La corsa al ruolo di sindaco di New York è iniziata da mesi: sono tantissimi i candidati, ed altrettante le loro proposte e promesse. Le donne in lista, che hanno promesso in caso di vittoria uno stile di leadership diverso, si sono concentrate in buona parte della loro campagna su un’aspra critica del governatore Andrew Cuomo, ponendo l’accento soprattutto sulle numerose accuse di molestie sessuali accumulate contro di lui. Non sfugge al pubblico, né ai candidati, che la città ha avuto 109 sindaci. Ma, tra questi, non c’è mai stata una donna.
In una recente raccolta di fondi organizzata per Kathryn Garcia, una promettente politica democratica, questa statistica è stata il fulcro della discussione. La raccolta fondi online, a cui hanno partecipato dozzine di donne, si è svolta la scorsa settimana in occasione della Giornata internazionale della donna. Ma le parole di Garcia sono state particolarmente rilevanti anche per un altro motivo: proprio quel giorno, infatti, era iniziata l’indagine sulle accuse di molestie sessuali mosse contro Cuomo.
Garcia ha saputo capire il momento e, come riporta il New York Times, ha detto: “Il governatore di New York ci sta ricordando che è tempo di avere più donne in posizioni di potere. Nel 2021, non esiste un uomo giusto per occupare il ruolo di sindaco”. In generale, tutte le donne candidate a sindaco hanno fatto riferimento alla possibilità storica di una loro elezione, mettendo in luce il fatto che, una loro ipotetica vittoria, avrebbe permesso alla politica di interrompere questa tradizione dominata dagli uomini.
Non è infatti un caso che molte delle critiche più mordaci arrivate al governatore siano state scoccate da archi femminili. Due democratiche in particolare, Garcia e Maya Wiley, sono state tra le prime aspiranti sindache a chiedere le dimissioni di Cuomo. Un terza, Dianne Morales, ha poi alzato la posta, chiedendo direttamente il suo impeachment.
La data per le elezioni è fissata al 22 giugno, tra poco più di tre mesi, e tutto il mondo politico vive con fermento l’avvicinarsi del voto. A rivaleggiare con Garcia e Wiley si presentano due uomini, Andrew Yang ed Eric Adams, che hanno deciso di adottare un approccio più cauto nell’affrontare le difficoltà politiche di Cuomo. Per loro, il governatore dovrebbe fare un passo indietro fino a quando la giustizia non avrà fatto il suo corso.
Le candidate, però, non si sono soltanto limitate a rimproverare Cuomo. Hanno infatti condiviso con la comunità il loro passato più doloroso, quello che le ha viste vittime di molestie sessuali e sessismo in politica. Al momento, stando ai sondaggi, è Maya Walley a essere in vantaggio tra le due e, forte di questo piccolo risultato, ha invitato gli uomini in gara a unirsi a lei e invitare Cuomo a dimettersi. “È chiaro che questo è un uomo che si comporta in questo modo”, ha detto Wiley, come riporta il New York Times. “Questo non è un singolo errore. Questa non è un’interpretazione errata. Questo è un insieme di comportamenti, e questo è chi lui è”.
Ma la situazione, per le candidate donne, non è semplice. Nonostante il grande seguito, rimangono indietro rispetto ai concorrenti uomini e soprattutto ad Andrew Yang, in testa a tutti i sondaggi condotti fino a ora. Core Decision Analytics, l’unico sondaggio che misura le preferenze degli elettori e quanto siano conosciuti i singoli candidati, non ha alcun dubbio. È Yang il primo della lista, con il 28% degli intervistati che lo ha nominato come prima scelta. A seguire si trovano il presidente del distretto di Brooklyn Eric Adams e il City Comptroller Scott Stringer . I restanti candidati, nel frattempo, stanno lottando per uscire dal branco e sono bloccati in percentuali a una sola cifra.
Insomma, anche se il clima politico non è mai stato così favorevole per la possibile elezione di una donna come sindaco della Grande Mela, l’eventuale vittoria non sarebbe facile. Le candidate non devono solo scontrarsi con le perenni difficoltà causate dall’essere donna, ma devono anche cercare di schiodare dal podio i colleghi uomini, che per ora sono in testa. Ma mancano 3 mesi alle primarie e tutto può ancora succedere. Chissà, forse l’esito delle indagini su Cuomo stravolgerà le carte in tavola.