I Brooklyn Nets hanno sospeso per almeno le prossime cinque partite la stella NBA Kyrie Irving, rea di aver promosso un film antisemita sul suo account Twitter e di non essersi scusato quando gli è stata data la possibilità di farlo.
Alla squadra di Brooklyn, quartiere dove si stima che circa un abitante su quattro sia ebreo, non è andato giù un tweet in cui il playmaker nato a Melbourne ha sponsorizzato la pellicola Hebrews to Negroes: Wake Up Black America.
L’opera sostiene, in maniera del tutto infondata, che gli ebrei moderni siano degli impostori appropriatisi indebitamente dell’eredità religiosa dei neri, e che nei secoli essi abbiano impedito proprio agli afroamericani di conoscere la loro “vera” identità di discendenti degli israeliti biblici. Nel film si afferma inoltre che l’Olocausto sia una delle “cinque grandi bugie” diffuse dai “media controllati dagli ebrei”.
In un comunicato, la squadra NBA ha affermato di “aver fatto ripetuti tentativi di lavorare con Kyrie Irving per aiutarlo a capire il danno e il pericolo delle sue parole e azioni. Oggi siamo rimasti sconcertati dal fatto che Kyrie, quando gli è stata data un’opportunità in una sessione mediatica, si sia rifiutato di dire inequivocabilmente che non ha convinzioni antisemite”.
Irving si è poi parzialmente scusato giovedì notte: “Mi oppongo a tutte le forme di odio e di oppressione e sto dalla parte delle comunità che vengono emarginate e colpite ogni giorno”, ha scritto il cestista. “Sono consapevole dell’impatto negativo del mio post nei confronti della comunità ebraica e me ne assumo la responsabilità. Non credo che tutto ciò che è stato detto nel documentario sia vero o rifletta la mia morale e i miei principi. Sono un essere umano che impara da tutti gli ambienti della vita e intendo farlo con una mente aperta e una disponibilità all’ascolto.” “Quindi”, ha concluso Irving “da parte mia e della mia famiglia, non intendevamo fare del male a nessun gruppo, razza o religione di persone, e desideriamo essere solo un faro di verità e luce”.