Sono all’incirca le 20:00 in Italia (le 14:00 a New York) di una calda domenica di maggio quando l’arbitro Doveri mette il fischietto in bocca. È finita: dopo 11 anni di attesa il Milan torna campione d’Italia, dopo aver vinto e convinto 3-0 contro il Sassuolo in una Reggio Emilia letteralmente invasa dai tifosi del Diavolo. A nulla è servita la contemporanea vittoria – sempre per 3-0 – dei “cugini” interisti a San Siro contro la Sampdoria: l’anno prossimo il tricolore sarà cucito sulle casacche del Diavolo.
È difficile quantificare la gioia provata dai tanti, tantissimi tifosi rossoneri (circa 400) che a New York hanno deciso di seguire insieme i 90′ più importanti degli ultimi 10 anni. Come vi avevamo anticipato in questo articolo, si erano dati appuntamento al Football Factory at Legends, un coloratissimo bar sport sulla 33ª di Midtown Manhattan, che funge da sede del popolarissimo Milan Club della Grande Mela.
A coronare la giornata di gloria vissuta dai tifosi del Milan Club c’è stata anche una visita dai dirigenti del nuovo ufficio della Lega Serie A con una replica della coppa consegnata a capitan Romagnoli. Poi via a far festa nell’iconica Times Square, dove a fare da colonna sonora ai led pubblicitari è risuonato un coro rimasto silente per troppo tempo: “Forza lotta vincerai, non ti lasceremo mai!”
Il momento più bello. Il fischio finale. The final whistle here in #NYC 🔴⚫️🗽🏆 #campioniditalia @acmilan @FFactoryNY pic.twitter.com/kkDKlYVSul
— AC Milan Club New York City (@ACMilanNYC) May 24, 2022

In parallelo, in una bella casa a Summit in New Jersey, ha invece deciso di vederla a casa con la figlia Sara e la sua amica Dianne (sfegatata tifosa milanista fin da bambina) l’imprenditore italiano Paolo Capoferri, originario di Palazzolo sull’Olio.
Non ha mai dubitato della vittoria del Milan: “È una soddisfazione grande come vincere la coppa dei campioni – dice Capoferri -, abbiamo dominato, e ci siamo meritati lo scudetto”. “La squadra ha dimostrato di essere un team straordinario”, prosegue, “anche se molti tifosi milanisti non ci avevano creduto fino alla fine, forse colpa di molte proprietà improbabili…”.
Mentre facciamo ritorno in redazione, per caso ci imbattiamo anche nel giovane Ahmed Dekatama. Dice di aver appena conseguito un master in diritto e di venire dall’Indonesia. Lo notiamo al ristorante Ribalta, nel Greenwich Village, con la maglietta rossonera. È uno dei pochi a seguire assiduamente l’incontro, mentre gli altri clienti gettano solo episodicamente un occhio tra un piatto di pasta e un tiramisù.
Quando i ragazzi di Stefano Pioli diventano ufficialmente campioni d’Italia, Ahmed alza le mani e grida: “Sono 11 anni che aspettavamo questo momento – spiega –, io vengo da Jakarta e i rossoneri sono una grande realtà per i tifosi sportivi del mio Paese”.
Una giornata che Ahmed, come tutti i milanisti nei cinque continenti, ricorderà per lungo tempo.
