Al MOMA’s Celeste Bartos Theater 3 di New York, in una serata patrocinata da Netflix e organizzata dalla Missione Permanente Italiana presso le Nazioni Unite, è andato in scena il film “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino, nominato agli Oscar 2022 nella categoria “Miglior film internazionale”.
Sala gremita e pubblico entusiasta per la pellicola, che racconta in modo autobiografico l’adolescenza di Sorrentino tra la perdita drammatica di entrambi i genitori e l’inizio del sogno di una carriera da regista.
Dopo la visione è intervenuto l’ambasciatore italiano all’ONU Maurizio Massari, che, nato a Napoli, ha trovato nel film di Sorrentino molti riferimenti al suo percorso di crescita nel quale, esattamente come il “Fabietto” protagonista della sceneggiatura, si è trasferito a Roma dal capoluogo campano per iniziare gli studi universitari.

Sorrentino, intervenuto al termine della proiezione, ha raccolto le congratulazioni delle persone presenti, che lo hanno ringraziato per avere, attraverso le sue immagini, raccontato un pezzo di storia italiana che rimane nel cuore di molti.
“Cerco di usare i miei lavori come terapia – ha detto Sorrentino – alcune volte funziona, altre no. Questo è stato il motivo principale che mi ha spinto a creare il film. La seconda ragione è stata per far comprendere ai miei figli come mai ogni tanto non sono molto normale”.
A partecipare al dibattito, presenti anche Melissa Fleming, che guida la comunicazione globale per le Nazioni Unite e Jayathma Wickramanayake, Un Youth Envoy.