Nessun periodo storico è tanto maltrattato come il Medio Evo: si pensi solo al sinonimo “secoli bui” che viene usato quasi in maniera intercambiabile. La faccenda, ovviamente, è complicata e i miei studenti universitari restano un po’ storditi quando gli spiego che il Rinascimento (come termine) è ottocentesco (nel ‘400 e ‘500 semmai si parlava di Rinascita), mentre sono stati gli intellettuali del Rinascimento (che ancora non si chiamava così) a inventare il mito oscuro di un’età di mezzo, della durata più o meno di una decina di secoli durante i quali le glorie delle antiche civiltà greca e romana furono dimenticate e abbandonate a causa dell’ignoranza e della superstizione, finalmente spazzate via dai loro studi e dal loro coraggio.
Se poi chiedo agli studenti di sparare a ruota libera quello che gli viene in mente quando si parla di Medio Evo, il catalogo degli orrori è assicurato: dalla peste, all’Inquisizione, dalle crociate alla tortura. Sembrerebbe proprio che a quei poveretti a cui toccò di vivere in quel lungo periodo di mezzo (senza peraltro rendersi conto che si trovavano in mezzo a due ‘splendide’ stagioni dell’umanità) sembra non ne sia andata bene una. Se poi ci si mette anche Quentin Tarantino che nel suo Pulp Fiction fa dire a Marsellus Wallace come minaccia di vendetta a un nemico “I’m gonna get Medieval on your ass” (ti faccio un c**o medievale) si capisce che la strada per far recuperare un po’ di punti a quel bistrattato periodo storico è tutta in salita.
Queste riflessioni che in genere tornano a ripetersi ogni volta che devo affrontare l’argomento in aula, sono state scosse e rivoltate domenica scorsa durante una gitarella che io e mio cugino ci siamo concessi fino alla punta settentrionale di Manhattan, ai Cloisters, i chiostri che contengono la collezione di arte medievale del Metropolitan Museum: un luogo straordinario, costruito a partire dagli anni ’30, anche smontando parti di chiese e castelli in Europa per rimontarli all’interno della struttura architettonica che si stava costruendo a New York. Entrambi avevamo già visitato questa interessante e ricchissima, anche se un po’ bizzarra, istituzione, ma volevamo vedere la mostra “Heavenly Bodies” che si chiude oggi e che sembra destinata ad esser la mostra più visitata nella storia del Met.

La sorpresa però l’abbiamo avuta prima di arrivare al museo: appena si sono aperte le porte della metropolitana alla stazione della 195 ci siamo trovati davanti una folla di bambini, adulti e anziani di tutte le razze che portavano orgogliosamente costumi colorati, armature, cappelli piumati, scudi, bacchette magiche, ceste, fagotti, asce. Il carnevale qui non si celebra e da Halloween ci separa ancora quasi un mese e poi i costumi di Halloween sono un cupi con scheletri, zombie, e streghe, mentre questa fauna era decisamente più allegra e più variopinta. È stato solo quando siamo finalmente riusciti ad uscire dalla stazione che ci siamo resi conto che eravamo capitati nel bel mezzo di una Fiera Medievale che si tiene ogni anno a Fort Tryon il bel parco che circonda i Cloisters. C’erano spettacoli a tema con cantastorie, cavalieri con la lancia in resta, menestrelli, orchestrine con strumenti antichi, falconieri, ed altri meno in tema, come illusionisti e danzatrici del ventre. Anche il cibo in vendita nelle bancarelle forse non era proprio d’epoca, e un sacco di gente brandiva enormi cosce di tacchino (notoriamente arrivato in Europa solo nel XVI secolo) come se fossero state mazze ferrate. Ma la cosa più straordinaria è stata vedere come migliaia di persone comuni ogni anno si ri-raccontano il Medio Evo riabilitandolo con una festa, forse non storicamente precisa, ma gioiosa e rassicurante come una una delle tante belle storie che quel periodo maltrattato ha prodotto.