Una retrospettiva completa, inedita, realizzata grazie alla collaborazione di accademici, artisti, scrittori. Un progetto ambizioso, che vede al centro uno dei più importanti artisti americani tuttora in vita, Jasper Johns. Nato nel 1930, è considerato uno dei massimi esponenti del New Dada, corrente vicina al Nouveau Réalisme francese.
Negli ultimi 65 anni ha prodotto una innumerevole quantità di opere. Bandiere, bersagli e numeri sono gli emblemi della sua arte, che però ha subìto profonde trasformazioni, fino a un’astrazione quasi referenziale. Mind/Mirror è una visione d’insieme, tra icone e lavori esposti per la prima volta. E c’è un’altra particolarità a distinguere questo percorso tra le pieghe della vita artistica di Johns, molto più complessa.

La mostra è allestita in contemporanea in due dei musei a cui Johns è più legato, il Whitney Museum di New York e il Philadelphia Museum of Art. In sintesi, ci sono due esposizioni in una, che si completano, si riflettono l’una con l’altra, sublimando il fascino di Johns sia per il doppio sia per il rispecchiamento. A New York e a Philadelphia sono state allestite coppie di gallerie correlate, per offrire diverse visioni del pensiero dell’artista, ma in ordine cronologico.

Il tutto anche passando per l’esplorazione di tecniche come l’encausto, che consiste nella miscelazione di pigmenti e cera fusa a cui Johns è solito aggiungere pezzi di stoffa o ritagli di giornale. Ma anche degli stati emotivi che hanno plasmato la sua arte, a partire dagli anni ’50 quando, grazie alla scrittrice Suzi Gablick, conobbe Robert Rauschenberg, artista con il quale ebbe una lunga amicizia, tanto che vi fu una reciproca influenza artistica.
Jasper Johns è conosciuto per aver contribuito alla nascita della Pop Art, del Minimalismo e dell’Arte concettuale. Ma non ama essere catalogato, né definito. In un’intervista, rilasciata nel 2011 al Corriere della Sera, è lui stesso a sintetizzare le sue fonti di ispirazione: “ Provo a seguire modelli che non ho mai frequentato – si legge – preferisco partire da ciò che mi circonda, dalla mia quotidianità”. Mind/Mirror occupa il quinto piano del Withney Museum con 250 opere. Crudo il commento che Johns ha fatto al New York Times sulla retrospettiva: “ Non voglio essere citato, queste non sono le mie idee” quasi prendendone le distanze. Eppure c’è tanto di lui. Tra i dipinti, i disegni, le stampe e le sculture ci sono “Three Flags”, che è stata anche la prima opera che Johns abbia mai mostrato al Whitney.
Originariamente prevista per il 2020, per il suo novantesimo compleanno, l’inaugurazione di Mind/Mirror è slittata sino all’autunno 2021 per la pandemia. Ma è da anni che si lavora per realizzarla. Dal 2016 dicono i curatori della retrospettiva. “Sebbene Johns fosse stato il soggetto della retrospettiva 1996-97 al MoMA, l’arco della sua laboriosa carriera era cresciuto considerevolmente da allora” dice Scott Rothkopf, curatore della mostra insieme a Carlos Basualdo.

Tanti gli sponsor pubblici e privati per l’iniziativa. Tra questi, Ralph Lauren che, per celebrare la mostra, ha realizzato una speciale collezione in edizione limitata, rappresentativa della moda come forma d’arte, in movimento: capi decorati con una grande stella, che ricorda le stelle patriottiche presenti in Flag.
Mind/Mirror è stata inaugurata lo scorso 29 settembre, proprio nei giorni in cui il Presidente Biden ha annunciato la riapertura al turismo europeo. Un’occasione imperdibile, dunque, per scoprire a fondo l’artista contemporaneo americano, le cui opere resteranno esposte fino al 13 febbraio tra New York e Philadelphia. Al Withney ci sono diverse iniziative collaterali per apprezzare più appieno la lunga carriera dell’artista, con tutte le sue sfaccettature e trasformazioni.
Il 2, il 9 e il 16 novembre ci sono, ad esempio, alcuni corsi pomeridiani di storia dell’arte sul tema “dare un senso a Jasper Jonhs”. E il dieci novembre, con l’iniziativa “chiedi a un curatore”, si potrà capire quanto si è lavorato per strutturare la doppia esposizione e con quali criteri.