A quattro mesi dall’eliminazione nella semifinale di MLS Cup, il New York City FC si prepara a scendere in campo in Costa Rica, dove giovedì sera giocherà la gara di andata degli ottavi di CONCACAF Champions League contro il San Carlos.
Era la notte del 23 ottobre e Matarrita concedeva un rigore ingenuo agli avversari del Toronto, a pochi minuti dal triplice fischio dell’arbitro nella cornice del Citi Field del Queens. Due settimane dopo la società annunciava la partenza del tecnico Domè Torrent, “strappato” al City e a Pep Guardiola dopo l’addio di Patrick Vieira nel giugno del 2018. Un silenzio di quasi due mesi prima della nomina di Ronny Deila, che a inizio anno è arrivato alla corte del City Football Group.
Ex difensore di club e della Norvegia under-21, Deila ha avviato la sua carriera di allenatore nel Stromsgodset prima di trasferirsi in Scozia e vincere due scudetti e una coppa con il Celtic. Tornato in patria al Valerenga dal 2017, il tecnico ha accettato la chiamata da New York con entusiasmo. Nella prima video intervista, Deila si è auto-definito allenatore di attacco con la filosofia del fare sempre gol e del divertirsi in allenamento.
Agli occhi dei supporters, il norvegese porta il peso dei successi del suo predecessore nella passata stagione del NYCFC, la migliore dall’esordio del team. Lo scudetto di Eastern Conference, la semifinale di coppa e la storica qualificazione in Champions League non hanno però cancellato il crescente malcontento per l’assenza di news sulla costruzione di uno stadio interamente dedicato al club.
Sin dal debutto in Major League Soccer nel 2015, il NYCFC disputa le partite casalinghe allo Yankee Stadium del Bronx (gli Yankees sono pure soci di minoranza). Pur mantenendo la squadra nei confini della città e dei cinque boroughs, con il passare delle stagioni la scelta ha provocato un continuo calo nel numero di spettatori e svariate proteste da parte della tifoseria. Non solo: per rispondere alle esigenze dei padroni di casa, la squadra è stata spesso costretta a trovare rifugio in altre date o altrove, come al Belson Stadium della Saint John’s University (poco più di duemila posti) per la US Cup o al Citi Field dei Mets per la MLS Cup.
Lontana da un accordo con la città, la società ha anzi informato i fans che il Citi Field accoglierà ben quattro partite del fine settimana nel 2020. L’amministratore delegato Brad Sims e il direttore sportivo David Lee hanno spiegato che i match del Queens sostituiranno quelli infrasettimanali con maggiori benefici in termini di competitività e nello spostamento dei tifosi al di fuori delle ore di punta.
Per i fans la beffa è risultata ancora più eclatante quando dopo giorni di voci e smentite a meno di venti giorni dall’incontro, il club ha finalmente comunicato che la gara di ritorno contro il San Carlos si terrà nella Red Bull Arena di Harrison, New Jersey, ovvero nel campo degli acerrimi rivali. (Curiosamente in una sezione del sito NYCFC.com, la location è ancora TBA, to be announced)
I lavori invernali allo Yankee Stadium e al Citi Field per l’imminente avvio del campionato di baseball hanno reso indisponibili queste due opzioni e qualsiasi proposta alternativa è stata rigettata dalla Federazione, si è scusata la società. Per convincere il pubblico a presentarsi nel New Jersey alle 6 di un mercoledì pomeriggio, per giunta in territorio nemico, gli abbonati riceveranno un biglietto gratuito e altri biglietti a 10 dollari. Per tutti, il prezzo del ticket sarà di 25 dollari.
La reazione dei tifosi non si è fatta attendere. Un fronte unito delle associazioni dei supporters ha invitato al boicottaggio e a seguire il match sugli schermi del Dugout, il bar alle porte dello Yankee Stadium che riunisce il pubblico di consueto nel pre e post-partita.
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“Ci stanno chiedendo di nuovo di spostarci fuori da New York per un incontro in casa importante, senza darci aggiornamenti su quasi sette anni di ricerca di una sistemazione definitiva all’interno dei cinque boroughs”, recita la dichiarazione pubblicata sui social media. “Siamo stanchi della strategia di comunicazione evasiva e opaca del NYCFC, che continua a creare sfiducia in una tifoseria frustrata”. E la decisione definitiva: “Un match ‘in casa’ alla Red Bull Arena è inaccettabile e come organizzazione abbiamo deciso di non parteciparvi”, sostiene The Third Rail sul profilo Instagram. E con loro, anche gli altri.