E alla fine rimasero in due. Al giro di boa della prima settimana all’US Open, gli italiani ancora in gara per il titolo sono Sinner e Paolini, non per caso il numero uno e la numero cinque del ranking. Premessa: non c’è da essere delusi. In campo maschile la squadra azzurra s’è presentata al via con dieci giocatori nel tabellone principale, record da evidenziare. Gli ultimi a uscire sono stati stanotte Arnaldi e Cobolli, due ragazzi che hanno fatto i maggiori progressi arrivando a occupare rispettivamente il posto 30 e 31 della classifica. Ipotizzarlo venti mesi fa sarebbe stato inverosimile, perciò meritano comunque un buon voto, specie se rifletteranno sugli errori da correggere. Quali sono è presto detto.

Arnaldi, 23 anni, è in fase di adattamento ai quartieri alti, posizione che comporta un carico di responsabilità superiore. La vertigine si paga in termini di spensieratezza e precisione nel gioco, aspetti tecnici e mentali insieme. Le statistiche del match contro l’australiano Thompson, tipo da prendere con le pinze sul cemento, sono lo specchio del momento: 49 errori non forzati rispetto ai 18 dell’avversario sono un’enormità, come i nove doppi falli contro zero. Cobolli è piaciuto di più, almeno per attitudine alla battaglia. Il ventenne romano nato a Firenze è un agonista formidabile, dote mostrata anche di fronte a Medvedev: si è arreso solo all’ultimo punto, benché la differenza in certi frangenti fosse palese. Dove può e deve migliorare? Anche per lui i numeri aiutano a capire: nel tennis di oggi è impossibile vincere servendo il 39 per cento di prime palle.
Torniamo ai nostri due campioni superstiti. Le eliminazioni eccellenti di Djokovic e Alcaraz non hanno alleggerito la fetta di tabellone che riguarda Sinner. L’altoatesino troverà negli ottavi Tommy Paul, 27 anni, originario del New Jersey, tre titoli vinti in carriera, testa di serie numero 14. È un avversario scomodo per qualità e senso tattico. Negli scontri diretti il ragazzo rosso conduce 2-1 ed è sua l’ultima vittoria datata 2023, Master 1000 del Canada. “Ricordo bene la partita di Toronto — ha spiegato l’americano — ha tirato così forte da staccarmi la racchetta di mano”. E ancora: “L’italiano è il miglior colpitore del circuito, se fai partita da fondo con lui non esci vivo. Dovrò inventarmi qualcosa”. Lecito attendersi un assalto all’arma bianca sul secondo servizio di Jannik e palle lente con accelerazioni improvvise da dietro, per variare il ritmo dello scambio.

Sinner appare pronto, sta ritrovando la forma fisica e la felicità del gioco dopo la tempesta dell’inchiesta doping. Però la sfida di domani sull’Arthur Ashe si porta dietro una scoria fastidiosa: nei giorni scorsi Paul ha postato su Instagram una foto che lo ritrae mentre viene massaggiato dal fisioterapista con i guanti, allusione alla contaminazione — accidentale secondo i periti — da Clostabol. Traduzione: ecco come evitare guai, se sei in buona fede. Peccato che sia stato smentito da un campione come Andy Roddick, ex numero uno e vincitore a Flashing Meadows nel 2003: “Non ho mai ricevuto un massaggio con i guanti in tutta la mia vita”.
Il primo della classe non avrà gradito il colpo a tradimento. Ha stilato una lista di amici e nemici, anche se il suo mantra ora è: “Dimentico in fretta”. Il caos mediatico si sta spegnendo, e sarebbe bastato leggere con attenzione la sentenza assolutoria dell’International tennis integrity agency (https://www.itia.tennis/

Paolini fortunatamente non ha questi problemi: Il mondo le sorride e lei sorride al mondo in una stagione fantastica. Miss Smile, salita al numero 5 del ranking, finalista a Roland Garros e Wimbledon, affronterà una ragazza come lei di 28 anni che merita totale rispetto. La classifica di Karolina Muchova, appena fuori dal primi cinquanta, è bugiarda. L’anno scorso la ceca è stata finalista al Roland Garros e semifinalista a New York. Ma a causa di un infortunio al tendine del polso destro, che l’ha costretta a operarsi a febbraio, è rimasta fuori dal circuito per un’eternità: riemersa a fine giugno, sta velocemente tornando ai livelli che le spettano. “Quando ho tolto la mano dall’ingessatura non riuscivo a muoverla. Ho pensato che fosse finita con il tennis”, ha raccontato. Invece rieccola finalmente, dopo aver fatto fuori Osaka, Potapova e Volynets senza perdere un set.

Dal canto suo Jasmine al secondo turno è stata protagonista del più bel match del torneo assieme a Bianca Andreescu, con tanto di siparietto a fine gara finito online. Alla terza sconfitta di fila, la canadese che aveva trionfato a Flushing Meadows nel 2019 le ha sussurrato: “Mio Dio, ti prego, lasciami vincere la prossima volta”. Paolini è favorita e non fanno testo i tre precedenti fra lei e Muchova, tutti favorevoli alla ceca: il più recente è datato 2021, un’era geologica fa. “Sono una sua fan — ha detto la campionessa di Bagni di Lucca — e adoro il modo in cui gioca. Sa fare qualsiasi cosa: slice, colpi al volo, serve and volley”. Poi ha aggiunto scherzando con il pubblico che l’ha adottata: “Batte meglio di me forse perché è più alta, ma noi piccoline possiamo essere velocissime in campo. Sarà una partita molto complicata”. L’ultima frase è la pura verità.