Sembra che la tendenza prevalente della nostra epoca sia l’alleggerimento del passato. Cose che un tempo apparivano inamovibili, vitali, ora sono reliquie da esaminare. E se molti scrivono della fine della musica come mezzo fisico da collezionare, non la pensa così Tom Noble. Un veterano collezionista di dischi, DJ, produttore, proprietario del negozio più popolare di musica di Brooklyn, Superior Elevation. Un’icona dello scenario musicale che ha curato la libreria di vinili al Lyric at 70 Pine, riempiendola con un mix eclettico di canzoni che riflettono l’eredità musicale della città. Attento alle nuove tendenze, maestro indiscusso di qualsiasi disco suonato nei club di New York, conoscitore eccentrico di tutti i generi (soul americana, reggae, disco, gospel, rock, giamaicana) su LP e 45 giri, il suo spirito è contagioso. Oggi è perfettamente normale, persino prevedibile, che una persona possa avere un po’ di tutto accatastato nella sua biblioteca digitale, ma a New York la normalità è ancora sapersi tuffare nelle sezioni e scovare un vinile grandioso. E quando Tom Noble racconta del perché la città vanta i migliori talenti musicali, dove va per trarre ispirazione, come incuriosisce le nuove generazioni, e della incontestabile “santità” del vinile, è decisamente un’esperienza sonica.

Come ti è venuta l’idea di aprire un negozio di dischi a New York e come hai scelto il nome?
“Vendo dischi dal 2000. Il primo negozio di vinili l’ho aperto a Milwaukee, Wi (pagavo 250$ di affitto al mese). Per un periodo, a Los Angeles, ho sperimentato la vendita online, ma ho sentito il bisogno di un cambio di passo. Così ho tentato la fortuna e mi sono trasferito a New York, nel 2013. A dire la verità ero stato chiamato come dj per delle serate e mi sono innamorato di Brooklyn. Era il mio momento, e l’ho afferrato. Il nome del negozio viene dalla mia etichetta discografica, che è nata, nel 2000, con la missione di ristampare la musica soul americana della fine degli anni ’70 e ’80 (su cui la maggior parte del mondo dormiva). Poi ho iniziato a pubblicare nuova musica, scrittura e remix: una formula vincente e in continuo flusso”.
Vi siete trasferiti da poco nella nuova sede -Grand Street a Williamsburg- a causa di un fatto sfortunato e hai dato una festa memorabile. Un cliente ha detto: “Nice people, great records, great prices and they know their shit”. Ecco qual’è l’atmosfera che si vive?
“Si viaggia nella musica. La vecchia sede ha subito un terribile allagamento, le perdite sono state incalcolabili, e l’assicurazione non è arrivata, ma i clienti si (partono dal Connecticut). In realtà l’ho trasformata in un’ inaspettata scusa per sbarazzarmi del disordine. Qui l’atmosfera che si respira è 1.000 volte meglio, il sound si sente 3000 volte più pulito, ed è 100 volte più divertente. Lo spirito della festa è stato grandioso, un bentornato melodico e confortevole. Un grande momento”.
Descrivimi una giornata tipo a Superior Elevation.
“Tante persone che scavano nelle sezioni e restano per ore ad ascoltare i dischi finché non trovano quello che cercano. Chiacchiere tra i clienti abituali e qualche battuta riguardo la musicologia. Ci sono anche gli influencer occasionali e si riconoscono: tengono solo in mano un disco capovolto mentre posano per una foto. Non ci facciamo mancare niente! Una cosa è certa: ogni volta che la vita diventa pesante, a New York, si va in un negozio di dischi”.

L’insegna del muralista Steve Powers si presta bene ai social media. Come hai scelto l’estetica e il modo in cui i dischi sono presentati e posizionati?
“Hai colto nel segno! Steve Powers ha firmato magistralmente l’esterno del negozio. Tutti gli scaffali invece sono stati progettati da Liam e sono determinanti per il look, così come le piastrelle nella parte anteriore e il divano Italo Cocaine anni ’70 nell’atrio. Ho deciso anche di reintrodurre le inner sleeve, antistatiche, per proteggere i dischi. Mi piace che le sezioni siano in ordine alfabetico, ma solo se hanno un senso logico, altrimenti lascio i dischi liberi di cadere dove vogliono. Un’organizzazione sciolta per aree, è lì che si fanno le scoperte musicali migliori. Di tanto in tanto provo a inventare una nuova sezione jives con i clienti. Di recente ho aggiunto CELEBS, riservata ai talenti che hanno raggiunto successi al di fuori delle loro aspettative. L’estetica è minimalista e pulita, i protagonisti sono i dischi”.
Sei un secchione della musica. Da dove nasce la tua passione?
“L’ossessione scorre nel mio sangue. Da adolescente la scoperta musicale è stata fondamentale. Il vinile era economico (la maggior parte costavano tra i 2 e gli 8 dollari) e i soldi erano scarsi. Ho fatto un tuffo profondo nell’esplorare i miei interessi (musica giamaicana e soul). Ero un musicista non istruito ma con una vastissima collezione, ed è successo tutto in modo naturale”.

La musica guarisce e ascoltarla su vinile fa miracoli. Cos’è che lo rende unico?
“Ascoltare musica su vinile è più di un esperienza interiore. Dallo streaming ho imparato cosa manca e cosa lo rende eccezionale: la lotta continua per assicurarti che suoni correttamente, sceglierlo dallo scaffale e lasciare quel sottile spazio vuoto, è tutto un utile esercizio di memoria. Un lavoro inconscio che crea un legame, con quell’oggetto e con le melodie, unico. La copertina cementa la cultura nel tempo e la aggiunge al suono che ascolti. Il modo migliore per esplorare la musica? Leggere le note, i crediti, il paese di produzione e analizzare l’anno. È ciò che ti permette di conoscere l’origine della musica che ami (sui siti di streaming è oscurato e i giovani, di oggi, non sanno da quale LP integrale proviene una canzone). La maggior parte dei miei artisti preferiti, sono vecchi bianchi che indossano smoking, del 1953, tutti scritti dal compositore Irving Berlin. Come li ho conosciuti? Senza algoritmi e cattivi consigli”.
Si perdono tanto i giovani di oggi.
“Tutto. Hanno tanta musica a disposizione, ma non lottano per trovare la loro. La passione, con la facilità e la disponibilità, si perde”.
Hai un modo per farli incuriosire dell’oggetto più iconico del secolo scorso?
“Instagram”.
Qual’è la canzone che più shazammano in negozio?
“La maggior parte delle persone non conosce LP Shakatak “Night Birds”, e ogni volta che suona nelle casse mi chiedono di chi si stratta”.
Come ci si accorge di avere tra le mani il vinile giusto?
“Tutto istinto. La nostra postazione di ascolto -un Technics 1200 e delle cuffie spaziali per assaporare la musica- aiuta. Se poi il sound si incontra con il cartellino del prezzo per le tue tasche, è fatta”.

Com’è, oggi, la scena musicale di New York?
“È piuttosto varia ed è difficile dire cosa sia unico. Ci sono molti produttori giovani a cui piace fare musica House, Techno e Ambient. È una città fantastica per chi fa musica funk, soul, africana e latina. La Daptone Records ha sede qui e ha fatto girare la testa al mondo intero con i suoi numerosi successi. E per i vinili è decisamente fiorente. Sembra che la pandemia ha introdotto una mercato completamente nuovo”.
Qual è il posto migliore dove ascoltare musica?
“Ce ne sono molti: la Good Room, a Greenpoint, Pencil Factory, sempre a Greenpoint (il giovedì è la serata dei vinili), Nublu per le vibrazioni del mondo, Black Flamingo, Milagrosa, Doris, a Bedstuy e i nostri dj set. Potrei continuare all’infinito”.
Il vinile che tutti dovrebbero portare su un’isola deserta?
“Southern Nights di Allen Toussaint su Wb.LP. È incredibile! Costa $ 50-100 e ne vale ogni centesimo”.