È la notte degli incubi, che sarà difficilissimo dimenticare. I nostri squadroni maschili di pallavolo e pallanuoto sono fuori dai Giochi con un doppio verdetto che farà discutere a lungo. Per motivi totalmente diversi. La corazzata campione del mondo di Fefè De Giorgi cede nettamente davanti ai padroni di casa francesi, che adesso cercheranno di bissare l’oro di Tokyo. Diciamolo subito: non c’è nulla da recriminare. È stata una resa senza condizioni, con i Blues esaltati dal pubblico impazzito — ma questo si sapeva — e superiori in tutti i fondamentali: il servizio, la ricezione, la costruzione dell’attacco, la difesa, il muro. Sono stati in vantaggio dal primo all’ultimo punto, senza cedere di un centimetro: tre set a zero e tutti a casa. Inutili i tentativi di mischiare le carte, pescando soluzioni alternative dalla panchina. L’inerzia non è cambiata, troppi i nostri campioni sottotono e delusi quanto e più dei tifosi. Alla Nazionale poco brillante resta il premio di consolazione della finalina per il bronzo, peraltro tutt’altro che semplice: gli azzurri se la vedranno con gli Stati Uniti, rimontati e battuti dalla Polonia (da noi sconfitta nel girone), ma arrivati vicinissimi al colpo grosso. Continua il sortilegio di varie generazioni di fenomeni, arrivati per tre volte a un passo dalla gloria olimpica — Atlanta 1996, Atene 2004, Rio 2016 nel ’96 ad Atlanta — e purtroppo mai vincenti.
Resa non è invece il termine giusto per descrivere la sconfitta del Settebello di Sandro Campagna. Che a lungo è stato Settebellissimo, furente e coraggioso, capace di reagire con orgoglio a un grossolano errore di valutazione — vogliamo chiamarlo così? — dell’arbitro al video: il montenegrino Veselic Miskovic, che entra di diritto nel libro nero del nostro sport accanto a Byron Moreno. Il racconto di quel che è accaduto a metà del secondo tempo si intitola: Come rovinare una partita che vale la semifinale olimpica. È andata così. Sotto di un gol, l’Italia agguanta il 3-3 grazie a una fiondata di Ciccio Condemi. Palla al centro, ma a bordo vasca cominciano i conciliaboli. Miskovic va al Var, vede e rivede l’azione, poi emette una sentenza che ha dell’incredibile: rete annullata, rigore assegnato ai magiari, Condemi riconosciuto colpevole di brutalità ed espulso per quattro minuti. Le immagini chiariscono che si tratta di un’invenzione. La mano dell’azzurro, nello slancio del tiro, finisce sul volto di un avversario: il classico contatto di gioco, privo di qualunque volontarietà d’offesa.
Visualizza questo post su Instagram
La reazione è stata veemente. I giocatori sono saltati fuori dall’acqua come molle e Campagna ha faticato a tenerli, dopo averne dette otto al direttore di gara. Il pubblico neutrale non ha avuto dubbi su chi avesse torto e chi ragione: i fischi e le urla in dissenso sono durati più di un minuto e continuati nel prosieguo. Match rovinato e virtualmente finito? Niente di tutto questo. Sotto 4-2 e percorsi da una scossa elettrica, malgrado l’uomo in meno i nostri hanno trovato una sorprendente parità a cavallo del terzo tempo, per poi passare addirittura in vantaggio grazie uno scatenato Echenique: il Chalo ha firmato una tripletta, imitato subito dopo dal capitano Di Fulvio. Incredibilmente a quel punto l’Italia si è trovata avanti di due reti.
Logico attendersi la replica immediata dell’Ungheria, che approfittando della fatica altrui si è affidata ai suoi tiratori per ribaltare il risultato: 8-8 e poi freccia del sorpasso al tramonto del quarto round. Risultato in ghiaccio? Macché. Il finale thrilling di un match folle ha proposto ancora due flash: l’ennesimo pareggio di Presciutti e un salvataggio che sa di miracolone del portiere Del Lungo, a una manciata di secondi dallo stop. L’esito dei rigori è stato il perfetto finale di una partita stregata. Vogel, numero uno del Ferencvaros, si è confermato implacabile ipnotizzatore sui penalty, oltreché bestia nera personale degli azzurri: tre tiri parati, arrivederci Italia. Lo score dice 12-10, ma il risultato ci sta strettissimo. E ha il sapore dell’ingiustizia.
Usciti dal torneo i due totem De Giorgi e Campagna, ci aggrappiamo al terzo: Julio Velasco, la leggenda argentina che ha riattaccato i cocchi dell’Italvolley al femminile. In semifinale c’è la Turchia, surclassata nel girone eliminatorio: niente scherzi, ragazze, per favore.