A causa delle restrizioni per contenere i contagi da coronavirus, in molti paesi è stato impossibile celebrare matrimoni. Un sondaggio realizzato dal sito Matrimonio.com su un campione di 2.600 persone in Italia, Francia e Spagna stima che il 91,3 per cento delle coppie abbia scelto di rimandarlo, e la maggior parte di loro di spostarlo in autunno. Non è stato così invece per New York, che ha avuto un’esplosione di cerimonie grazie all’ordine emesso nell’aprile del 2020 dal governatore Andrea Cuomo, che ha consentito di rendere legali i matrimoni virtuali, permettendo agli officianti di svolgere cerimonie in videoconferenza concedendo licenze matrimoniali da remoto. Un pratica diventata virale grazie al programma Project Cupid (che ora ha la pagina web in disuso) e identificata sui social con l’hashtag #zoomwedding. Le agenzie matrimoniali dei cinque distretti hanno emesso lo scorso anno 36.142 licenze di matrimonio e le modalità online sono diventate il simbolo dell’amore pandemico.
Un’alternativa che ha invogliato le coppie a sposarsi non solo per coronare l’amore, ma per diverse ragioni di velocità e convenienza, come i costi minori, la possibilità di far partecipare parenti e amici lontani, ottenere visti di immigrazione e per le agevolazioni sulle polizze sanitarie. Alice Soloway, un’officiante di matrimoni con sede a New York e nella Valle dell’Hudson, ha detto al New York Times di aver celebrato più di 100 matrimoni virtuali dall’inizio della pandemia, più del doppio della quantità che normalmente officerebbe di persona durante i periodi normali. Nonostante i matrimoni virtuali siano rimasti popolari anche dopo l’allentamento delle restrizioni sulla pandemia e la ripresa delle cerimonie di persona, il governatore Andrea Cuomo ha revocato l’ordine esecutivo proprio perché era destinato allo stato di emergenza e per mantenerlo in vigore necessitava di una nuova legislazione. Un’avviso online del Marriage Bureau, l’ufficio matrimoniale della città, conferma le nuove regole e al telefono Michael McSweeney, supervisore dell’ufficio di Manhattan, afferma che le coppie possono iniziare a fissare le date già dal 23 luglio.
Il brusco cambiamento ha colto però di sorpresa gli officianti, i futuri sposi e la nascente industria intorno alle nozze virtuali, che sembrano non averla presa bene. Anche il giudice Alan D. Marrus, un officiante di matrimoni a Brooklyn, ha confermato la tendenza che durante la pandemia “le cerimonie virtuali sono diventate una pratica accettata con cui le persone si sono sentite a proprio agio”. Ad ogni modo la nuova regola non prevede eccezioni e chi vuole sposarsi è costretto a cambiare i propri piani accettando di tornare, anche se controvoglia, alle vecchie consuetudini.
“Fatti vaccinare, bacia il tuo nuovo coniuge e balla: i newyorkesi hanno lavorato duramente per arrivare dove siamo ora e celebriamo il ritorno alla normalità ogni giorno”, ha detto in una nota il portavoce Shams Tarek. Non resta pertanto che consultare il sito dell’ufficio matrimoniale della città, dove è possibile trovare tutte le istruzioni su come ottenere una licenza di matrimonio, registrare un’unione, programmarne una civile o una religiosa.