E Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu. Anche se si trattava di neon e non fu Dio, bensì Thomas Alva Edison in questo caso, ad accendere le luci che illuminarono uno dei più caratteristici edifici Art Déco di New York, l’omonimo Edison Hotel.

A New York l’Art Déco fiorì nei ruggenti anni Venti complice la combinazione unica di una popolazione in forte crescita, un’economia in pieno boom e credito a buon mercato che si univano all’invenzione dell’ascensore, le nuove tecniche di costruzione di edifici con struttura in acciaio e l’inosservanza dei piani urbanistici che produssero la trasformazione più incredibile che la città avesse mai visto. Edifici maestosi, costruiti solo dieci o venti anni prima in stile German-revival, (come l’originale Waldorf-Astoria), furono improvvisamente considerati “vecchi”, così come gli edifici costruiti in stile gotico, vittoriano e classico-rinascimentale. Passati di moda, molti furono quindi demoliti per fare spazio ai nuovi dominatori della città, i grattacieli, nel moderno stile Art Déco. Tuttavia, per evitare che i grattacieli togliessero a New York City luce e aria, fu implementato un nuovo design che richiedeva che tutti gli ultimi piani dei grattacieli fossero costruiti a “gradoni arretrati” rispetto alla linea della strada, che diede di conseguenza ai grattacieli di Gotham il loro look inconfondibile.
Le icone dell’Art Déco che ammiriamo ancora oggi improvvisamente riempirono New York City. L’Empire State Building, il Chrysler, il General Electric Building, il Rockefeller Center, il Fuller Building, il Channing, il Barclay-Vesey Building e 1 Wall street, ( questi ultimi due progettati dall’architetto Thomas Walker), e ancora il Waldorf Astoria Hotel e molti altri incluso l’Edison Hotel.

L’architetto Le Corbusier (che avrebbe volentieri raso al suolo Parigi e la vecchia New York) ha riassunto il tutto in una frase: “In realtà, la città non ha più di vent’anni, questa è la città di cui sto parlando, la città verticale e a misura dei nuovi tempi”.

L’Hotel Edison aprì nel 1931 appena fuori Times Square al 228 West 47street, perfetto esempio di stile Art Déco, con le sue numerose terrazze arretrate, è un vasto edificio con la parte inferiore della facciata di granito e i piani superiori di mattoni bianchi smaltati con pennacchi di terracotta policroma. Poteva ospitare 1.000 ospiti in ventisei piani e aveva tre ristoranti e una stupefacente sala da ballo che fu usata come Teatro Arena nel 1950 e come teatro Edison dal 1972 fino al 1991. Il design un po’ teatrale è distintivo dell’architetto Herbert J. Krapp, che costruì l’Hotel Edison ma che aveva anche costruito la maggior parte dei meravigliosi teatri che circondano Times Square, il Majestic, il Biltmore, l’Imperial, solo per citarne alcuni, definendo cosi l’Identità della Broadway che perdura tutt’oggi.

Sincopato e jazzistico, l’Edison Hotel era lo sfondo perfetto per “Metropolis” del 1930. Si poteva immaginare Batman appollaiato sulle terrazze arretrate semi buie degli ultimi piani, mentre scrutava dall’alto Gotham avvolto nel suo mantello da pipistrello (ispirato dal disegno di Leonardo Da Vinci di un ornitottero volante) anche se, forse distratto dai fasci delle nuove luci al neon della città, non sembro’ accorgersi di alcuni ladri professionisti intenti a rubare gioielli per il valore di $250.000 dalla suite dell’appartamento della signora Lillian Kramer, la proprietaria dell’Edison Hotel.

Thomas Edison ha inventato i film, ed è quindi naturale che l’hotel Edison sia rappresentato in uno dei più famosi film di tutti i tempi, “Il Padrino”, dove il corridoio dell’hotel che porta alla Lobby venne immortalato in una scena molto drammatica prima dell’esecuzione di Luca Brasi. Poi da “Il Padrino” si passa a “Il Dio dei nostri Padri”, opera teatrale scritta da David Shayne che fu il protagonista del film di Woody Allen “Pallottole su Broadway” dove delle scene furono girate nell’attico dell’Edison Hotel. E anche se Batman in questo caso non è il volatile giusto, come dimenticare la scena con Michael Keaton in “The Birdman”, girata nel famoso Rum House Bar, che una volta fu affettuosamente descritto dal New York Times come “un piano bar piccolo e scalcinato fuori dalla lobby dell’Edison Hotel… meraviglioso a suo modo come luogo dove fermarsi prima di uno spettacolo per un whiskey sour.

Nulla può essere più Gotham di questo, o forse sì.
Un vero newyorkese può realizzare qualsiasi cosa semplicemente avendo l’audacia di agire più in grande, con più sfrontatezza e meglio degli altri, e non c’é nulla di più newyorkese del New Yorker Hotel.

L’Edison Hotel dovette ringraziare l’inventore Thomas Edison per la sua “visibilità”, ma quando si tratta di elettricità ci sono due tipi di correnti: c’è la corrente alternata e c’è la corrente continua, e il New Yorker Hotel per non essere da meno, ebbe per sé niente meno che il genio e rivale di Edison, Nikola Tesla, inventore della corrente alternata. Infatti Nikola Tesla visse al New Yorker nelle stanze 3327 e 3328 (nonostante l’hotel usasse l’energia elettrica DC inventata da Edison) durante gli ultimi dieci anni della sua vita, fino alla sua morte nel 1943.

L’enorme New Yorker Hotel era certamente più grande di qualsiasi hotel mai costruito a New York City o pressoché in qualsiasi altra parte del mondo. Con i suoi quarantatré piani e 2.500 stanze era una città verticale di dimensioni mai viste prima. Con la sua torre piramidale a gradoni arretrati Art Déco assomigliava al vicino Empire State Building. La banca del New York Trust fu demolita per fare spazio all’hotel, e un’altra banca la “Manufacturers Trust Company” avrebbe dovuto essere parte integrante del nuovo edificio, ma ciò non si realizzò, tranne per la bellissima porta Art Déco e il caveau con un’enorme cassaforte che sono ambedue ancora visibili e parte dell’hotel.

Il New Yorker offriva comodità e servizi, forniti in scala gigantesca. Un tunnel si estendeva sottoterra da Pennsylvania Station direttamente alla lobby dell’hotel, decorato con splendidi murales di Louis Jambor (ora per lo più dipinti sopra), dove 20 impiegati erano in attesa di fare il check-in agli ospiti in arrivo. C’erano 23 ascensori che potevano trasportare circa 200.000 persone in ventiquattro ore, diverse sale da ballo con la Grand Ballroom che poteva ospitare 1.000 ospiti a evento, dieci sale da pranzo private, cinque ristoranti, un barbiere con quarantadue sedie e venti manicure e ben novantadue centralinisti, questo solo per menzionare alcuni dettagli. Disponeva anche di una radio in ogni stanza.

Il New Yorker, come l’Edison Hotel, non ha mai avuto il prestigio dell’elegante Waldorf-Astoria o del St Regis. Inaugurati durante la depressione, erano gli alberghi per l’americano medio, il commesso viaggiatore che arrivava a Penn Station, il soldato in attesa di essere mandato al fronte o la coppia di sposini di provincia in visita a New York per festeggiare alla Terrace Room con le famose band di Benny Goodman, Glenn Miller o Bob Crosby (che allora suonavano al New Yorker). Tuttavia, anche attori famosi come Spencer Tracy e Joan Crawford soggiornarono al New Yorker, come fece Barack Obama Sr. nel 1959 quando era ancora uno studente.

Gotham è una città piena di luci e di un energia che permea tutti i newyorkesi quindi, per non essere da meno, il New Yorker Hotel aveva fatto costruire una gigantesca centrale elettrica nel seminterrato, grande abbastanza da poter competere con quella delle cascate del Niagara. La centrale poteva generare elettricità per una città di 35.000 persone, tanto che il New Yorker Hotel non appariva nemmeno nella rete elettrica di New York City. Tutta quell’energia non aiutò il declino dell’hotel. Muhammad Ali fu una delle ultime celebrità che, nel 1971, soggiornò al New Yorker poco prima che fosse venduto nel 1972 e destinato ad essere convertito in un ospedale. Questa volta, per riaccendere le sue luci, ci volle, letteralmente, “l’intervento divino” sotto forma della Chiesa dell’Unificazione del reverendo Sun Myung Moon che acquistò l’edificio e nel 1976 riaprì l’hotel.

Le luci sono accese e l’elettricità scorre a fiumi nelle arterie di Gotham che portano a Times Square, abbastanza da alimentare una città di 161.000 persone. I nostri magnifici grattacieli Art Déco sono ancora l’invidia di altri dozzinali di grattacieli sparsi in tutto il mondo. Batman si è fatto affiancare da Superman nel corso degli anni e “The Daily Planet” ha pubblicato che l’Edison e il New Yorker Hotel sono vivi e vegeti, nel caso vi foste persi la meravigliosa insegna luminosa al neon degli anni 30 che, dal tetto del New Yorker Hotel ancora splende orgogliosamente su Gotham.