Negli ultimi anni, il rapporto fra il presidente Donald Trump e New York City è stato in forte declino e il suo nome è stato tolto dalle proprietà private. Durante la sua campagna di rielezione, il presidente ha etichettato New York come una “giurisdizione anarchica” e ha persino cambiato la sua residenza legale in Florida. Donald ha preso le distanze dalla Grande Mela e lei ha fatto altrettanto.
Mercoledì 13 Gennaio, NYC ha risposto a tono: la città ha annunciato che avrebbe rescisso i suoi contratti con la Trump Organization dopo la rivolta al Campidoglio degli Stati Uniti. La decisione del sindaco Bill de Blasio è stata un altro duro colpo al prestigio di Trump a New York, e ha portato ancora di più in superficie il profondo “odio” della città nei confronti del presidente, una volta considerato una celebrità del settore immobiliare.
Il sindaco Bill De Blasio ha spiegato che la decisione di rompere i rapporti contrattuali con la Trump Organization è dovuta al fatto che il presidente ha volutamente e consapevolmente incitato alla violenza al Campidoglio. “Istigare un’insurrezione contro il governo degli Stati Uniti costituisce chiaramente un’attività criminale” ha affermato in un’intervista su MSNBC mercoledì, come riportato dal NY Times. “La città di New York non sarà associata a quegli atti imperdonabili in nessuna forma o modo”.
Per questo NYC si sta mobilitando per annullare i contratti in due piste di pattinaggio sul ghiaccio a Central Park, il Central Park Carousel e il Trump Golf Links a Ferry Point, un campo da golf localizzato nel Bronx. La Trump Organization ha ottenuto profitti di circa 17 milioni di dollari all’anno da tali contratti. Questa non è la prima volta, in realtà, che NYC aveva preso in considerazione l’allontanamento legale da Donald Trump, ma per “mancanza di motivo” non aveva potuto rescindere completamente i rapporti.

Ora, grazie alla violenza incitata da Trump a Washington, la città può cogliere la palla al balzo, e De Blasio ha sottolineato che ha il diritto di recidere i rapporti con la sua società. Amanda Miller, portavoce della Trump Organization, ha già promesso di combattere la decisione, ma il sindaco ha ricordato che l’esito si basa su “forti premesse e regole giuridiche”.
Dopo gli eventi della scorsa settimana, i problemi finanziari di Trump si sono moltiplicati rapidamente. Un elenco crescente di importanti aziende ha annunciato di voler mettere in pausa, o interrompere, i loro rapporti con Trump. Per il 2022 il torneo PGA Championship non si giocherà al Trump National Golf Club Bedminster, il campo di proprietà di Trump in New Jersey. Stripe, una società tecnologica che gestisce le transazioni effettuate con carta di credito, ha smesso di elaborare le donazioni destinate alla campagna Trump sul suo sito web. Anche la Deutsche Bank, a cui la Trump Organization deve 340 milioni di dollari in prestiti garantiti personalmente, ha affermato che non farà più affari con il presidente, mentre si prevedono perdite enormi anche per gli alberghi.

Non ci sono dubbi. Una volta terminato il suo incarico da Presidente, Donald Trump farà fatica a rimanere a galla come investitore: non soltanto in moltissimi lo hanno già abbandonato, ma tanti altri seguiranno, dopo che non dovranno più temere di “essere puniti” con i suoi poteri presidenziali. Forse resterà ricco ed influente, ma non potrà tenere tutti sotto controllo. Comunque, il futuro economico della Trump Organization è a dir poco incerto, e così tutto il suo business.