Dopo un paio di settimane da brivido, in cui tenevano il fiato sospeso a causa di un aumento di contagi in varie zone di New York City, la grande mela sembra ritornare lentamente a numeri non allarmanti: la percentuale di positivi nell’intero stato di New York è dell’1.08%, un numero promettente. Oggi, a New York, dei 82.009 test riportati, 998 sono risultati positivi (1,21% del totale). I ricoveri totali sono a 934, 14 i morti per COVID. Sotto osservazione restano le “zone rosse” nel Queens ed a Brooklyn, dove i contagi restano in media più alti (attorno al 4%).
La situazione era infatti peggiorata nelle scorse settimane, quando New York si accingeva a ritornare alla situazione da incubo dei mesi primaverili. Il tasso di positività era infatti risalito al quasi 4%, impennata causata dalla riapertura delle scuole nei quartieri del Queens e di Brooklyn. Parte dell’aumento era stato causato anche da assembramenti a fini religiosi, e si erano registrati molti casi fra membri della comunità ebrea ortodossa.

In risposta alla formazione di questi “mini cluster” di contagi nei quartieri di Brooklyn e del Queens, dopo qualche disaccordo, Bill de Blasio ed Andrew Cuomo avevano imposto delle misure restrittive, fra cui la chiusura di scuole di business non essenziali. Ora, a due settimane dall’implementazione di queste nuove misure, Andrew Cuomo ha annunciato che Mercoledì sarà annunciato un nuovo piano per queste zone a rischio. Inoltre, il governatore sta promuovendo una grande campagna in favore del vaccino anti-influenzale, fondamentale per limitare il numero di persone con sintomi affini al COVID-19.
I dati più recenti di quelle zone mostrano che tale sforzo sembra funzionare. Nella settimana dal 27 settembre al 3 ottobre, il tasso di positività al coronavirus nella cosiddetta “zona rossa” di Brooklyn è stato del 6,69%. Sabato, quella cifra era scesa al 4,92%. Anche il Queens, che ha due zone di focolaio distinte, ha visto un calo, da un tasso di positività del 2,97% durante il periodo precedente all’1,89% di sabato. Le zone di Brooklyn e Queens, tuttavia, hanno ancora tassi di positività notevolmente più elevati rispetto alla cifra complessiva dello stato dell’1,08%.

“Poiché siamo così aggressivi, ogni volta che vediamo il virus apparire, corriamo e lo colpiamo”, ha detto Cuomo, in una conferenza stampa sabato scorso. La decisione all’inizio di questo mese di ripristinare le restrizioni sul coronavirus è stata accolta con proteste feroci e talvolta violente, in particolare nelle enclavi ebree ortodosse di Brooklyn, dove alcuni hanno protestano le restrizioni, definendole antisemitiche.
Ma Cuomo ha insistito sul fatto che il ritorno delle restrizioni fosse la corretta strada da intraprendere: “È un virus. Quando riduci l’attività di assembramento, le persone indossano le mascherine, imponi il distanziamento sociale e lo fai rispettare, interrompi la diffusione del virus. Ecco come funziona. È così che funziona sempre. Devi solo farlo.”
Nella conferenza stampa di oggi, lunedì 19 Ottobre, Bill de Blasio ha definito la pandemia di COVID-19 come “la più grande sfida che NYC abbia mai dovuto affrontare.” Il sindaco ha nuovamente elogiato il personale medico, i lavoratori dei business essenziali, e tutti coloro che con “forza e coraggio difendono la città da una sfida che non abbiamo mai affrontato prima.” De Blasio ha reiterato che il focus per ricostruire la città è continuare a mantenere i servizi di sanità a disposizione di tutti, fra cui di massima importanza è l’accessibilità ai tamponi per rilevare il COVID-19.
Nonostante gli sforzi, però, la grande mela soffre delle pesanti ripercussioni negative: a causa della pandemia, le entrate fiscali della città sono piombate, e il budget è diminuito. Inoltre, sempre a causa della pandemia, si sono svuotate moltissime aree e mezzi di trasporto, come per esempio la metropolitana. Come abbiamo già riportato, questo ha causato un aumento esponenziale di criminalità nei vagoni quasi deserti: sono in aumento omicidi, stupri, e furti.
“Essendo una donna, ho onestamente paura di prendere la metro,” afferma Melanie Orson, una studentessa dell’NYU. “Muoversi a NYC è sempre dipeso, per lo meno per me, dal facile accesso alla metro. Prendere un taxi o un uber è troppo costoso per farlo tutti i giorni, ed utilizzare una bicicletta è fattibile solo nei mesi ancora tiepidi. Fra poco sarò costretta a dover prendere la metro, e a non sentirmi sicura ogni volta.”
