Quando Harry incontrò Sally nessuno si aspettava che il film scritto da Nora Ephron e diretto da Rob Reiner sarebbe diventato una pietra miliare della commedia romantica, un film iconico sulle relazioni tra uomo e donna che gira intorno alla domanda se un uomo e una donna possano mai essere solamente amici.
Harry incontrò Sally esattamente trent’anni fa, il film uscì nelle sale in estate, inizialmente con una distribuzione limitata ma il successo e il passaparola fecero sì che venisse distribuito in tutti gli Stati Uniti e all’estero, e che poi proprio in questo periodo dell’anno uscisse in VHS, ormai consacrato da pubblico e critica. When Harry Met Sally (Harry ti presento Sally) è una delle commedie, romantiche e non, più viste, più amate e più citate: frasi e dialoghi diventati celebri e soprattutto la scena del finto orgasmo nel bel mezzo di un ristorante affollato, girata nell’amatissimo Katz’s Delicatessen. Eppure ci volle un po’ per mettere in pedi il film: oltre quattro anni di riscritture, casting e ricerca di finanziamenti.
Meg Ryan e Billy Crystal non furono la prima scelta di Reiner, eppure adesso sarebbe impossibile immaginare il film senza di loro. Meg Ryan si propose per il ruolo (già rifiutato da Susan Dey, Elizabeth McGovern, Elizabeth Perkins e Molly Ringwald era lì lì) rifiutando Steel Magnolias (Fiori d’acciaio), dove prese il suo posto Julia Roberts che, qualche anno dopo divenne l’attrice probabilmente più famosa del mondo intrepretando Pretty Woman, che sarebbe dovuto andare invece proprio a Meg Ryan. Ma tant’è. Per il ruolo di Harry invece, dopo il rifiuto di Albert Brooks (che poi si dice rifiutò anche il ruolo che sarà di Richard Gere in Pretty Woman, appunto), la scelta cadde su Billy Crystal, amico di lunga data di Rob Reiner, dai tempi in cui Crystal aveva recitato in un piccolo ruolo accanto a Reiner nella storica sit-com All in the Family (Arcibaldo). La coppia Meg Ryan / Billy Crystal risultò vincente. Non solo grazie all’interpretazione dei due e all’alchimia tra di loro ma anche e soprattutto grazie alla scrittura di Nora Ephron, che si rifece molto a esperienze personali proprie e delle sue amiche e realizzò numerose interviste, in cui chiedeva della vita di coppia, a Reiner e al produttore Andrew Scheinman, oltre che a diversi membri della troupe – queste ultime diventarono gli intermezzi del film in cui coppie anziane raccontano come si sono conosciute.
Il film ottenne la candidatura all’Oscar per la miglior sceneggiatura.
All’uscita di Harry ti presento Sally, Nora Ephron non era ancora la regina della commedia romantica, era una giornalista di successo, una scrittrice acuta che ben conosceva il mondo femminile, nel suo lato più intimo come nelle battaglie più importanti. La Ephron da ragazza aveva partecipato a una class action contro la rivista Newsweek perché non faceva scrivere le donne, relegandole ad altri ruoli – per esempio alla mailroom, come era successo a lei. Era stata giornalista per il New York Post e aveva tenuto una rubrica di successo su Esquire. Come sceneggiatrice aveva cominciato collaborando a una delle versioni della sceneggiatura di All the President’s Men (Tutti gli uomini del presidente) quando era sposata proprio con il giornalista Carl Bernstein, e negli anni successivi aveva firmato film come Silkwood e Heartburn (Heartburn – Affari di cuore) sceneggiato dal suo stesso romanzo semi-autobiografico.
Viveva tra Los Angeles e l’Upper West Side a New York, quartiere che conosceva bene e negli anni diventerà il set di molti film scritti da lei: librerie, ristoranti, angoli riconoscibili e riconosciuti del quartiere, quel quartiere che lei racconterà spesso, con quel romanticismo leggero e malinconico che contraddistingue la sua scrittura. Quartiere che è già molto presente in When Harry Met Sally, titolo che a lei non piaceva e che fu scelto con una sorta di concorso indetto da Reiner tra i membri della troupe durante le riprese del film. Tra i luoghi amati dalla Ephron c’è Shakespeare & Co., storica libreria su Broadway e la W81st. dove si rincontrano Harry e Sally, chiusa nel 1996 dopo che il colosso Barnes & Noble si era stabilito poche strade più in là spazzando via un po’ alla volta le numerose librerie indipendenti dell’Upper West Side. Ma questa sarà un’altra storia, la storia di You’ve Got Mail (C’è posta per te). La Ephron conosceva molto bene l’animo femminile, e due delle attrici più amate di questi anni, Meg Ryan per la commedia e Meryl Streep per il genere drammatico, interpretano volentieri i film scritti da lei: Sleepless in Seattle (Insonnia d’amore, di cui è anche regista), You’ve Got Mail, Julie & Julia, ultimo film che scriverà, prima di morire nel 2012.
Nel 1984, quando Rob Reiner incontrò la Ephron per parlarne di alcune idee per un film, aveva alle spalle un divorzio con Penny Marshall, amata attrice e regista, e anni turbolenti di vita da scapolo. I due si trovarono subito in sintonia sull’idea di raccontare una coppia che non è una coppia in senso sentimentale e sessuale, una copia di amici, uomo e donna. Ma possono uomo e donna essere solamente amici? E’ pur sempre una commedia e non un trattato di psicologia, eppure gli stereotipi sono giocosi e reali, i dialoghi onesti, le battute spontanee, e le relazioni sono complicate, fatte di scuse e aspettative, di delusioni e sbagli, di comicità e imbarazzi, di qualche lacrima – non troppe, è pur sempre, dicevamo, una commedia – di silenzi al telefono. C’è molto Reiner nel film, c’è anche Crystal e la loro amicizia nelle serate passate al telefono, ciascuno a casa propria, guardando gli stessi programmi in TV, come fanno Harry e Sally in un famoso split screen. E non solo è una commedia, ma è una commedia romantica quindi, dopo aver girato come da sceneggiatura un finale in cui Harry e Sally non finiscono insieme, come accadrebbe nella vita, Reiner e la Ephron si resero conto che ci doveva essere un happy ending. E allora, per farci sentire bene (?) e perché Hollywood non è nata ieri, Harry e Sally alla fine si sposeranno.
Rob Reiner, newyorkese doc e figlio del grande regista e attore Carl Reiner, al momento di girare il film aveva già esordito con quella che è una chicca per amanti del genere, This Is Spinal Tap, e mentre cercava i finanziamenti per Harry e Sally girò niente meno che Stand By Me, tratto dal romanzo di Stephen King. Negli anni seguenti sarà il regista di film di successo come Misery (Misery non deve morire), A Few Good Men (Codice d’onore), The Story of Us (Storia di noi due) e tanti altri. Ma prima di esordire alla regia, aveva lavorato come sceneggiatore di cinema e televisione (il primo episodio di Happy Days è suo), e come attore era comparso in diversi lavori – fra tutti, All In the Family, che gli fruttò l’Emmy nel 1973 e numerose altre candidature. E nel 1989 arrivò Harry ti presento Sally e sbancò il botteghino. Gli ingredienti c’erano tutti: un regista solido e già noto a Hollywood, una sceneggiatrice raffinata, parecchie esperienze personali a cui attingere e una coppia di protagonisti perfetti sullo schermo. E poi c’era New York, quasi una coprotagonista del film, con le passeggiate a Central Park in autunno, le brownstone dell’Upper West Side, Shakespeare & Co, Washington Square, il Metropolitan Museum e naturalmente Katz’s Delicatessen.
Harry e Sally si incontrano per la prima volta nel 1977, fanno un viaggio insieme da Chicago a New York e da quel momento in poi per anni si rincontrano per caso, si perdono e si ritrovano, diventano amici, parlano di tutto, di uomini e donne, litigano e si confidano, si allontanano e si riavvicinano, lei troppo “high-maintenance” (termine entrato nel lessico dei newyorkesi e non solo), lui troppo incline e fare sesso con qualunque donna gli capiti a tiro. Intelligenti, divertenti e soli in una città in cui sembra quasi impossibile trovare l’anima gemella. Finché non ti accorgi di averla proprio lì, davanti a te. Meg Ryan e Billy Crystal non sono hanno dei ruoli scritti magnificamente ma hanno parte attiva nella creazione di alcune scene. Crystal improvvisa molto e interviene su alcuni dialoghi e battute, mentre l’idea di mimare l’orgasmo è proprio di Meg Ryan. Una curiosità: la donna che, alla fine dell’orgasmo simulato da Meg Ryan davanti a un imbarazzato Billy Crystal, pronuncia quella che è con ogni probabilità la battuta più famosa del film e una delle battute più celebri del cinema hollywoodiano –- “Prendo quello che ha preso la signorina” – è Estelle Reiner, madre del regista. Si narra che ai test screening del film, il pubblico femminile ridesse divertito davanti a questa scena mentre quello maschile se ne restava in silenzio pensoso…
Quando Harry incontrò Sally accadde che la commedia romantica americana cambiò per sempre. Diventò un po’ più cerebrale, più disinvolta, più asciutta, insomma, diventò grande. Negli anni a venire, Billy Crystal diventò uno dei presentatori degli Oscar più amati e Meg Ryan la nuova fidanzata d’America. Rob Reiner farà molti film con la sua Castle Rock (casa di produzione chiamata così in onore delll’amico Stephen King), Nora Ephron ci regalerà altre commedie intelligenti e delle raccolte di saggi tra cui l’ultima, che è anche in un certo senso il suo testamento, I Remember Nothing, Steven Spielberg le dedicherà The Post e When Harry Met Sally diventerà uno dei film più amati e di maggior successo di tutto il cinema americano.
E proprio per festeggiare il trentesimo anniversario, TCM Big Screen Classics e Fathom Events fanno uscire il film in alcuni cinema selezionati l’1 e il 3 dicembre 2019, e rivedere Harry e Sally è un po’ un viaggio nel tempo. E’ un viaggio negli spensierati anni Ottanta, comprese certe pettinature, e in una New York di cui è rimasto qualche scorcio immortalato per sempre nel film (si, sicuramente Katz’s) e nella nostra memoria cinematografica.