Chiuse le porte girevoli del mercato e passate tre giornate di campionato – una di quelle anomalie che andrebbero risolte a livello di sistema, in tutta Europa – è tempo di pronostici e di prime analisi per la Serie A. Ancora più complesse del solito, arrivati alla sosta per le nazionali: tantissimo equilibrio, alcuni upset nelle prime partite giocate con un caldo asfissiante, una marea di acquisti entrati nelle ultimissime ore di calciomercato e non ancora visti in campo, in una sessione in cui tanti club hanno fatto tardi. Qualcuno, perfino sforando i tempi canonici: citofonare Roma che ha preso Hermoso da svincolato il 1° settembre – un signor colpo, sulla carta – e che potrebbe fare lo stesso a breve con un altro svincolato di lusso come Hummels.
Il resto, nel rebus di questo inizio stagione, lo hanno fatto Europei, Copa America e Olimpiadi, che hanno costretto più di qualche allenatore ad un’estate a ostacoli. Comunque, vediamo di fare le carte al prossimo campionato nonostante le incertezze: la prima impressione, forse la più netta fin qui, è che ci sia un gruppo di sei squadre – per valori – e poi tutte le altre. E in questo gruppo comanda senza dubbio l’Inter campione d’Italia: al gruppo della seconda stella di Simone Inzaghi, sono stati aggiunti perfino due calibri come Zielinski e Taremi per allungare le rotazioni e rendere la rosa ancora più competitiva tra serie A e Champions League. Inoltre, non c’è stata la solita “cessione pesante” per ripianare: i nerazzurri hanno due squadre e partono ancora una volta – nettamente – davanti a tutti.

Si candidano a battagliare con l’Inter due grandi novità di questa stagione: la Juventus di Thiago Motta e il Napoli di Antonio Conte. Partiamo dalla prima: dopo un inizio in sordina, la dirigenza bianconera ha consegnato all’allenatore i rinforzi che chiedeva, soprattutto Koopmeiners (a quasi 60 milioni) oltre a due esterni di valore come Gonzalez e Conceiçao. Il resto lo farà Motta, che nelle prima due giornate ha già mostrato quanto può sorprendere nelle sue scelte di formazione, dando poi a volte l’impressione di vedere nel futuro: citofonare gol di Mbangula e Savona. Due dubbi: la Champions – l’italobrasiliano per la prima volta in carriera dovrà gestire il doppio impegno – e probabilmente un difensore in più sarebbe servito per alzare il livello, ma può essere una contender reale. E chi vi scrive ha vissuto giorno dopo giorno il Bologna di Motta e la sua crescita esponenziale, quindi sa bene quante qualità abbia il nuovo tecnico bianconero.
Poi, il Napoli: anche qui mercato in ritardo, ma alla fine una super campagna di rinforzo con Buongiorno, Lukaku, McTominay, Neres e Gilmour. Sarebbe importante risolvere rapidamente il caos Osimhen – gestione davvero problematica, ma non per lo spogliatoio essendo fuori lista – e Conte, insieme al fido Oriali, può davvero fare grande differenza con una partita a settimana e senza coppe. Avversarie avvisate.
Qualche incognita in più per le altre: il Milan non ha fatto un brutto mercato – anzi, tolto Zirkzee (comunque ha preso Morata) ha centrato buona parte degli obiettivi – ma è partito malissimo, Fonseca sembra essere già traballante e le tensioni con Leao e Theo, con pessimo linguaggio del corpo di entrambi, non aiutano. Sulla carta però sono da Champions, se ingranano pure qualcosa in più. Il tecnico, però, e l’aria che si respira già intorno a lui (del resto, non era una prima scelta) non aiutano.

L’Atalanta ha vissuto un’estate strana, dopo il trionfo in Europa League: la questione Koopmeiners, il rischio di perdere anche Lucca, l’infortunio serissimo a Scamacca. Gasperini si è fatto sentire, come al solito, e sul mercato sono arrivati rinforzi veri, da Retegui a Brescianini, passando per Bellanova e Kossonou: nerazzurri di rincorsa, ma lassù arriveranno anche loro. Poi c’è la Roma: il caso Dybala, poi rientrato, qualche presa interessante – Soulé e Kone, oltre al “Pichichi” della Liga Dovbyk – e ora le rifiniture in difesa. A De Rossi il compito di rientrare al ballo di gala dalla porta principale, ma non sarà semplice: portare anche Hummels sarebbe prezioso.
Sotto queste sei c’è uno scalone, più che uno scalino, con una fascia di altre sei squadre con due potenziali outsider. In ordine sparso, la nuova Fiorentina di Palladino che è partita pianissimo ma che è stata rivoluzionata nelle ultime curve del mercato (Bove, Adli, Gosens, Cataldi), che sembra al centro di una transizione tattica non facile e molto legata alle lune di Kean davanti, almeno in attesa di Gudmundsson.
Poi il Torino di Vanoli: il capolavoro fatto in Laguna dal tecnico è replicabile in granata nonostante le perdite pesanti di Bellanova e Buongiorno. Vanoli, “contiano” da 3-5-2, ha idee chiare, fame, concetti lineari. E in una fascia centrale così livellata, fare una sola partita a settimana sarà un valore. Bologna e Lazio, invece, avranno le coppe e non sembrano essersi affatto attrezzate per il doppio impegno: i rossoblù hanno perso i big e il tecnico, Italiano è partito piano, la rosa è indebolita e la Champions porterà via energie, fisiche e mentali. Molto dipenderà dall’efficacia dei due attaccanti Castro e Dallinga e da alcune scommesse da vincere. La Lazio ha dato in mano a Baroni – che meritava questa chance, ma anche altre armi- una squadra con tante incognite e un centrocampo quasi ridotto all’osso, toppando in extremis l’aggiunta Folorunsho. Per loro può diventare una stagione lunga. Da dietro, sembra potersi inserire in questo gruppo il Parma: ha quattro esterni offensivi di livello e ha mantenuto il gruppo che ha dominato la B con Pecchia lo scorso anno.

Anche il Genoa può inserirsi: Gilardino è bravo, lo sta dimostrando, ma ha perso tanto e dovrà ritrovare nuovi protagonisti dopo gli addii di Gudmunsson e Retegui e non sarà semplice, molto dipenderà dalla vena di Pinamonti in area. A cavallo tra seconda e terza fascia c’è anche il Verona che pare aver dato al nuovo tecnico Zanetti altri acquisti molto interessanti su cui lavorare, grazie alle intuizioni estere del ds Sogliano: le altre si giocheranno la salvezza e qualche insospettabile rischia di finire nel calderone. In fondo c’è il Venezia, che sembra avere un deficit di qualità rispetto alle altre. Sembrano avere poche armi anche Como (qualche innesto curioso e tanti “grandi vecchi”, ma Varane è saltato subito), a cui non mancano i soldi per intervenire a gennaio, ed Empoli, partito benissimo con D’Aversa nonostante una rosa che qualitativamente sembra avere diverse lacune.
E attenzione anche all’Udinese, specie dopo la cessione di Perez: ha sette punti in tre gare, vero, ma ne meritava forse uno o due. Però, l’inizio darà fiducia alla curiosità Runjaic. Si preannuncia complessa l’annata del debuttante in A Nesta a Monza, con un club che ha fatto mercato a costo zero, dovrà sudare le consuete sette camicie il Lecce di Gotti con le intuizioni a costi minimi di Corvino (stuzzicante l’idea Rebic), sembra poter stare lontano dai guai il Cagliari di Nicola. Ma attenzione, perché l’impressione è che ci sia più distanza tra prima e seconda fascia che tra seconda e terza: vedremo col passare delle giornate se è solo un’illusione di fine estate.
Ecco dunque la griglia della Serie A ai – posticipati – nastri di partenza. Ricordandosi sempre che 1. è un gioco e 2. le sorprese sono all’ordine del giorno. Alzi la mano chi, un anno fa, avrebbe messo il Bologna in Champions League, il Napoli decimo e il Sassuolo in serie B.
Prima fascia: 1. Inter 2. Juventus 3. Napoli 4. Milan 5. Atalanta 6. Roma
Seconda fascia: 7. Fiorentina 8. Torino 9. Bologna 10. Lazio 11. Parma 12. Genoa
Terza fascia: 13. Verona 14. Cagliari 15. Monza 16. Lecce 17. Udinese 18. Empoli 19. Como 20. Venezia