Solo qualche mese fa vi raccontavamo la clamorosa decisione di Amazon di aprire un secondo quartier generale proprio a New York, nel quartiere di Long Island City. Oggi, a quasi due mesi di distanza da quella metà dell’ultimo Dicembre, arriva una notizia ancora più clamorosa: Amazon annulla i suoi piani per il famigerato HQ2 di Long Island City.
La notizia arriva dopo giorni di estenuanti proteste da parti di gruppi e politici locali e statali, che si sono fortemente opposti all’ingresso del gigante targato Bezos nella realtà urbana nell’altra sponda dell’East River. La rappresentante Alexandria Ocasio-Cortez, che ultimamente sta vivendo un momento di grazia dal punto di vista politico come una delle rappresentanti democratiche più attive, ha lottato a lungo contro l’ingresso di Amazon, ed ha, stando a quanto dichiarato da Amazon nelle ultime ore, ottenuto l’ultima risata.
Le proteste, capitanate proprio dalla Cortez, si basavano in realtà sull’enorme affare negoziato tra Amazon, il sindaco Bill de Blasio, ed il governatore dello stato di New York Andrew Cuomo. Per attrarre Amazon all’economia new yorkese, Cuomo aveva preparato “uno dei pacchetti incentivi più grossi della storia di New York, il ritorno sull’investimento sarà di più o meno 9 a 1”, cosa troppo allettante per allontanare la Grande Mela dal fascino hi-tech di un gigante come Amazon. Eppure, la componente territoriale del pacchetto di incentivi proposto da Cuomo e De Blasio sembra scarseggiare in confronto agli 1,7 miliardi di dollari impegnati dallo stato di New York ai fini d’incentivare l’apertura della sede di LIC.
La rappresentante democratica, insieme ai gruppi di lavoratori ed attivisti da cui è seguita, ha a lungo protestato e combattuto contro il gigante, anche all’interno di uffici ed aule. La prospettiva, a quanto pare, è andata in frantumi, ed Amazon, sentitasi rifiutata dalla comunità locale e, specialmente, dai gruppi politici governanti, ha deciso di cancellare i propri piani, che avrebbero visto un restyling completo del piccolo quartiere di Queens, creando qualcosa di estremamente simile all’espansivo campus Amazon a Seattle.
“Dopo lunga riflessione”, si legge nella dichiarazione ufficiale dell’azienda di Seattle, “abbiamo deciso di non proseguire con i nostri piani di costruire un quartier generale di Amazon a Long Island City, Queens.” Sconfitta, insomma. “Per Amazon, l’impegno nel costruire un nuovo quartier generale richiede relazioni positive e collaborative con gli ufficiali locali e di stato, che siano di supporto sul lungo termine. Anche se i sondaggi dicono che 70% dei newyorkesi è favorevole ai nostri piani e al nostro investimento, alcuni politici locali e statali hanno chiaramente opposto la nostra presenza, rifiutandosi di lavorare con noi per costruire il tipo di relazioni necessarie per continuare il progetto che avevamo in mente per LIC.”
Per alcuni, come certo i gruppi rappresentati dalla Ocasio-Cortez, si tratta di una buona notizia: una città che rifiuta gli sporchi giochi politico-finanziari delle “big corporations”. Il pacchetto incentivo, dopo tutto, è stato il fattore determinante per il collasso dell’affare.
La comunità, come si vede nel video riportato qui sotto , si è mossa in maniera ambigua sulla faccenda, che in realtà sembrava già essere destinata alla risoluzione.
Nonostante il supporto ricevuto dall’azienda di Bezos, ultimamente, si può romanticamente dire che hanno vinto le forze locali, quelle che non vogliono vedere cambiamento in una città dove il cambiamento sembra divorare tutto. Ciò che sarà interessante, ora, è vedere cosa sarà della realtà urbana di Long Island City, che da qualche tempo a questa parte ormai si preparava all’ingresso di Amazon.
Una grana non da ridere per il duo De Blasio-Cuomo, che avranno diverse gatte comunitarie, politiche e finanziarie, da pelare ora che l’annuncio della grande ritirata è stato ufficializzato.