A due settimane dal verdetto della giuria, mercoledì mattina la Corte Suprema dello stato di New York ha condannato Harvey Weinstein a 23 anni di carcere per atto sessuale criminale e stupro di terzo grado.
L’ex produttore cinematografico di Hollywood era stato giudicato colpevole per due dei cinque capi a processo. Pur scampando all’ergastolo perché assolto dall’accusa di condotta predatoria, Weinstein rischiava un minimo di cinque anni per l’aggressione a Mimi Haley e una pena dalla libertà vigilata a quattro anni nel caso di Jessica Mann.
Nelle udienze, Haley aveva ricordato la notte in cui è stata costretta a ricevere sesso orale e Mann aveva testimoniato di essere stata rinchiusa in una camera di hotel e violentata. Altre quattro donne erano state chiamate alla sbarra per raccontare dei loro incontri e delle molestie subite per mano dell’ex produttore.
Chiedendo la parola dopo il discorso delle vittime, Weinstein si è ribadito convinto di aver intrattenuto rapporti consensuali e si è detto “totalmente confuso”. A quasi 68 anni, è probabile che sconterà il resto della sua vita in carcere.
Poche ore dopo la sentenza, il procuratore della contea di Los Angeles ha annunciato di aver avviato la richiesta di estradare Weinstein in California, dove sarà processato per aver aggredito due donne nel febbraio del 2013.