Creare un network tra università, investitori, media e imprenditori di nuove start up: la “European tech night” ospitata ieri sera al Consolato italiano di New York ha mostrato cosa può accadere ad imprese europee quando questa rete funziona e supporta creatività, innovazione, distribuzione, partnership. Il console generale Francesco Genuardi aprendo la serata ha voluto sottolineare la ricchezza di un’alleanza dalle molteplici dimensioni e ha voluto citare lo storico Tacito, quando diceva che è “un lodar le cose antiche e biasimare le presenti” e invece ricordare “le eccellenze italiane a partire dai disegni di Leonardo che hanno ispirato la costruzione degli aerei, fino al telefono di Meucci e all’embrione del primo pc ideato da Olivetti significa aprire prospettive sul nuovo”. In fondo, queste possono considerarsi start up talvolta acquisite da grandi compagnie, altre volte spunto di altre ricerche e di prodotti che hanno davvero cambiato la vita di milioni di persone. La serata dedicata alle tecnologie sviluppate nel campo della salute e della medicina è la terza di una serie di appuntamenti che i consolati delle principali nazioni europee presenti a New York stanno dedicando all’innovazione, con l’idea di favorire una globalizzazione di idee, prodotti, ricerche, consumatori.

Gianluca Galletto, consulente per gli affari internazionali del sindaco Bill Di Blasio, assicura che la città vuole promuovere questa alleanza tra ricerca, università e impresa e spiega che le iniziative e le imprese europee già in rete, o intenzionate a far rete, sono le benvenute. E questa felice simbiosi è ulteriormente sottolineata da Giovanni Caforio, Ceo della Bristol Meyers Squibb che annuncia ufficialmente il trasloco della sede di uno dei colossi farmaceutici mondiali da Park Avenue in un sito sull’East River nei pressi dei centri di ricerca che possono dare valore aggiunto al loro lavoro. “La relazione tra le grandi industrie e le start up è fondamentale per il successo delle grandi compagnie , spiega Galletto. I nostri investimenti in ricerca e sviluppo per il 50 per cento sono rivolte ad aziende esterne perché consideriamo complementare l’apporto esterno nell’ideare nuovi e rivoluzionari farmaci”. Ed esemplifica il caso di un farmaco per il trattamento del cancro scoperto da un fisico a Tokyo, sviluppato da un’azienda a San Francisco e poi approdato nella loro sede.
A sottolineare l’importanza delle sinergie è anche Fernando Gomez Baquero, direttore di uno dei rami più innovative della Cornell tech, che nel polo di innovazione aperto a Roosvelt Island vede il nascere di una tech community che interagisce con l’imprenditoria non solo come finanziatore di progetti ma come partner e annuncia che ogni anni 66 nuove compagnie nascono in questo contesto. “Noi vogliamo invitare imprenditori di tutto il mondo che hanno un’idea innovativa e noi li aiutiamo a svilupparla con la nostra ricerca, in modo da essere noi stessi imprenditori con loro”. E annuncia due programmi di studio per dottorandi e ideatori di start up che possono usufruire del loro apporto scientifico. Maria Teresa Cometto, autrice del libro “Tech and the City: The Making of New York’s Startup Community”, introducendo cinque nuove start up nel campo delle biotecnologie e della medicina spiega che fino a cinque anni fa, la Grande Mela contava circa mille start up, ma oggi le statistiche parlano di ben settemila, ad indicare la crescita dell’innovazione e le potenzialità offerte dalla città e dai suoi centri di studio all’avanguardia.
E’ questo il caso della Darwin Healt, azienda nata da un biologo della Columbia University, Andrea Califano e Gideon Bosker, esperto di formazione scientific e di network. La loro ricerca è focalizzata ad individuare dei biomarker che segnalino quando si può sviluppare un cancro. I loro algoritmi e la loro metodologia consente di individuare i valori alterati di ogni singolo malato, utilizzando non solo la mappa genetica, ma anche quella delle proteine che nutrono le cellule e presentano alterazioni quando sono in contatto con cellule cancerogene. La Movendo Technology è un’azienda biomedica che utilizzando la robotica ha innovato la fisioterapia e la riabilitazione personalizzando esercizi e terapie. I suoi innovativi macchinari sono stati acquistati anche da NYU e da uno dei più rinomati centri medici di Philadelphia. La personalizzazione delle cure e delle ricerche mediche guida anche la mappa genetica realizzata da Dante Labs, una start up realizzata da due studenti de L’Aquila ed ora all’attenzione dei maggiori esperti ed investitori del settori. Rendendo i test genomici accessibili a tutti è stato possibile individuare cure calibrate sulle patologie di ogni singolo paziente e tarare i farmaci necessari alla guarigione. Frutto della Cornell University e di un ricercatore francese, Shade, un’azienda che si occupa di sensori per misurare l’intensità della luce solare e consente ai pazienti affetti da lupus di mitigare, prevenire e curare gli effetti dei raggi Uv sulla pelle. Infine è stata presentata una app per controllare il mal di schiena cronico e che è stata acquistata da Microsoft e Coca cola per i propri dipendenti. Ideata dalla Kaia Health, l’applicazione consente di personalizzare una terapia a base di esercizi, postura, farmaci per controllare il dolore ed evitare il suo aggravarsi. L’apporto di New York e degli Stati Uniti è considerato fondamentale nello sviluppo e anche nella diffusione di queste innovazioni che ora cercano nuovi investitori e nuovi mercati per ampliare le potenzialità delle loro invenzioni.
L’evento è stato sponsorizzato dalla Peroni, azienda storica della birra e da Alidoro, una start up del food che ha aperto ben tre sedi a New York, specializzate in panini e salumi italiani La quarta serata dedicata all’innovazione europea sarà ospitata dal consolato olandese il prossimo 8 maggio e sarà dedicata alle tecnologie in campo energetico.