Prima sconfitta esterna da un anno, secca e meritata. E non tragga in inganno il risultato, non abbiamo mai dato l’impressione di poterla vincere e nemmeno pareggiare.
Il primo tempo finisce 2-0. I dati statistici sono chiari e non lasciano adito a dubbi o discussioni. Milan: 3 tiri in porta, sarebbe meglio dire “verso” la porta, tutti di Leao. Torino: 4 tiri in porta = 2 parate + 2 gol. Il Milan gioca 15 minuti poi basta (le due occasioni piu’ nitide sono al 3zo e 5to minuto). Dal 15° la squadra si abbassa e lascia l’iniziativa al Torino, che se la prende, ci fa due pere e ringrazia. Merito del Toro e demerito nostro.
Disarmante la facilità con cui subiamo gol: ennesimo colpo di testa su ennesimo calcio piazzato (ottima l’esecuzione palo-gol di Djidji che colpisce incontrastato senza neanche saltare), ennesimo gol con difesa colpevole (Miranchuk segna su rinvio del suo portiere defilandosi sulla sinistra mentre tre delle nostre stelle stanno a guardare) e con Tata che i miracoli li fa solo nel derby.
Secondo tempo. La reazione che ci aspettavamo e nella quale speravamo non c’è, il Torino controlla il risultato e ci chiude senza soffrire. Siamo disordinati, imprecisi e senza idee. Il nostro gol, che a mio parere potrebbe essere viziato da un fallo di Messias, arriva su uno svarione del loro portiere (che forse grazie a questo unico intervento si merita un voto, negativo, invece di un “senza voto”, imbarazzante per noi).
Abbiamo perso tutti, Pioli compreso. Avessimo giocato a maglie invertite sarei qui a festeggiare e scrivere di una vittoria sicura di un Milan superiore, meglio organizzato, messo bene in campo, tonico e capace di capitalizzare sulle occasioni create, concedendo poco agli avversari. La squadra migliore oggi, invece, vestiva granata.
Confesso, questa sconfitta è dura da giustificare e digerire, legittima i dubbi che mi trascino da inizio campionato, e mi preoccupa. Siamo intermittenti, vittime di alti e bassi incomprensibili, alterniamo prestazioni ispirate a prestazioni spente e deludenti. Senza continuità non riusciremo a tenere il passo di un Napoli, che gioca bene sempre, e dovremo cominciare a preoccuparci di altre squadre.
Si dice che una squadra forte vince anche quando gioca male, ma non contiamoci. In attesa della continuità, viviamo della nostra intermittenza e andiamo a vincere dominando mercoledi.