Quanti di voi hanno sognato, almeno una volta, di frequentare un college negli Stati Uniti? Divertirsi alle feste nei dormitori con i tipici bicchieri rossi in mano e la musica in sottofondo, frequentare le lezioni in aule con lavagne enormi e piene di strane formule matematiche e studiare in biblioteche riempite da persone di tutto il mondo? In effetti, è questa l’immagine dell’università americana che sempre più i film e le serie tv made in USA tendono a proporre e, a detta di coloro che hanno vissuto questa esperienza in prima persona, la realtà non si discosta più di tanto dallo stereotipo. Una volta convinti ormai che il proprio futuro sarà scritto tra gli annuali di Yale o Harvard vi verrà naturale prepararvi un espresso, aprire il vostro computer e iniziare a interrogare la rete: come posso fare? A questo punto, il macigno della burocrazia bloccherà i vostri sogni ad occhi aperti. I siti delle università, spesso piuttosto confusionari, elencano infatti innumerevoli carte, documenti e permessi necessari per iniziare il proprio percorso di studi oltreoceano. A questo si aggiunge il peso del fattore economico che, dopo aver letto le cifre richieste dalle principali università statunitensi, vi porterà forse a riconsiderare l’idea di iscrivervi nell’ateneo della vostra provincia natale: la retta di molti istituti americani sfiora infatti i 70.000 dollari all’anno!
Aspettate, non tutto è perduto. Gli studenti italiani affollano ogni anno le strade e le aule di New York City e farcela è effettivamente possibile. In particolare, se studiare a due passi dalla vetta dell’Empire State Building è sempre stato il vostro sogno nel cassetto dovreste considerare di fare domanda alla City University of New York (CUNY), il sistema di università pubbliche di New York che gode del primato di terzo sistema universitario più grande degli Stati Uniti e di università urbana più ampia del paese. Esso è infatti costituito da 11 senior colleges, sette community colleges, il Macaulay Honors College e 5 istituti professionali e di istruzione magistrale distribuiti in tutti i cinque quartieri della Grande Mela. La retta al CUNY corrisponde circa ad 1/10 di quella richiesta da altre, famose università. I prezzi per uno studente non originario della città di NY vanno dai 16.800 dollari all’anno per frequentare un corso di quattro anni ai 9.600 dollari che permettono di accedere a due anni di corso presso uno dei Community Colleges (scuole riservate a coloro che non hanno ricevuto il punteggio minimo necessario per iscriversi ad una University. Il diploma ottenuto ad un Community College, però, può essere sfruttato per entrare poi ad un istituto di istruzione superiore).
Nella redazione de La VOCE abbiamo fatto alcune ricerche ed abbiamo scoperto che accedere in qualità di studente internazionale ad uno dei corsi offerti dal CUNY, che coprono praticamente tutti gli ambiti di studio, non è affatto un’impresa impossibile.

Ho contattato Claire Norton, Direttrice delle ammissioni e Ruth Landa, senior writer dell’ufficio Comunicazioni, che durante un’intervista mi hanno spiegato nel dettaglio la procedura da seguire. “Al momento alla City University sono iscritti 114 studenti italiani, divisi tra lauree triennali (“undergraduate”) e magistrali (“graduate”) e in generale il 44% dei nostri studenti è nato al di fuori degli Stati Uniti” ha affermato Norton. La CUNY è quindi, senza alcun dubbio, un’istituzione caratterizzata da un forte multiculturalismo. Ciò è favorito anche dal fatto che il processo di iscrizione è reso il più semplice possibile accettando iscrizioni durante ogni periodo dell’anno. “Una volta che uno studente ha compilato i moduli necessari, presenti nel sito, il nostro staff valuterà la sua richiesta — mi ha spiegato la Direttrice — e fornirà una risposta entro un mese circa. È bene che gli studenti internazionali si organizzino piuttosto in anticipo perché spesso i documenti richiesti variano da paese a paese. Alla CUNY è fondamentale consegnare le traduzioni ufficiali degli attestati, che devono provenire direttamente dall’istituzione che li ha rilasciati. Per fare questo potrebbe essere necessario più tempo del normale”.
Una volta che l’Università avrà ufficialmente accettato la vostra domanda di iscrizione sarà possibile avviare le procedure necessarie ad ottenere il visto. Gli studenti, generalmente, hanno accesso al modello I20 che permettere di richiedere un visto di tipologia F-1, rilasciato in collaborazione con l’ambasciata del paese d’origine. Norton ha precisato che “ciò che molti non sanno è che non è necessario essere già in possesso di un visto F-1 al momento dell’iscrizione. Lo si può ottenere soltanto una volta che si saprà già con esattezza che Università si frequenterà. Per ottenere questo tipo di visto è infatti necessario presentare, tra le altre cose, il documento che attesta l’avvenuta accettazione nell’istituto”. Un altro documento imprescindibile per iscriversi a (quasi) tutte le università americane, CUNY compreso, è un certificato che valuti la conoscenza del futuro studente della lingua inglese. I modelli più richiesti sono il TOEFL (Test of English as a Foreign Language) o l’IELTS (International English Language Testing System) che si possono ottenere anche in numerosi centri in Italia. Il punteggio minimo richiesto varia da facoltà a facoltà. Per accedere ad alcuni programmi magistrali è inoltre necessario sostenere il GRE General Test, un esame di cultura generale in lingua inglese.

Toccando il tasto dolente delle tasse e delle spese, la Direttrice delle ammissioni mi ha assicurato che l’Università mette a disposizione numerose borse di studio. Nonostante molte siano riservate a studenti americani, ci sono anche possibilità di finanziamenti indipendenti dalla nazionalità del richiedente o indirizzati esclusivamente agli international students. “Le modalità di aiuto economico variano nei diversi college, è una parte molto individuale del processo di ammissione. Offriamo però anche borse di studio per gli studenti già in corso che si rivelano particolarmente brillanti”.
In generale, gli studenti internazionali godono degli stessi servizi offerti agli americani: frequentano le stesse lezioni, svolgono gli stessi esami e possono utilizzare gli stessi spazi comuni. Anche per quanto riguarda gli alloggi “la procedura è esattamente identica”: nel caso si voglia risiedere in uno dei numerosi dormitori dell’università, presenti in tutti i quartieri di New York, è necessario fare domanda attraverso il College o la scuola alla quale si è iscritti.
Norton mi ha anche informata della possibilità di iscriversi al CUNY dopo aver già iniziato gli studi in Italia: “In questo caso si fa domanda in qualità di transfer student. Bisogna mandare una copia tradotta del percorso di studi sostenuto fino al momento della domanda. Questo verrà valutato singolarmente per decidere se gli esami svolti si addicono ai corsi che offriamo. In questo caso, i crediti verranno trasferiti”.
Al CUNY sono attualmente iscritti 114 studenti italiani. Ho parlato con alcuni di loro per farmi raccontare le rispettive esperienze e avere un’idea di cosa significa realmente laurearsi a New York City.
Guglielmo ha trent’anni ed è originario di Genova. Al momento, sta frequentando insieme ad altri tre studenti italiani l’ultimo semestre alla CUNY Graduate School of Journalism, un corso di giornalismo della durata totale di 16 mesi. “Ho scelto New York perché è una città formidabile, che cambia tutti giorni e dove non conta da dove vieni ma cosa sai fare” ha raccontato a La VOCE. “Definirei la mia esperienza molto positiva. Apprendere attraverso un sistema educativo diverso da quello al quale si è abituati ti costringe a cambiare approccio. Qui hanno un atteggiamento molto pragmatico, si tende a studiare soltanto ciò che si rivelerà davvero utile per il mondo del lavoro” ha commentato. Quando gli ho chiesto qualche informazione riguardo al processo di ammissione Guglielmo ha ammesso che effettivamente esso può risultare complesso, in particolare perché una volta selezionati bisogna iniziare le pratiche per ottenere il visto. “Consiglio a chiunque voglia provarci di armarsi di pazienza. Gli uffici del CUNY mi hanno aiutato, ma la burocrazia esiste ovunque…”
Un altro studente italiano della City University è Francesco, che ha 36 anni ed è cresciuto a Belmonte Calabro, un paese di 2.255 abitanti in provincia di Cosenza. Oggi frequenta il John Jay College of Criminal Justice e mi ha raccontato la sua esperienza: “Essere ammessi al CUNY essendo studenti internazionali non è complicato. Innanzitutto è indispensabile avere un buon livello di inglese accademico ufficializzato tramite test come il TOEFL o l’IELTS che si possono svolgere svolgere sia in suolo americano che nel paese di residenza. Questi due esami rappresentano le modalità più convenienti, rapide ed economiche ma esiste un altro modo per certificare la propria conoscenza della lingua inglese: ESL (English as Second Language). Personalmente, ho frequentato il programma ESL dell’International English Language Institute a Hunter College, dove in seguito al completamento del livello 8 è possibile chiedere l’ammissione al CUNY. Studiare in questo dipartimento mi ha permesso non solo di costruire una base accademica solida ma anche di immergermi completamente nell’ambiente universitario e cittadino newyorkese.

Con la certificazione in mano ho deciso di continuare gli studi a New York, iniziando così il processo di ammissione ai programmi undergraduate della CUNY. Ho dovuto stilare una lista dei cinque college in cui avrei preferito studiare. Il criterio di ammissione varia da istituto a istituto e si viene ammessi secondo il proprio punteggio, deciso in base a numerosi fattori che costituiscono il profilo di ogni aspirante studente. Una volta ammesso al John Jay College of Criminal Justice mi sono recato dal mio International Student Advisor per chiedere il modulo necessario ad ottenere lo Student Visa. CUNY è molto organizzata in materia di assistenza a studenti stranieri. Ti aiutano in maniera esemplare sia a livello burocratico che accademico, ma anche per questioni personali come ad esempio l’ottenimento della patente di guida. Una volta avuto il trasferimento del visto da Hunter a John Jay College mi sono imbattuto nei cosiddetti ‘assessment tests’ quali il SAT (Scholastic Aptitude Test) o ACT (American College Testing) che servono a verificare il livello di conoscenza accademica. Se non li avessi passati avrei dovuto frequentare dei corsi di recupero che si svolgono nell’ambito universitario per poi riprovare gli stessi esami. Fortunatamente, non è stato il mio caso.
Per quanto riguarda le borse di studio, non ho nessuna esperienza diretta a riguardo ma so che molte sono limitate ai cittadini o residenti permanenti americani. Tuttavia, ci sono possibilità di finanziamenti tramite agenzie esterne. Da tenere in considerazione è anche la figura dello Sponsor, cioè una persona che è pronta a garantire la copertura finanziaria in caso di mancata o ridotta possibilità da parte dello studente. Lo sponsor si può richiedere al momento dell’iscrizione o quando si richiede il visto gli studenti internazionali.
Ricordo ancora il primo giorno di lezione. Mi ritrovai in un’aula con il 90% di studenti asiatici, in prevalenza coreani. Il primo impatto fu notevole, anche perché non solo non riuscivo a comunicare bene con gli americani, ma dovevo anche iniziare a comunicare con studenti asiatici con un livello di inglese medio basso. Al contrario, instaurai subito un buon rapporto con i docenti i quali non solo erano abilissimi nella didattica e nell’interazione con gli studenti ma anche disponibili ad ascoltare singolarmente ognuno di noi. Con il passare del tempo il ‘cultural shock’ iniziale diventava meno pesante. Lavoravamo in gruppi o coppie e imparavamo in modo attivo, anche attraverso corsi di teatro, musica, cinema. Non ci si annoiava mai a lezione.
Lasciando in disparte l’ambito accademico, non tardai ad innamorarmi di New York. La cultura, la società, la possibilità di avere accesso diretto al melting pot di culture di tutto il mondo, l’energia di questa città hanno suscitato in me una gran voglia di farne parte. New York e’ stata la mia ‘palestra di vita’: mi sono accorto che si vive più o meno come in una giungla, bisogna lavorare duro ed evolvere con il tempo perché ci sono che in ogni momenti vorrebbero essere al tuo posto. Allo stesso tempo ho iniziato a vivere la città con i suoi clubs, bar, mostre, musei, concerti, ristoranti, sport…
Rifarei questa esperienza ad occhi chiusi all’infinito. Qui ho imparato a conoscere me stesso in un ambito dove lavoro duro e ambizione si uniscono a divertimento e crescita culturale. Questa e’ New York”.

Le possibilità per entrare al CUNY sono numerose e non si fermano al normale percorso universitario. Davide Mancini è un ragazzo bresciano che ha avuto la possibilità di studiare per quattro mesi alla CUNY Graduate School of Journalism grazie ad una fellowship offerta da VICE media in collaborazione con l’Università e la Knight Foundation. “Lavorando alla startup Media Vox Pop che ho fondato insieme al mio socio Fabio Capofferi ho scoperto la possibilità di richiedere un fondo di giornalismo innovativo. Per essere scelti bisogna superare una selezione, su 160 progetti presentati ne sono stati selezionati 4. Il programma della fellowship si compone di studio e lavoro, quindi parte della settimana la passavo agli studi di VICE a Brooklyn mentre l’altra parte in università, seguendo i corsi” mi ha raccontato, specificando che l’azienda e l’istituto lo hanno aiutato ad ottenere il visto J1, che viene rilasciato solo nell’ambito di progetti autorizzati dal Programma di Scambio del Dipartimento di Stato americano.
Quando gli ho chiesto di fare un paragone con il sistema educativo italiano, Davide mi ha spiegato che “qui in America adottano un approccio molto più pratico offrendo anche strumenti come fotocamere, accrediti… Le lezioni frontali non vengono del tutto eliminate: è un misto, ma domina il motto Impari facendo. La frequenza è obbligatoria e l’approccio è molto più seminariale, più simile al nord Europa che all’Italia: non c’è tanta enfasi sull’esame in sé ma l’impegno viene distribuito lungo tutta la durata del corso. Alla fine del mio corso di Entrpreneurial Journalism ho dovuto sviluppare individualmente un progetto, quello era ‘l’esame’.
VICE Media ha rinnovato la possibilità per iscriversi alla fellowship Knight-Innovators Fund anche per il prossimo anno.
Insomma, studiare a New York può trasformarsi da sogno in realtà. È una possibilità concreta, che permette di cambiare la propria vita e migliorarla grazie all’impegno e la dedizione. Se una cosa è certa è che a New York il merito e le abilità personali vengono premiate. Ve lo dico per esperienza personale°.