Acqua, vento e sole, un perfetto connubio tra storia, natura e azione umana ha creato un paesaggio unico. È la suggestiva Riserva Naturale dello Stagnone che si estende dentro il territorio di Marsala, in un tratto che va da Capo Lylibeo a San Teodoro.
Dal punto di vista naturale, la Riserva è un laboratorio in cui nuovi organismi si formano prima di entrare in mare aperto mentre la storia ci ha lasciato tracce tutt’ora esistenti di quello che fu un importante scalo commerciale fenicio. In questo paesaggio naturale che diventa laguna con le sue acque basse e particolarmente salate, ha trovato un habitat ideale la raccolta del sale dalle sue acque per farlo asciugare con il calore del sole e del vento formando montagne bianche dietro cui va a dormire il sole.
Dietro le saline fanno capolino le sagome delle Isole Egadi mentre un piccolo arcipelago di isolette, Isola Grande, Mothia, S. Maria e il piccolo scoglio di Schola, stringono lo Stagnone in un abbraccio allungandosi verso il mare aperto.
Sullo sfondo si sentono ancora le voci del mito.
Si narra che proprio durante il viaggio di Eracle in Sicilia, i briganti gli rubarono la mandria, che per lui rappresentava la decima fatica.
Fu allora che Mozia, la personificazione della bellissima isoletta delle Egadi, gli indicò la strada da seguire per recuperare i suoi buoi.
Distesa sullo Stagnone di Marsala, racchiusa da una cinta muraria in bianco calcareo con un impianto che ricorda altre città di fondazione fenicia (come il sito moderno di Kerkouane, in Tunisia), Mozia racconta la Sicilia fenicia, quella misteriosa, nascosta, tra la scienza e il sacro, il commercio, la navigazione e i riti.
Il tempo e gli scavi archeologici hanno restituito alla storia e a questa piccola isoletta il tofet (o tophet), un santuario fenicio-punico a cielo aperto, dove venivano deposti e sepolti ritualmente i resti combusti dei sacrifici e dalle sepolture infantili, il santuario fenicio-punico del Cappiddazzu, parte della necropoli arcaica, la cosiddetta Casa dei Mosaici, le zone di Porta Nord e di Porta Sud e della Casermetta.
Nel 1902, Giuseppe Whitaker, appartenente alla storica famiglia inglese che arrivo’ in Sicilia e inizio’ il commercio del vino Marsala acquisto’ l’Isola riconoscendone la bellezza e il valore.
Poco più avanti si distende l’Isola Grande o Isola Lunga, la più grande del miniarcipelago delle Isole dello Stagnone.
Un tempo formata da isolotti rocciosi, oggi l’Isola Grande, di proprietà della famiglia D’Alì Staiti è diventata anche sede di un Eco Resort realizzato in totale armonia e rispetto della natura. Non solo lunghe passeggiate in bici o trekking tra alberi di pino, saline rosa, ma anche percorsi di benessere sfruttando i benefici del sale.
Un progetto ecosostenibile, quello che la famiglia D’Ali Staiti ha voluto intraprendere come ideale continuazione di un ambiente naturale e creando un tipo di turismo sostenibile che parte dal territorio e ne promuove i suoi prodotti.
“Nonostante le iniziali difficoltà – dice Antonio D’Alì Staiti – abbiamo voluto realizzare questo importante progetto non solo per valorizzare un territorio naturale significativo e di bellezza indiscussa ma anche per promuovere un certo tipo di turismo ecosostenibile sia nella nostra struttura ricettiva, l’Eco resort, che in tutto il territorio circostante come la bellissima pineta e le saline”.
Aperitivi al tramonto ma anche cene sotto le stelle, come quella di recente organizzata da Slow Food Trapani con la partecipazione di due chef siciliani: la stellata Patrizia Di Benedetto del Bye Bye Blues di Mondello e Nino D’Ambrogio dell’Agriturismo Vultaggio.
Una cena a quattro mani che ha reso omaggio al territorio lasciando ai singoli chef la loro personale interpretazione dei piatti.
Apre Nino D’Ambrogio con il suo buffet che attinge a piene mai al meglio della tradizione siciliana con gli involtini di peperone, la zuppetta di patelle con crostini di pane nero. Ci sono anche le arancinette di pane cotto in brodo di pesce, la “ghiotta” di lumache e ventresca di tonno e i taroncioli, il cous cous con le verdure dell’orto, la frittata di Salicornia e quella di patate e vastedda del Belice.
Ancora D’Ambrogio che apre con i primi, cassatelle di ricotta e tenerumi su ristretto di pesce di Favignana, seguito da Patrizia di Benedetto che porta a tavola i suoi famosissimi cavatelli neri con calamari, gamberi e schiuma di ricci e prepara rotolini di branzino e gamberi rossi con brunoise di verdurine dell’orto come secondo.
La cagliata di gelsomino con gelo di anguria e meringhe alla canella della Di Benedetto, sono un omaggio alla pasticceria siciliana moderna che ha radici nella tradizione mentre i mustazzoli al miele o al vino cotto, quaresimali e biscottini di mandorla sono I dolcetti scelti da D’Ambrogio per chiudere la cena.
“È sempre un grande piacere ed un onore poter ospitare gli eventi SlowFood, dice Antonio D’Ali, non solo per la stima e la profonda amicizia che ci lega con i rappresentanti sul nostro territorio, ma anche per quanto condividiamo, e cerchiamo di portare avanti nel nostro piccolo, i valori di cui SlowFood si fa porta bandiera. Il piacere e l’onore sono addirittura doppi in quanto è la prima volta che abbiamo l’opportunità di ospitare la chef Patrizia Di Benedetto che rappresenta un punto di riferimento per chiunque desideri offrire altissima qualità coniugandola con la promozione delle eccellenze che offre il nostro territorio”.
Sale, acqua, vento e sole, sono gli elementi principali della Riserva Naturale delle Isole dello Stagnone, con i mulini a vento a disegnare il paesaggio e le montagne di sale a definirne i contorni.
Dalla terra e dal mare i profumi passano in tavola, in un pezzo di Sicilia che vanta eccellenza e prodotti di prima qualità.
“Il territorio siciliano ed in particolare quello della provincia di Trapani sono ricchi di biodiversità, in particolare la provincia di Trapani è la provincia siciliana (e non solo) che vanta il maggior numero di presidi Slow Food – dice Giuseppe Raineri, presidente di Slow Food Trapani. Per i volontari di Slow Food la valorizzazione del proprio territorio è la mission principale, ed in tale ambito nasce l’idea di promuovere attraverso eventi dedicati di alto livello, un contesto unico ed esclusivo come quello dello Stagnone di Marsala, ed in particolare dell’Eco Resort della Famiglia D’Alì Staiti, sito sull’Isola Grande, location che rappresenta un contesto di biodiversità unico nel suo genere. Il coinvolgimento di chef rinomati a livello nazionale ed internazionale ha proprio lo scopo di valorizzare e far conoscere una location straordinaria, in cui sono stati preparati dei piatti eccellenti, protagonisti di “ Una stella per la Cena Delle Stelle 2018”, gli chef Patrizia di Benedetto del Bye Bye Blues di Mondello (1 Stella Michelin) e Nino D’Ambrogio, chef dell’Alleanza dei Cuochi Slow Food, nonché executive chef del premiato Agriturismo Vultaggio”.
E intanto al tramonto, quando il sole finisce per dispetto, il rosa delle saline si staglia sul blu del cielo e il bianco della luce crea un quadro pittorico.
Si accendono le luci, qualche barca rientra lentamente dal largo, mentre il cielo si colora di aquiloni dei kitesurfer e il rito della magia di quest’isola si ripete puntualmente.