E’ la maratona più famosa al mondo, la più celebrata. La gara che ogni podista desidererebbe correre almeno una volta nella vita. Tecnicamente una delle più difficili. La maratona di New York City quest’anno celebra il mezzo secolo di vita con un anno di ritardo a causa delle tragiche vicende Covid che hanno cancellato l’edizione del cinquantenario. Si riparte nel 2021, ma a ranghi ridotti. Solo trentatremila gli atleti ammessi alla corsa del 7 novembre. Purtroppo, le frontiere americane sono ancora chiuse ai non residenti (riaprono lunedì 8 novembre).
La cancellazione della gara 2020 ha permesso ai già iscritti di optare per l’edizione 2021 oppure 2022. Io ho scelto l’edizione corrente. Alle 9:40 di domenica, sarò sul ponte Giovanni da Verrazzano a Staten Island pronto ad attendere il classico colpo di cannone con il sottofondo di New York, New York di Frank Sinatra per lanciarmi lungo le strade dei 5 Boroughs per la mia tredicesima maratona [chi volesse seguirmi sulla app del NYRR ho il pettorale numero 4962 parto alle ore 9:10 Orange Wave 1 Corral D].
L’edizione numero 50 avrà soltanto circa ventimila unità. Un duro colpo per l’economia di New York. Di solito, i podisti stranieri sommano quasi a quindicimila unità in più. Un festival che beneficia copiosamente il settore hospitality della Grande Mela. Mancheranno gli oltre 3300 italiani, le migliaia di francesi, i podisti Inglesi e Tedeschi. Mancheranno il tono internazionale, bandiere di ogni nazionalità e band musicali che intonano le melodie degli inni. Ma l’impegno dei tanti podisti newyorkesi no, quello sarà presente.
Sarà una maratona diversa, ma di certo non nell’impatto mediatico. Sarà seguitissima come sempre dai maggiori networks mondiali.
Sarà una maratona “locale”. Trentatremila concorrenti non sono un numero da sottovalutare. Come lo fu la prima 51 anni or sono. Si corse nel 1970 a Central Park. Quattro giri del parco, un dollaro di iscrizione per parteciparvi. All’arrivo una piccola medaglia ed acqua per ristoro. In quell lontano 13 settembre del 1970, 55 atleti tagliarono il traguardo ed un centinaio furono gli spettatori all’arrivo. Era una New York diversa, attanagliata da una violenza che non risparmiava nessun quartiere e da una terribile crisi economica. La città in diversi momenti fu sull’orlo della bancarotta. Poi piano piano risalì la china. La maratona? Beh, incuriosì, riportò tanta gente a Central Park e piano piano crebbe in partecipazione. Poi nel 1976 (per celebrare il bicentenario USA) la svolta. Uscì da Central Park ed ancora si corre per le strade di New York. Portò gioia a quartieri solitamente ad alto indice di violenza.
Ora siamo in una era differenta. La violenza, rispetto agli anni 70 del secolo scorso è calata, ma i terribili mesi del Covid hanno provato la città. Tanti residenti la hanno lasciata. Tante piccole attività commerciali hanno dovuto chiudere causa difficoltà finanziarie indotte dal Covid. La maratona di New York spera di rimettere in moto la città. Anche se mancherà la spettacolarizzazione dei partecipanti internazionali, la gioia di tagliare il traguardo a Central Park dopo 42 km e 195 metri sarà sempre la stessa.
Questa volta con la gratitudine di poterci essere e di onorare con la corsa lo straordinario lavoro ed abnegazione degli essential workers di ogni angolo del Paese. Forse a loro va dedicata la maratona 2021. A chi ci legge suggerisco di attendere il passaggio degli atlrti, salutarli, incitarli. La maratona di New York City è anche questo: una grande festa popolare che attraverso la Capitale del Mondo. Vi aspettiamo sul percorso.