di Manos Kouvakis
L'autore di questo articolo è il direttore del Cedifop, un centro di alta formazione per tecnici che si specializzano nella subacquea industriale. Si tratta di un centro, che ha sede dell'area portuale di Palermo, che opera nel rispetto delle norme internazionali di questo particolare settore.
Finita la maratona per l'approvazione della del Bilancio e della Finanziaria 2015, il Parlamento siciliano dovrebbe iniziare ad occuparsi di altre leggi. Tra queste c’è quella che riguarda la subacqua. O meglio, per essere precisi, le “Norme per il riconoscimento della professione e disciplina dei contenuti formativi per l’esercizio delle attività della subacquea industriale”. Se tutto filerà per il verso giusto, la Sicilia potrebbe essere la prima Regione italiana ad intervenire, con una legge organica, in un settore strategico, anche alla luce dell’impulso, dato dal governo nazionale, all’attività di ricerca e coltivazione degli idrocarburi nelle acque marine del nostro Paese.
Sappiamo che la vicenda è piuttosto tormentata, se è vero che ben sei Regioni italiane hanno presentato ricorso contro l’iniziativa del governo Renzi su tale delicata materia. Detto questo, ferma restando l’esigenza di una corretta tutela dei fondali marini, rimane sempre aperto il tema legato alla formazione di personale altamente specializzato nella subacquea industriale.
Con il disegno di legge che il Parlamento siciliano si accinge ad esaminare e, possibilmente, ad approvare, si introduce l'obbligatorietà all'iscrizione ad un Registro regionale, presso l'assessorato al Lavoro, dei commercial diver su 3 livelli: Inshore ai diver, Offshore air diver e Offshore sat diver. Tecnici che potranno operare sia in inshore, sia in offshore, nelle acquee siciliane fuori dall'ambito portuale. Questo perché all'interno dei porti vale il decreto ministeriale numero 13 del gennaio del 1979 ("Istituzione della categoria dei sommozzatori in servizio locale").
Senza l'iscrizione al Registro regionale (successiva a quella presso una Capitaneria di Porto) accessibile a coloro che hanno realizzato percorsi formativi specifici, con elevati standard di qualità e sicurezza, sarà impossibile svolgere attività lavorative subacquee in Sicilia lavorando negli impianti inshore e offshore nelle acquee siciliane (vedi per esempio certificazioni HSE-UK ).
Il disegno di legge che il Parlamento siciliano deve esaminare ed approvare (numero 698), può essere visionato su questo link:
http://www.ars.sicilia.it/icaro/default.jsp?icaDB=221&icaQuery=16.LEGISL+E+00698.NUMDDL
E' molto interessante l'articolo 6.2 del disegno di legge, che così recita:
"Gli interventi di cui al comma 1 devono essere conformi nei contenuti agli standards internazionalmente riconosciuti dall’International Diving Schools Association (IDSA) e, per le parti eventualmente operate presso le imprese di cui al comma 3 dell’articolo 2, alle prescrizioni e linee guida fissate dalla normativa Uni 11366 ‘Norme per la sicurezza e la tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell’industria’ e sui controlli che devono essere effettuati per il rispetto di obblighi e requisiti generali in materia di salute, sicurezza ed ambiente (HSE), anche in conformità alle linee guida di International Marine Contractors Association (IMCA)".
Insomma, ormai i tempi sono maturi e noi aspettiamo fiduciosi il passaggio finale, che aprirà nuovi scenari per la prima volta in Italia, dopo un'attesa di 35 anni, impensabili fino a qualche mese fa.
Altri appuntamenti si stanno avvicinando: per esempio, il meeting IMCA per la sezione Europa ed Africa che, quest'anno si svolgerà il 9 giugno in Italia, a Livorno. Sarebbe fantastico arrivare a questo appuntamento con la legge già approvata.