Una manciata di ore e il campionato di Serie A avrà il suo nuovo re. A contendersi lo scettro, domenica alle 18:00 (le 12:00 a New York), saranno il Milan – impegnato a Reggio Emilia contro il Sassuolo – e l’Inter – che affronterà la Sampdoria davanti a un San Siro iper-gremito.
Era da quasi 30 anni che i due “cugini” non si contendevano da soli il vertice. Più precisamente dalla stagione 1992-93: sulla panchina dei campioni d’Italia (rossoneri) c’era “Don” Fabio Capello, e in campo a fare sfaceli un certo Marco Van Basten – alla sua ultima vera stagione da fuoriclasse dopo l’epopea sacchiana.
Ai rossoneri di Stefano Pioli basta un solo punto per coronare una stagione già di per sé sorprendente con il tricolore. Potrebbe anche bastare meno, in caso di non-vittoria del Biscione contro la Samp di capitan Quagliarella (già matematicamente salva). Ma i tifosi milanisti non vogliono fare troppi calcoli: a Reggio Emilia bisogna vincere. E nonostante l’agognato scudetto sia proprio lì a un passo, la vigilia dell’incontro è comunque vissuta con asia e trepidazione.

Lo sanno bene gli appassionati del Milan Club di New York, tra i gruppi di tifosi italo-americani più attivi e consistenti della Grande Mela. Domenica la partita la seguiranno insieme dalle 9:00 (le 15:00 in Italia) al Football Factory at Legends, un coloratissimo bar sport sulla 33ª, dove tra le numerosissime sciarpe da tutto il mondo spiccano anche le insegne del Diavolo.
Ce lo spiega Franco A. Zagari, nato a Long Island da genitori calabresi, e componente del comitato esecutivo del club: “Ci riuniremo presso Legends/Football Factory (6. W. 33rd St.), dove per l’occasione saremo al pianterreno”. L’invito è aperto a tutti i milanisti di New York e ai rossoneri in visita in città. L’apertura del locale è prevista per le 9:00, ma visto che si gioca l’ultima giornata di Premier League alle 11:00, Franco consiglia di arrivare al bar entro le 10:00. “La situazione non è ideale”, ammette, “ma non è una giornata qualsiasi…”.
Come sia nata l’idea di fondare un Milan Club sotto i grattacieli di Midtown Manhattan ce lo spiega sempre lui: “I nostri inizi risalgono al 2008 come parte del Milan Club di New Jersey. Con il passare del tempo abbiamo cercato di espandere il club tramite i social e abbiamo iniziato a tenere eventi in città”. Una strategia vincente: “Grazie ai social (Twitter in particolare), il numero di partecipanti ai nostri eventi è aumentato notevolmente. Nell’estate del 2012 abbiamo deciso di separarci dal club di New Jersey e siamo diventati ufficialmente l’AC Milan Club New York City con il Football Factory come sede. Il resto è storia!”. E rivendica con comprensibile fierezza: “Oggi siamo uno dei Milan club più conosciuti fuori dall’Italia”.
It’s time! The final match. NOTE: We will be on the MAIN FLOOR of Legends – @FFactoryNY for this match! ARRIVE EARLY. See the thread for frequently asked questions. 🔴⚫️🗽 #sempremilan #acmilan #nyc #calcio #forzamilan #seriea pic.twitter.com/uiOENPss15
— AC Milan Club New York City (@ACMilanNYC) May 17, 2022
Cerchiamo di sondare l’umore, le impressioni della vigilia. E anche cosa significa essere un milanista a 6.500 km dalla Madunina. Ce lo facciamo spiegare innanzitutto da Salvatore Fronterre, vera e propria istituzione per la comunità italiana a Brooklyn. Nato a Pozzallo e milanista dalla nascita, Salvatore è emigrato negli USA nel 1976 ed è attualmente tesoriere della Federation of Italian-American Organizations of Brooklyn (FIAO) e coordinatore di ItalUIL, con cui aiuta sia gli italiani già presenti nella Grande Mela sia chi intende trasferirvisi.
“Di solito le partite preferisco guardarle da solo a casa. Ma quella di domani per me è come una finale, perciò sto pensando di guardarla con gli amici del Club al Legends. Così, se andrà come deve andare, potremo festeggiare e scatenarci tutti quanti assieme.”

Che Salvatore sia un milanista purosangue ce lo fa capire lui stesso: “Quando gioca il Milan non ce n’è per nessuno, soprattutto quest’anno l’adrenalina è a mille. Allo scorso derby ho persino rotto la poltrona di casa durante i festeggiamenti, senza contare che perdo sempre la voce. Chiedetelo a mia moglie…”
Tracciando un bilancio della stagione rossonera, come tanti altri tifosi anche lui si dice piacevolmente sorpreso: “Nessuno si sarebbe aspettato un campionato del genere. Il Milan ha puntato su un gruppo giovane, che Pioli è riuscito a far amalgamare alla perfezione in tutti i reparti. La vera forza di questa squadra è il gruppo”. E sulla partita di domenica: “Sono ottimista, abbiamo due risultati su tre e penso che ce la faremo. Da giovane ho vissuto il dramma sportivo della ‘fatal Verona’, ma quest’anno vedo tanta unità e voglia di raggiungere l’obiettivo finale”.
La voglia di festeggiare è tanta anche per Salvatore, che per l’evenienza ha messo in frigo una bottiglia di Prosecco e spera di tornare a indossare la sua sciarpa rossonera, “che ormai sa di naftalina”. Salvatore racconta come abbia cercato di trasmettere anche ai tre figli Corrado, Marco e Jonathan la passione per lo sport. E, prima di salutarci, ci rivela che il suo più grande desiderio è assistere di persona a un big match dei rossoneri a San Siro, la “Scala del calcio”.
Tornando a Manhattan, chiediamo qualche impressione anche a Giuseppe Rossitto, componente del comitato esecutivo del Milan Club. Giuseppe è un siracusano cresciuto tra New York e Lombardia, attualmente residente a Whitestone, nel Queens. “Da milanista cresciuto sia in Italia che a New York, posso dire che la sensazione è di tanta ansia e paura. Non sarà facile, ma questi ragazzi ci hanno stupito tutti gli anni, nelle avversità, nelle sfortune, e anche nelle ingiustizie arbitrali. Siamo lì, sempre lì, quando a dir la verità forse ad inizio anno non dovevamo nemmeno esserci.”
Giuseppe ci spiega che ha vissuto a Milano per 4 anni, dove era un assiduo frequentatore della Curva Sud. Che differenza c’è ora che è dall’altra parte dell’oceano? “A Milano ma anche in tutta Italia si vivrà con una tensione fuori dal normale, una cosa che forse i tifosi di tutto il mondo non conoscono, perché li si vive il derby in un modo più stressante di come lo viviamo noi qui. Abbiamo tante altre distrazioni per poter ‘dimenticare’ una sconfitta del genere, mentre a Milano ricordo che dovevi cambiare strada o addirittura evitare gli amici interisti dopo un derby perso. Questo però non sarà solo un ‘derby’, questo è lo scudetto.
L’augurio di Giuseppe, dopo un decennio buio (l’ultimo scudetto risale al 2010-11 con Massimiliano Allegri, ora alla Juventus), è quello di “poter finalmente respirare aria di festa dopo un decennio buio, pieno di delusioni”. E quale miglior posto per farlo se non la “nostra casa, che è il Football Factory di NYC”?
Gli fa eco l’amico Franco Zagari: “Tornare a vivere una situazione del genere è emozionante e gratificante, nonostante tutta l’ansia delle ultime settimane. Il Milan ha dimostrato di aver meritato essere in questa posizione. Comunque vada, il vero Milan è tornato e questo ci rende felici”.

Raccogliamo infine la testimonianza di Derrick Yu, hongkonghese emigrato negli USA da adolescente e anche lui nel comitato esecutivo del Milan Club NY. “Siamo fiduciosi per la partita grazie al nostro stato di forma in attacco e alla solidità in difesa, un reparto in cui invece ballavamo a marzo-aprile”. Traccia già anche un bilancio della stagione: “Sono orgoglioso dello spirito messo in campo dai ragazzi, soprattutto nelle partite importanti”. Derrick fa trapelare un pizzico di delusione per la mancanza di qualche rinforzo nel mercato di gennaio, ma ammette che “la stanchezza e gli infortuni ci hanno perseguitato per tutta la stagione”.
Prima di salutarci, la domanda di rito: “Come avete intenzione di festeggiare in caso di vittoria?” Nessuna risposta verbale, ma linguaggio del corpo eloquentissimo: il segno delle corna. Nel caso, toccherà venirlo scoprire di persona domenica al Legends.