul fatto però che Generali sarà in grado di uscire con forza da questa situazione, Donnet pare essere convinto. “Siamo stati estremamente resilienti durante la pandemia, registrando risultati record nel 2021. Se si confronta la posizione di Generali oggi, rispetto a come è emersa da precedenti sfide globali come la crisi bancaria alla fine degli anni 2000, è chiaro che il Gruppo si trovi in una posizione di gran lunga migliore. Mentre siamo tutti preoccupati per questa orribile e insensata aggressione, siamo fiduciosi di poter affrontare bene le potenziali conseguenze negative sull’economia”.
Infine, un bilancio dell’attività negli Stati Uniti, dove Generali è “tra i primi tre attori nelle assicurazioni di viaggio, leader nella gestione delle spese mediche e sempre più un attore importante nello spazio della protezione informatica. Il cyber è un rischio sistemico globale con un potenziale di interruzione, come abbiamo visto dalla pandemia”.
“Per sfide globali servono soluzioni globali”: parola di Philippe Donnet.