Bianca Andreescu, cinque anni fa, sollevava quasi incredula la coppa d’argento sull’Artur Ashe, lo stadio di tennis più grande del mondo. Aveva solo diciannove anni ed era appena diventata la prima canadese della storia a vincere uno Slam.
Non è un’avversaria qualunque, perciò, quella che oggi a New York ha implorato Jasmine Paolini di lasciarla vincere almeno una volta. “Per favore”, le ha detto stringendole la mano a rete dopo aver perso in tre set al primo turno dell’ultimo Major dell’anno. Jasmine l’ha infatti già battuta, negli ultimi tre mesi, prima al Roland Garros e poi a Wimbledon, tornei dove poi è arrivata in finale.
Quella richiesta, scherzosa e fatta con un enorme sorriso in faccia, è sintomo di come in poco tempo Paolini sia diventata un nome che conta nel circuito WTA. Nel ranking mondiale live è al numero 4 e le avversarie hanno imparato a temerla.
Bianca Andreescu has had enough of facing Jasmine Paolini in Grand Slams 😂 pic.twitter.com/fEHG8DF89A
— US Open Tennis (@usopen) August 28, 2024
Insieme a lei, a New York è arrivato un plotone di giocatori italiani pronti a prendersi un posto di rilievo nel tabellone principale.
Tra gli uomini c’è ovviamente Sinner, testa di serie numero 1 pur essendo il terzo favorito (dietro ad Alcaraz e Djokovic) per i bookmaker. L’altoatesino ha superato il primo turno con il brivido di un primo set giocato praticamente senza rovescio e perso miseramente 6-2 contro l’americano McDonald.
Jannik, arrivato nel Queens con qualche fischio del pubblico che ha letto sui giornali della sua positività a una sostanza proibita dalla WADA, ha davanti a sé un cammino non scontato. Se dovesse arrivare al quarto turno, l’idolo di casa Tommy Paul, sempre silenzioso ma dal gioco intelligente, potrebbe già essere un avversario da non sottovalutare.
Dalla sua parte ci sarebbe poi Medvedev, finalista agli Us Open lo scorso anno, e Carlos Alcaraz, vincitore sul cemento di Flushing Meadows due anni fa.

Da non perdere di vista neanche il tabellone di Arnaldi, che dopo un primo match facile con Svajda avrà ora Safiullin e poi probabilmente Hurkacz, primo di un eventuale quarto turno con il diavoletto De Minaur. Lo scorso anno, il ligure arrivò al quarto turno guadagnandosi un esordio sul centrale che lo vide opposto a un Alcaraz troppo più forte di lui.
Musetti vede un quarto turno con Zverev, che lo scorso anno fu mattatore di Sinner in una partita finita a notte fonda al quinto set, così come Berrettini, ancora in fase di rodaggio soprattutto sugli spostamenti, potrebbe sfruttare le emozioni di Fritz (con cui sarà sfavorito) per battere la sua testa di serie e farsi largo fino allo scontro con Casper Ruud.
Infine Cobolli e Bellucci, che grazie a un sorteggio amico potrebbero raggiungere il terzo turno e portarsi a casa i 215 mila dollari di montepremi.
Il tricolore sventola poi anche nel torneo femminile. Oltre a Paolini, il gruppo composto da Bronzetti, Cocciaretto e Sara Errani può provare a togliersi qualche soddisfazione. Difficile che la gioia arrivi da Bronzetti, opposta al secondo turno alla finalista dello scorso anno e numero 2 del mondo Sabalenka, mentre invece gli accoppiamenti di Errani (Dolehide) e Cocciaretto (che partirà comunque con gli sfavori del pronostico contro Pavlyuchenkova) non sono dei più proibitivi.

L’Italia però risponde presente, finalmente, all’appello americano del tennis che conta. Sugli spalti non mancheranno i tanti tifosi che ogni anno per l’occasione arrivano in città. Compreso il Console Generale Fabrizio Di Michele, spesso partecipe dalle tribune tifando gli atleti azzurri.
L’Italia ha già festeggiato una volta a New York. Era il 2015 e sul cemento del Queens accadde un fatto incredibile. Roberta Vinci negò in semifinale il Grande Slam a Serena Williams arrivata a Flushing Meadows per scrivere la più grande pagina della storia del tennis, e allo stesso tempo Flavia Pennetta completò la cavalcata arrivando all’ultimo atto di uno Slam per la prima volta in carriera. Flavia e Roberta, amiche da una vita, si ritrovarono a giocare la finale sotto gli occhi di un pubblico incredulo e del Presidente del Consiglio accorso apposta da Roma per assistere al match e alla vittoria di Pennetta.
Sono passati quasi dieci anni da quella notte e l’Italia del tennis, dopo un periodo buio, ha ritrovato la speranza e gli atleti giusti per poter sognare in grande. New York ama le storie di successo. Ancor di più se sono italiane.